martedì 25 gennaio 2011

Sedersi per sbaglio

Che ridere!

Per qualche istinto perverso, ci viene da ridere quando un nostro compagno scivola e si ritrova seduto per terra. Lui sta lì a vergognarsi e noi a ridere.

Il Re Davide traccia, nel primo versetto del primo Salmo, proprio questo triste risultato. Prima si cammina, forse per caso, sulla strada sbagliata, poi ci si ferma scioccamente in una strada pericolosa a fare compagnia con gente sconosciuta e, infine, ci si siede fra quelli che hanno piacere di ridere di te, di ciò che credi e di ciò che fai. E fanno di tutto per far ridere pure te.

Questa è la gente che ne sa una più del diavolo. Che si diverte a notare e commentare i difetti, gli errori, le “fisse” degli altri, a prendere in giro chiunque venga a tiro. Si siedono apposta lungo la strada dove possono fare le loro battute spiritose su chi passa. “Guarda quella cicciona! Ha cinque menti, mica uno solo!” Oppure: “Già, vedi quello lì, tappino com’è, cammina col petto in fuori che si crede Berlusconi!”

“Oh, guarda, guarda. Quella là è appena uscita da quella chiesa. Chissà se ha confessato tutti i peccati che ha fatto col suo ragazzo ieri sera?”

“O, forse, quelli che voleva fare!” E giù risate. Sembrano proprio spiritosi e ti fa gola sederti un po’ con loro per fare qualche battuta anche tu. Così entrerai anche tu nel loro giro.

Quando ti metti con la gente beffarda e osé, anzi anche irriverente, non puoi sapere quale battuta verrà fuori, né di cosa rideranno. Ma, per molta gente, volgare e spregiudicata, più si può ridere di cose oscene, o di chi osa credere davvero in Dio e condannare il peccato, più ci si diverte.

Penso che più di una volta anche tu ti sei fermato con alcuni compagni di scuola o colleghi di lavoro e hai scoperto, poi, che ridevano di gente che crede come te. E tu, per non essere preso in giro, ridevi con loro e come loro.

E quella tua risata, o sorriso piccolo, piccolo, che testimonianza era? Rivelava, forse, ciò che veramente pensi, ma che non puoi dire a nessuno? Ridere ti ha dato un sottile, intimo piacere di stare con chi la pensa come te.

O, forse, ti è successo come ho detto nella prima frase di questo post, tu sei scivolato e caduto a sedere in mezzo a gente che ti prende in giro con cattiveria, ma ridendo e facendo finta di scherzare. E ti sei vergognato di trovarti là.

È bene conoscere per tempo questo pericolo. Così puoi metterti davvero ad ascoltare le parole sagge: “Non camminare… Non ti fermare… Non ti mettere seduto…” del primo Salmo.

Solo così potrai chiamarti “beato” e godere di un sacco di beni di cui scriverò prossimamente.
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martedì 18 gennaio 2011

“Chi si ferma è perduto…”

su una strada bagliata!

Che scocciatura sbagliare strada! L’ho fatto l’estate scorsa a Filadelfia, mentre ero negli USA. Il guaio non era tanto sbagliare strada e trovarmi a decine di chilometri dal punto in cui credevo di trovarmi, quanto avere un appuntamento importante al quale rischiavo di non arrivare in tempo. Se non fosse stato per l’angelo che il Signore mi ha messo vicino, avrei certamente creato una situazione imbarazzante.

L’«angelo» era un uomo distinto che mi si è avvicinato con passo sicuro quando mi sono fermato in una stazione di servizio. Gli ho chiesto se mi poteva indicare come arrivare alla tale strada, e mi ha immediatamente disegnato uno schema delle strade che mi avrebbero portato a destinazione (a una trentina di chilometri di distanza) giusto in tempo per il mio appuntamento.

Forse anche tu hai sbagliato strada qualche volta e forse sei addirittura nei guai in questo momento perché sei sulla strada sbagliata.

