martedì 24 novembre 2009

Cercansi genitori adatti

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Chi decide chi e degno?

I bambini senza genitori ci colpiscono e toccano le nostre emozioni. Speriamo che possano trovare delle persone buone che, forse, non hanno potuto avere figli e che li possano adottare.

Come credenti, pensiamo quanto sarebbe bello che una famiglia di credenti potesse adottarli e farli crescere in una casa piena di amore, amore fra bambini e genitori, amore fra la famiglia e Dio.

Poco tempo fa ho letto di una famiglia inglese a cui i servizi sociali avevano tolto i bambini, perché i genitori non erano considerati adatti. Infatti, erano obesi! Non avevo mai saputo che l’obesità fosse una crimine o che le persone obese non potessero essere buoni genitori. Ma sembra, secondo il parere di alcuni, che l’obesità sia una tale offesa al buon costume che gli obesi non possono curare bene i loro figli. Si dice che incoraggino i figli a diventare obesi!

Era interessante che, sullo stesso giornale, si parlava del fatto che i servizi sociali inglesi avevano deciso di affidare dei figli senza genitori a coppie di omosessuali, per curarli. Non voglio paragonare le persone obese alle persone omosessuali, né dare solo una mia opinione su quali siano i più adatte a curare i bambini.

Comunque, la decisione presa dai servizi sociali inglesi mi ha stupito.

È un fatto molto chiaro, nella Bibbia, che Dio ha creato la prima coppia composta di un maschio e una femmina. E Dio aveva affidato loro il compito di generare figli e curarli per conto di Dio. A me sembra una buona idea, dato che Dio non ha dato alle coppie unisex le facoltà necessarie per fare figli.

Infatti, sembra molto chiaro nella Bibbia che Dio non abbia proprio inteso stabilire delle coppie fatte di soli uomini o di sole donne. Avrà avuto i suoi buoni motivi. E, poi, come Creatore, aveva tutti i diritti di fare come credeva bene. Non ho mai sentito che vi siano altri creatori che hanno deciso, per conto loro, di fare diversamente.

Perciò, per quello che sappiamo di Dio nella Bibbia, Egli ha inteso che i genitori di bambini fossero coppie fatte di un uomo e una donna. E basta.

Ora, penso che sia chiaro, per quanto riguarda le coppie obese, che fisicamente non stiano troppo bene. Il troppo peso può fare male al cuore o ad altre funzioni e rendere più difficile e più breve la vita. Ciò mi dispiace e potrebbe, forse, impedire che delle persone così siano in grado di curare e educare i loro figli finché non diventino adulti. Certo, questo è un punto negativo.

Ma non ho mai sentito, e se tu l’hai sentito, scrivimi, che gli obesi siano meno capaci di amare i loro bambini o di educarli moralmente e spiritualmente dei genitori longilinei, ovvero magri. È mai possibile che solo i magri siano dei buoni genitori? Mi sembra assurdo.

Ma, non solo viviamo in un mondo assurdo, viviamo in un mondo in cui basta avere una laurea per credere di essere più intelligenti e più buoni di Dio stesso. Se Lui vuol dare i figli agli obesi, sbaglia, e noi glieli togliamo e così vedremo chi è più potente, Dio o noi, penserà qualcuno.

L’Apostolo Paolo ha scritto che dobbiamo cercare di vivere in pace con tutti, e anche Gesù ha insegnato così, ma, amici miei, è difficile farlo in un mondo in cui vi sono tante cose storte e in cui chi crede alla Bibbia è considerato stupido in partenza, addirittura prima che apra la bocca.
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martedì 17 novembre 2009

LA CARTA STRADALE PER IL CIELO

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Non è sbagliato chiedere chiarimenti

I discepoli, turbati dai discorsi di Gesù sulla sua prossima morte, erano confusi quando Egli disse loro che dove andava Lui sarebbero andati pure loro. “Del luogo dove io vado sapete anche la via” disse.

Tommaso, che spesso viene soprannominato “il dubbioso”, ha fatto in tempo a mostrare proprio quella sua qualità. “Non sappiamo dove vai” obbiettò, “Come possiamo sapere la via?”.

Gesù aspettava proprio quella domanda, perché gli permise di fare una delle affermazioni più importanti della sua vita. Egli desiderava che i discepoli, e che anche tu ed io, sapessimo esattamente come vivere con Lui eternamente. Questo segreto avrebbe tolto loro per sempre la paura della morte.

