martedì 29 maggio 2012

Il Procuratore era, forse, confuso


E lo ero anch’io

Ti è mai successo di non sapere esattamente come rispondere alla domanda di un amico, perché non ricordi con precisione cosa gli hai detto sullo stesso argomento l’ultima volta?

In altre parole, non ricordi la bugia che gli hai detto!  Succede spesso, anche alla gente che si crede onesta. Perché tutti dicono delle piccole bugie “bianche” quando non vogliono offendere.  Ma come puoi ricordarle tutte, per non essere scoperto?  Bella domanda.

Ricordi la domanda sincera e profonda che Pilato, il Procuratore romano, investito di poteri militari, fece a Gesù durante il suo processo?  Oppure era, forse, una domanda beffarda e cinica? Probabilmente, nella sua carriera, aveva sentito tante di quelle “verità” dai suoi superiori romani, dagli Ebrei, dai criminali che doveva condannare, che si era convinto che era impossibile capire dove stesse la verità, o sapere quando qualcuno gli stava mentendo.   D’altra parte, forse, un po’ filosoficamente, era arrivato a pensare che la verità fosse soltanto una parola. Un po’ come i pupazzi dei pupari che ognuno vestiva come gli pareva o gli conveniva.

Comunque, la domanda era grande e vecchia come il mondo: “CHE COSA È VERITÀ?”

Come rispondi tu a questa domanda?  Con una battuta per evitare di rispondere?  Con un “Me lo domando pure io.”  “Chi lo può dire?” “Non lo so, ma vorrei saperlo.” “Forse nessuno lo sa.”

Le possibili risposte sono centinaia.  Le teorie, le religioni, le filosofie, le opinioni sono, forse, migliaia.

Ricordo quando, all’università, mi sono iscritto a un corso di filosofia, di cui non sapevo proprio nulla.  Più andavo avanti e più mi meravigliavo delle ricerche di tanti uomini molto intelligenti, delle domande che si ponevano, delle risposte complicate e estremamente logiche che, alla fine, proponevano.  Era come trovarmi immerso in un mondo nuovo.  Non potevo fare a meno di ammirare chi lottava con domande e problemi così immensi.

E non potevo fare a meno di domandarmi se ciò che io credevo vero lo fosse davvero.  Riconoscevo che, alla mia fede piuttosto infantile, ricevuta e accettata in eredità dai miei genitori, avevo pensato poco.  Potevano aver sbagliato loro?  Stavo credendo forse a una serie di bugie e di leggende invece che alla verità?  Erano domande cocenti e confusionarie, che, alla fine, mi provocavano dei dubbi mai affrontati prima.

Anch’io mi domandavo: “Che cosa è verità?”. Sei mai arrivato a questo punto?

Questo non è affatto il primo passo verso la perdita della fede, se una fede vera ce l’hai.  Infatti, se sei una persona seria, ti porterà alla scoperta di una dimensione più profonda, più adulta, della tua fede (lo ripeto: sempre ammesso e non concesso che la tua fede sia la vera verità).  Se no, potrà essere uno stimolo a cercare una fede concreta, sicura, che non ti lascia nel dubbio.

Seguendo il mio corso di filosofia, sono arrivato ad una scoperta che neanche il professore aveva fatto notare.  Per quanto i filosofi avessero lavorato tutta la loro vita per fissare le basi e le forme della verità, arrivando anche, a volte, a fare molti discepoli, non finivano mai bene. O prima o dopo la loro morte, arrivava un nuovo filosofo che, dopo anni di travaglio, studi, ricerche e confronti, formulava e diffondeva una nuova filosofia, che scopriva e andava oltre gli errori dei filosofi che lo avevano preceduto. Finalmente, la mente umana aveva scoperto la verità!

E, poi, dopo dieci, venti, cinquant’anni, accadeva, a questa sua filosofia, ciò che era successo a quella precedente. Diventava non una strada dritta e convincente che portava alla scoperta, finalmente, della verità, ma assomigliava un po’ a una ruota che arrivava allo stesso punto delle precedenti: la delusione.

A questo punto, cominciavo a intravedere dove portasse la filosofia, con la sua sfida alla mia fede infantile. Vedevo ciò che non avevo mai capito prima: la debolezza delle filosofie inventate e diffuse nel mondo fino a quel momento, e la forza della fede che i miei genitori mi avevano trasmessa, i quali certamente non erano né grandi intelligenze né riconosciuti come grandi fonti della risposta corretta alla domanda: “Che cos’è verità?”.

Capivo, finalmente, che esisteva una risposta alla domanda: “Che cos’è la verità, cioè, la vera verità?” L’hai scoperta anche tu?
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