martedì 27 settembre 2011

C’è un tempo per uccidere


Ma non è quello che pensi

La Sacra Bibbia è un libro straordinario, anche senza fare riferimento alla questione della sua ispirazione divina.  Essa adopera parole forti e si esprime con tutta la saggezza e l’arte di un grande autore.

Tu aspetteresti, per esempio, di trovare nella Bibbia la frase: “C’è un tempo per uccidere…”?  Ovviamente esistono dei nemici della Bibbia che cercano di trovare in essa tutti i difetti possibili e impossibili.  Quando pensano di riuscirci, la accusano anche di follia e asseriscono con strafottenza che il Dio che descrive è un tiranno sanguinario e crudele. Ma la realtà è che la frase citata è sostenuta dalla scienza moderna e dal buon senso.

Non esiste alcun motivo per saltare alla conclusione assurda che, quando la Bibbia afferma che c’è un tempo per “uccidere”, stia parlando dell’omicidio, della guerra o di una vendetta personale.

Come descriveresti tu i metodi scientifici studiati e applicati oggi per combattere il tumore?  I medici lo attaccano con la chemioterapia, con le radiazioni o con il bisturi, e se tu domandassi loro cosa cercano di fare, risponderebbero: “Stiamo eliminando, distruggendo, cioè, uccidendo, il cancro”.   
Ci sono migliaia di microbi, di malattie, di piante velenose, di insetti e di animali che normalmente vanno “uccisi” proprio per il bene tuo e quello della società.  Il “tempo per uccidere” esiste davvero.

La Bibbia dice, per esempio, che il peccato, cioè il male, fa del male non solo a te, ma anche alle persone che ti sono vicine, e alla stessa umanità. È un nemico che deve essere messo a morte.  La crudeltà, l’odio, la malvagità, l’egoismo sono così potenti e così pericolosi che il mondo non potrà stare bene finche non saranno “uccisi”, cioè eliminati.

L’Ecclesiaste ha scritto, per esempio, che “Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il sole… un tempo per uccidere e un tempo per guarire… (Libro dell’Ecclesiaste 3:1,3).

Nella tua vita, il peccato, e la tentazione a peccare, sono pericoli che tu non puoi controllare, e sono mortiferi.  L’apostolo Paolo ha scritto in una sua lettera: “Il salario del peccato è la morte” (Lettera ai Romani, 6:23).  In altre parole, ogni persona che pecca è di conseguenza condannata a morte.  Questa rivelazione biblica sorprende molta gente, che non vorrebbe crederci.  Ma è un’affermazione innegabile.

L’Ecclesiaste aveva detto che c’è anche “un tempo per guarire”. Difatti, Dio non è per nulla un crudele tiranno che gode nel fare del male alle sue creature.  Egli le vuole guarire dal male che le condanna, offrendo loro in dono, senza alcun merito da parte loro, la guarigione.

Dio ha sovranamente stabilito il tempo per “uccidere”, o distruggere, il peccato e la morte, attraverso la vittoria di Gesù Cristo, che ha accettato di buon grado di morire  per poter dimostrare con la sua risurrezione che la morte non è un nemico invincibile.  Anzi, ha dimostrato di avere il potere di distruggerla.

Quel “tempo per uccidere” contiene il segreto del “tempo per guarire”, affinché tu possa guarire dal tuo peccato e dalla sua inevitabile conseguenza: la morte.

Gesù stesso ha detto: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Vangelo di Giovanni 5:24).  La salvezza dalla morte è una certezza per ognuno che crede in Gesù come Figlio di Dio e Salvatore.

E se tu sei già credente, la Bibbia dice che è tuo compito vivere una vita in cui il peccato è identificato, odiato, evitato e vinto.  Per compiere questo, Dio ti ha dato la sua Parola da leggere e meditare, il suo Spirito per convincerti di peccato e per guidarti al pentimento e Gesù stesso per guarirti, perdonarti e confortarti con il suo amore.

Tu puoi felicemente “uccidere”, contrastare e vincere il peccato giorno per giorno.
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mercoledì 21 settembre 2011

Hai creato delle belle piante


Ora non le vorresti sradicare

Vedi del progresso nella tua vita? O hai paura di riuscire solo a stare fermo, quando addirittura non vai indietro?

Vorremmo tutti andare avanti, realizzare delle cose nuove e utili, che ci ricompensino della nostra fatica.

Ti voglio ricordare le parole che ho citate la settimana scorsa e poi raccontarti una cosa che mi è successa anni fa.