Ecco l’indicazione stradale di cui gli apostoli avevano bisogno: “Io sono la VIA, la VERITÀ e la VITA; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Non è più necessario che qualcuno faccia mai più queste domande: “Come posso essere salvato dai miei peccati? Come posso conoscere la verità? Cosa significa avere la vita nuova?”.

La risposta è contenuta in una sola parola, un solo nome: GESÙ. Egli è la risposta a tutte le domande che riguardano la salvezza, il perdono dei peccati, la vita eterna, la grazia e l’amore divino.

Tanta gente domanda: “Qual è la religione giusta? Qual è la chiesa migliore? Come faccio a riconoscerla?”.

La risposta semplice e chiara della Bibbia è questa: non hai bisogno di trovare nessuna religione, nessuna chiesa, nessuna pratica religiosa. Nessuna di queste ti porta alla salvezza. Gesù Cristo solo è “la via”. Se ti avvicini a Lui attraverso la lettura della Bibbia, se ti fidi di Lui, comprendendo il sacrificio che ha fatto per la tua salvezza, se ubbidisci a Lui come tuo Signore, hai trovato la risposta alle tue domande. Perché Egli è la via della salvezza. Egli è l’unica verità e ogni verità esistente trova il suo centro in Lui. Egli solo possiede la vita eterna e la dona a chi crede in Lui.

Infatti Gesù ha chiuso questa sua rivelazione della sua persona, dicendo: “Nessuno viene al Padre (a Dio) se non per mezzo di me”. Nessuna'altra persona del passato (apostoli, madonna, santi o martiri ), nessuna persona vivente (sacerdoti, Papa o guru) ti potrà portare al Padre.

Non è sbagliato chiedere, come ha fatto l’apostolo Tommaso, chiarimenti e consigli direttamente a Gesù. Essi sono scritti nel vangelo, ma è importante, quando hai capito la sua risposta, che tu te ne fidi e ponga tutta la tua fede in Lui.

martedì 10 novembre 2009

IL GIORNO DEI “MORTI”

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Quante riflessioni inutili

Paura di morire. Tante domande. Perché si muore? Cosa succede dopo la morte?

Poco prima della sua morte, Gesù si era incontrato con i suoi discepoli per mangiare la cena della Pasqua.

E Gesù disse loro, dopo avere annunziato la sua morte imminente: “Il vostro cuore non sia turbato”. Egli vedeva chiaramente sulle loro facce e sentiva nel tono della loro voce, la paura. Ma, davanti alla morte, tutti hanno paura. Soffrirò tanto? Dove si va quando si muore? Merito la grazia di Dio o la punizione?

È una bella esortazione mista a rimprovero: “Non siate turbati!” Ma sembra poco realistica, poco adatta.

L’ansia, il turbamento sono più che giustificati. Come si può vincerli?

Gesù aggiunse: “Credete in Dio; credete anche in me”. Certo, davanti ad una realtà così spaventevole, ci vuole pure la fede. Ma tu pensi: io vorrei anche capirci qualcosa. Non è sbagliato rispondere a domande sincere e basilari, proponendo, al posto della ragione, la fede?

La verità è questa: la realtà della morte, non solo del corpo, ma anche della personalità, è così vasta che la tua mente non arriverebbe mai a comprenderla. Potresti pensarci 24 ore al giorno, leggere migliaia di libri e non venirne mai a capo. La scienza, la logica, la ragione non bastano. E non sono neanche l’unico mezzo per conoscere e comprendere la verità.

La morte è uno di quegli argomenti che gli uomini hanno meditato e discusso da milenni e non sono arrivati ancora a capire. Anzi, se non arrivi ad affidarti alla fede, non la capirai mai. Credere non è, comunque, rinunziare alla logica e alla mente.

È piuttosto, il riconoscere che vi sono certi tipi di verità che possono essere esaminate e provate scientificamente, e altri tipi di verità che, quando affermate e spiegate da qualcuno che le comprende, debbono essere riconosciute e accettate soltanto per fede.

Per noi, che non abbiamo ora né coscienza né conoscenza della nostra esistenza prima della nascita e dopo la morte, queste realtà ci devono essere spiegate da qualcuno che ha una conoscenza non limitata alle realtà fisiche o materiali. E queste verità si comprendono soltanto per fede.

Sono esattamente questi tipi di verità che Gesù ha messo davanti agli apostoli in quel momento. Verità che non si possono investigare scientificamente, ma che non sono per questo motivo affatto meno reali né meno certe.

“Mio Padre vive in una casa così grande che ha posto per tutti quelli che verranno ad abitare con noi. Ma io devo ancora partecipare alla sua preparazione. Perciò, fra poco vi lascerò, ma non preoccupatevi, perché io certamente ritornerò per portare ognuno di voi nella casa celeste dove vivremo per sempre senza più sofferenze, malattie o morte.”