La settimana scorsa ho scritto di chi cammina per una strada sbagliata, ascoltando consigli di gente di cui non dovrebbe fidarsi. Lo stesso autore saggio che ha scritto di quella situazione pericolosa, ha avvertito i suoi lettori di un altro pericolo.

“Non si ferma”, ha scritto “sulla strada dei peccatori”. Già lo sai che, in una grande città, vi sono strade che è meglio evitare. Vi sono strade dove si fermano gli scippatori, un’altra che è piena di bar e sale da gioco. Vi è la strada delle prostitute e l’angolo dove puoi comprare la droga.

Fermarsi in questi luoghi a lungo potrebbe davvero tentarti a cadere nel peccato. (Il peccato è spesso attraente e ti offre promesse di piaceri e vantaggi che non può mai mantenere.) Ma è anche possibile che, per quanto innocente tu sia, la polizia abbia organizzato un controllo del quartiere e che ti fermerà per chiedere i tuoi documenti e per interrogarti su chi sei, cosa fai e perché ti trovi da quelle parti.

Chi è in pericolo quando passa per una strada simile è la persona che non ha mete, ma si ferma per guardare e ammirare, fare domande e chiacchierare. È la persona troppo semplice per capire che non tutti quelli che gli si presentano come amici stanno veramente pensando al suo bene.

Ma le strade più pericolose che sono battute dai “peccatori” non si trovano solo in squallide periferie dove avresti paura di passare. Si trovano in eleganti bar del centro, nei ritrovi frequentati dalla gente più famosa, nei cinema dove si proiettano i film più popolari. SI TROVANO PERFINO IN CASA TUA, DAVANTI AL TUO TELEVISORE. O in camera tua, sullo schermo del tuo computer.

Se tu sei abituato a fermarti nella strada dei peccatori, se trovi il tuo riposo in loro compagnia, se, soltanto così, i tuoi amici, colleghi o conoscenti hanno piacere di frequentarti, sei in grandissimo pericolo.

Il prossimo passo è proprio la rovina, di cui scriverò la prossima volta.
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martedì 11 gennaio 2011

Amici - nemici

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Scelte da incoscienti

Un romano molto anziano un giorno mi ha rivelato il consiglio che suo padre gli aveva dato quando era adolescente: “Cerca sempre di farti un amico che ne sa più di te e che è più bravo di te. Così imparerai a diventare sempre più bravo anche tu. Ma evita gli stupidi e gli scostumati!”.

Era fortunato. Aveva un padre molto saggio. Lo sapevi che tutti, dico tutti, assomigliamo ai nostri amici? Sei contento che sia così? O dovresti cambiare amici?

Più di tremila anni fa, un uomo saggio ha scritto una cosa molto simile: “Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi (le persone che non hanno alcun riguardo per Dio o per la verità).

In altre parole, tu riveli sempre che tipo di amici hai scelto e la gente che frequenti dalle cose che dici e dalle cose che ti interessano. Secondo te, che tipo di pensieri, parole e progetti impari e prendono possesso della tua mente se sei un fan del “Grande fratello”? O se ti piace sempre ascoltare Michele Santoro e “Annozero”?

È interessante che il consiglio buono, che ho citato poco fa, ti insegna quali siano le persone con cui NON devi “camminare” o fare amicizia. Ci sono sempre dei giovani stupidi che dicono:”Non permetto ai miei genitori di dirmi che NON DEVO fare compagnia con qualcuno. Gli amici che miei genitori mi dicono di NON frequentare sono sempre i più spiritosi e i più furbi. Sono esattamente quelli che mi piacciono!”.

Per qualche perverso motivo, la maggior parte della gente è spesso attratta dagli esempi più futili, più perditempo, più pigri. Nelle scuole statali i ragazzi più antidisciplina non mancano mai di amici e seguaci. All’università, chi rifiuta le regole e naviga fuori corso ha amiconi pronti a bere una birra con lui e a chiacchierare sui fallimenti del governo.