“Per tutto c’è il suo tempo, c’è il momento per ogni cosa sotto il sole… un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato” (Libro dell’Ecclesiaste 5:1,2b).  Sradicare?  Perché si vorrebbe sradicare ciò che si è piantato?

Molte volte, attraversando in macchina le grandi pianure degli Stati Uniti, ho notato dei campi immensi in cui erano sparse dappertutto delle piante che avevano portato il loro frutto e che erano state sradicate per permettere una nuova seminagione.  Purtroppo, anche una pianta che ha portato un grande raccolto dev’essere sradicata e bruciata per preparare il terreno per ripetere con nuove piante il miracolo della produzione di grandi quantità di cibi per sfamare molta gente.  Non sradicare significherebbe non produrre nulla di più, rinunziare alla potenzialità di quei terreni di immenso valore.

Così, nella vita umana, a volte non è possibile fare alcun progresso se non si accetta anche lo sradicamento, con tutte le paure e il dolore che questo comporta.

Molti anni fa, una giovane donna simpatica e brava lavoratrice ha accettato da me l’offerta del suo primo impiego, un lavoro semplice e vario nel nostro ufficio.  Ha lavorato per qualche anno, con piacere e sua e nostra soddisfazione.

Ma aveva studiato per essere maestra di asilo e amava lavorare fra i bambini.   Allo stesso tempo, era piuttosto timida e non riusciva a decidere se licenziarsi o no dal lavoro che le avevo offerto.  Così, un giorno, ho deciso di dirle di non venire più ad aiutarci perché non avevamo più bisogno di lei.  Per noi è stato un doloroso “sradicamento”.  Però, lei ha fatto domanda per un posto in asilo, è stata assunta ed ha lavorato con grande impegno e ottimi risultati per molti anni.  Non solo ha insegnato bene le materie prescritte dal programma, ma, con entusiasmo, racconti e illustrazioni, ha insegnato molti racconti biblici (apprezzati dalla maestra di religione), ha dato molti buoni consigli di comportamento (apprezzati dai genitori), ed è stata amata da tutti.

Nei vari campi della tua vita (lavoro, abitudini, amicizie, comportamento), ci sono delle piante, forse nocive, o forse anche utili per un certo tempo, che però tu avresti dovuto già sradicare da tempo, per preparare il tuo terreno per una fioritura e produzione di frutti che fanno parte delle tue potenzialità e dei doni che Dio ti ha dati?   

Certo, non si fanno progressi se prima non ci sia stato anche uno sradicamento, probabilmente doloroso, incompreso da alcuni, e fortemente impegnativo.   

Non permettere che atteggiamenti, affetti o ferite, vittorie o sconfitte del passato, ingombrino tanto il terreno della tua vita da impedirti di progredire, sviluppare e sfruttare i doni e le potenzialità che, fin qua, per amore di quieto vivere, per pigrizia o per paura, hai trascurati.

Secondo il perfetto piano di Dio, esiste un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che hai piantato.  Per te, quel tempo è adesso?
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martedì 13 settembre 2011

Non c’è mai tempo


Ma tutti hanno tempo per morire

“Hai tempo di darmi una mano…?”

“Ho troppo da fare… Dove lo trovo il tempo?”

Se tu non hai problemi di tempo, sei un marziano.  Nessuno ha mai tutto il tempo che gli servirebbe…per riposare e dormire… per completare tutto ciò che ha da fare… per mangiare e digerire con calma… per divertirsi e stare un po’ con gli amici.

Ti manca il tempo perché davvero ti manca oppure è perché hai troppo da fare?  È la gente che si aspetta troppo da te o sei tu un gran disordinato?

Colui che ti ha creato a sua immagine e conosce ogni dettaglio della tua vita ha fatto scrivere molto sul tempo, come usarlo e come non usarlo.  Su come scegliere le cose importanti e lasciare perdere il resto.

Secondo Lui, c’è un tempo per tutto.  “Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire…” (Ecclesiaste 3:1,2).

Per quanto riguarda il nascere, non lo decidi tu.  E per quando morire neanche.  Anche quelli che si organizzano e funzionano come macchine hanno sempre tempo per morire.  E le persone più disordinate e sbadate, anche quelle, hanno sempre tempo per morire.

Forse pensi che quelli che muoiono lentamente per una malattia siano diversi da quelli che muoiono improvvisamente in un incidente d’automobile.  Comunque sia, tutti e due trovano il tempo per morire.