A te, che leggi, questo sembra un racconto fittizio come quello di Pinocchio o di Cenerentola? Da un lato lo è! Perché non puoi chiedere né ricevere delle prove scientifiche che si tratti di verità. Ma, da un altro lato, è molto convincente logicamente. Perché? Perché la logica stessa ti insegna che non puoi vedere né misurare ciò che Dio ha creato in un altro mondo. Quel mondo è vero quanto la sedia su cui sei seduto, o la forchetta che usi per mangiare, ma queste sono cose di questo mondo, e nessuna logica può dimostrare o provare che non esistono altri mondi, altre realtà che per te sono ora invisibili, ma che potrai vedere e sperimentare nel futuro, come Gesù ha promesso.

Ed è per questo che Gesù disse agli apostoli e che dice a te: “Pensi alla morte, ma non la comprendi? Ti spaventa perché fa parte dell’ignoto? «Il tuo cuore non sia turbato»”. Egli controlla tutto e non c’è nulla da temere, se tu sei pronto ad andare da Lui quando ti chiama.

Come esserne pronto? Lo descriverò la prossima volta.

martedì 3 novembre 2009

SERVA, SCHIAVA… O? — 3

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Un pericolo al femminile

Quando il marito considera sua moglie o serva o schiava, il matrimonio sarà più guerra che guarigione. Ma anche la moglie può sbagliare e rovinare tutto.

Questo è il caso in cui la moglie non è né serva né schiava, ma….. sciocca!

Un proverbio del saggio Salomone dice: “La donna savia edifica la sua casa, ma la stolta l’abbatte con le proprie mani”.

Purtroppo, la donna stolta non sa né quando è saggio parlare né quando è essenziale stare zitta. Il grande re e saggio Salomone ha anche detto: “Un gocciolar continuo in giorno di gran pioggia e una donna rissosa sone cose che si somigliano”.

Continuare a parlare, o per insistere che si ha ragione o per insistere che l’altro ha torto, è una follia che costa cara, perché rende impossibile trovare la via della pace. Purtroppo, le parole servono per non solo per lodare, esprimere simpatia, incoraggiare o perdonare ma anche per stancare, separare e seppellire una relazione.

L’abitudine di volere uscire vincitrice da una lite, dicendo “l’ultima parola”, cioè facendo la battuta che chiude una conversazione (magari con un po’ di malizia o di orgoglio) non ha mai portato bene a nessuno. È spesso un tentativo vigliacco di fare finta di avere avuto ragione nonostante la chiara evidenza del contrario.

Molte mogli si sentono incomprese, poco apprezzate, trascurate o offese, e tentano di riguadagnare la superiorità ripetendo all’infinito le stesse critiche offensive del marito. Tipo: “Tu mangi sempre troppo!” “Non mi aiuti mai!” “Perché non ti occupi tu un po’ dei bambini?” “Tu dai sempre ragione a tua mamma quando mi critica!”.

Sembra impossibile credere che queste donne pensino di ottenere l’affetto e la stima dei loro mariti criticandoli. Non esiste e non è mai esistito un marito che sia stato attirato ad amare di più sua moglie ascoltando le sue critiche (magari, anche giuste!).

Queste sono, come disse Salomone, “un gocciolare continuo in giorno di gran pioggia”, un rumore noioso che gli uomini cercano di ignorare e a cui sfuggire.

Infatti, “la stolta abbatte (la sua casa) con le proprie mani”.

La donna savia, invece, userà la sua intuizione, il suo desiderio di mostrare il suo amore per suo marito ed essere amata da lui, per sviluppare un’atmosfera di comprensione e di amore nell’accogliere suo marito, nel domandargli della sua giornata (e cambiando argomento, se lui non ne vuol parlare!). Lo ringrazierà o lo loderà per qualsiasi pensiero o azione che lei può interpretare come un segno della sua attenzione verso di lei, per ciò che le interessa o le serve.

Nessuno, né marito né moglie, deve pensare che lo stato attuale del loro matrimono, o del loro amore, sia fissato per sempre. Difatti, la realtà più ovvia nella vita è che niente rimane fermo o statico: tutto cambia, tutto si trasforma. Così è anche nel matrimonio: ciò che esso è oggi assolutamente NON è ciò che sarà domani. Infatti, peggiorerà o migliorerà. Quale sarà la differenza?

“La donna savia edifica la sua casa…” disse Salomone. Disse pure: “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira”.

La scelta è tua.