E l’uomo d’affari non fatica a trovare amici che gli indicano come evadere le tasse o corrompere un finanziere.

Gli esempi sono tanti, ma il messaggio è uno.

La strada del vero successo e della vera felicità dipenderà molto da quali amici si scelgono. È un principio da cui non è possibile scappare.

Pensaci seriamente.
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martedì 4 gennaio 2011

Le feste comandate

La risposta della Bibbia

I cristiani fanno bene oggi, o farebbero bene, a osservare le feste descritte nella Bibbia? Oppure le feste sono tutte vietate? O potrebbero stabilire delle feste nuove?

Tutte le feste bibliche osservate dagli Ebrei, descritte nell’Antico Testamento, erano non soltanto comandate da Dio, ma era prescritto da Dio anche esattamente quando e come osservarle. Riguardavano le opere straordinarie di Dio che gli Ebrei dovevano ricordare per sempre e per cui era necessario lodarlo.

Nel Nuovo Testamento, quali feste annue i credenti cristiani sono comandati di osservare? Nessuna! Né Capo d’anno, né Pasqua, né Pentecoste, né Natale. Gli unici avvenimenti che il cristiano è comandato di “ricordare” con delle azioni particolari sono la morte e la resurrezione del Signore.

Questa è la “festa” che ricorda la morte e la resurrezione del Signore Gesù, avvenute per pagare il debito dei peccati che tengono il non credente lontano da Dio e sotto il suo giudizio. Vivere senza riconoscere questi fatti e non tenere conto del proprio dovere di amare e sottomettersi a Dio è il più grande peccato che l’uomo possa commettere. Ogni volta che i credenti si riuniscono per mangiare il pane e bere il vino, che simboleggiano il corpo morto e il sangue versato del Salvatore, proprio come Egli ha comandato, osservano questa festa.

Purtroppo, come fecero gli Ebrei dell’Antico Testamento, anche i credenti oggi possono facilmente osservare questa festa esteriormente e tradizionalmente, mentre il loro cuore è lontano da Dio. Anche oggi, non è possibile che l’osservanza di una festa possa garantire o rivelare in quale modo che le persone sono in comunione con Dio, o se lo sono davvero. Ho paura che molti che non vorrebbero mettere un albero di Natale in casa, nella convinzione che ciò offenderebbe Dio, lo possono offendere, invece, osservando la “Cena del Signore” senza essere veramente in comunione con i loro fratelli e sorelle e, di conseguenza, non essendo in comunione con Dio.

Come non sono stabilite feste annue nel Nuovo Testamento che il credente è obbligato ad osservare, non ci sono feste specifiche che gli sono vietate. Certamente non vorrà partecipare a feste con non credenti segnate da troppo bere, dal ballo, dal parlare e scherzare in modo indegno del Signore, nelle quali tutti cercano di “divertirsi” carnalmente. Non potrà condividere mostre di lusso e di spreco solo perché segue le tradizioni.

Ma, ricordare la nascita di un bambino, il compleanno di una persona anziana, o la ricorrenza di feste ed anniversarari di matrimonio, o della fondazione di una chiesa o di un’opera cristiana, dove la gloria è data a Dio, non è peccato. Alcuni credenti arrivano quasi a condannare chi ride di cuore o chi si dimostra felice.

Chi si rallegra per un amico che ha ricevuto una benedizione particolare da Dio, anche materiale, non è “poco spirituale” come alcuni dicono. Ridere, rallegrarsi delle benedizioni di Dio, ringraziarlo dei fratelli e sorelle, dell’amore degli amici, scambiare segni di affetto o anche dei regali non è peccaminoso neanche se avviene il 25 dicembre, il 1. gennaio o il 1. aprile, se lo facciamo alla gloria di Dio

Non adoriamo Satana se mangiamo una porzione di panettone o un po’ di torrone.

“Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Filippesi 4:4).
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