Come mai Dio parla di una questione così macabra?  Penso per due motivi.  Primo, perché tutti quanti preferiamo non pensare alla morte e, senza dirlo a nessuno, viviamo come se fossimo sicuri di non morire mai, o almeno, non presto.  Secondo¸ perché la morte non è la fine per nessuno.  Secondo la Bibbia, la nostra vita è un periodo brevissimo che Dio ci dona per prepararci per la nostra esistenza eterna.  Anche in questo caso, non scegli tu se esistere eternamente o no.  E, ovviamente, il fatto che tu ci creda o no, non cambia nulla.

“È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio (da questo non  scappa nessuno e nessuno lo può rimandare o evitare. Però la Bibbia continua questa frase con delle parole confortanti) così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza” (Lettera agli Ebrei 9:27,28).

Che Gesù sia morto, lo sanno tutti, ma il centro della realtà biblica è che Gesù è morto per “portare…” (ciò vuol dire che Egli, quando è morto, si è caricato dei peccati umani e li ha pagati, espiati, cancellati, con l’enormità del valore della sua morte) “…i peccati di molti”. Il valore di quella sua morte, subita al nostro posto, è applicato come pagamento pieno per tutti i peccati di tutti coloro che credono in Lui e accettano per fede il fatto che, con il suo sacrificio, Egli ha  voluto diventare il loro Salvatore e Signore.

Ora, nella tua esistenza umana, Dio ti chiama a mettere la tua fede nel suo Figlio Gesù Cristo e nel sacrificio che ha compiuto.  Tu hai, o trovi, tempo per questo?
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martedì 6 settembre 2011

Dio non ti ama?


Amore o giustizia

Dio è davvero amorevole verso tutti?  Tanti mi hanno detto: “Dio non mi ama!” e hanno considerato la loro conclusione come la prova,primo, che la Bibbia non è un libro di cui fidarsi, secondo, che Dio è un giudice ingiusto e, terzo, che loro sono soltanto vittime nella vita.

Il primo salmo si conclude con la parola “rovina” ovvero distruzione. Con una fine di condanna degli “empi”.  Davide ha scritto: “Ma la via degli empi conduce alla rovina”.

Cosa garantisce la “rovina” degli “empi”?  Davide non ha detto, e non ha voluto dire, che gli empi sono portati alla rovina, o al giudizio e alla condanna, dalla mancanza di amore da parte di Dio o dal suo odio.

Ha detto, piuttosto, che “la via in cui camminano gli empi, la vita che conducono, gli atteggiamenti e gusti che dimostrano, sono una via e uno stile di vita, che conducono inevitabilmente alla rovina”.

Rifaccio la domanda di prima: cosa garantisce la “rovina” o la condanna degli empi?  Si potrebbe dire che sia l’odio da parte di Dio?  Certamente no.  Direi, piuttosto, che sia la giustizia di Dio che ha decretato che chi fa il male nella vita, senza provare un vero pentimento, chi vive senza riconoscere l’autorità di Dio, senza comprendere il suo amore per i perduti, cammina su una strada che lo porterà, senza possibili destinazioni diverse, alla perdizione.  E ciò è giusto.  È la decisione di un Dio giusto.

Ogni volta che questa verità è annunziata, è un avvertimento, un richiamo, una sorta di “pre-evangelizzazione”, che, portando al pentimento, può spingere l’uomo alla ricerca ansiosa e senza tregua della grazia di Dio. Questa grazia non è mai rifiutata a chi riconosce di non meritarla, ma comprende che gli è offerta in dono da Dio proprio a causa della sua misericordia e del suo amore.  È una grazia che permette a un Dio giusto di offrire gratuitamente il perdono soltanto perché il suo Figlio divino, Gesù, è morto per espiare il peccato ed è risuscitato per offrire la salvezza in dono “a chiunque crede” in Lui.

Non è possibile concludere la meditazione di questo salmo senza lodare Dio per la grazia che ha guidato l’uomo “beato” ad allontanarsi dal peccato in qualsiasi forma, che lo ha trasformato in un albero bello e pieno di frutto, e che gli promette la salvezza, il perdono e la vita eterna.

Fermati ora per lodarlo e per ringraziarlo per la sua grazia nella tua vita.  Non smettere mai di lodarlo e di ringraziarlo.  Questa è la vera vita cristiana, la testimonianza dell’uomo (o donna o giovane) che vive in comunione con Lui.