martedì 27 novembre 2012

Ci vorrebbe un posto come l’inferno


Qual è la tua reazione quando scopri che qualcuno ti ha rubato dei soldi? O che qualcuno ha raccontato a una persona a cui tieni, una brutta menzogna su di te? 
Quali emozioni ti vengono quando leggi che una vecchia signora che abitava da sola, è stata ammazzata con un martello da suo nipote per rubarle 50 euro?
Che cosa meritano gli italiani che volano a Bangkok per godere le loro perversioni, pagando chi vende le proprie figlie, o figli, per fare sesso contro la loro volontà?
Quale punizione vorresti dare ad un dittatore che comincia una guerra, uccide migliaia di nemici, solo per evitare il pericolo che qualcuno voglia fermare la sua vita di lusso sfrenato e il suo controllo assoluto di vita e di morte su i suoi sudditi?
La verità è che quello che tu faresti, o che pensi che sarebbe giusto, non importa niente a nessuno. Ti dico perché!
La verità è che migliaia di ragazze sono stuprate, migliaia di pedofili sono attivi ogni sera, migliaia di commercianti di droga si arricchiscono sulla vendita della morte, migliaia di politici, commercianti, professionisti rubano moltissimi soldi, e tutte queste persone non saranno mai arrestate, processate o condannate.
Non crederai mica che tutti gli stupratori, tutti gli omicidi, tutti i criminali, tutti i profittatori, tutti quelli che vivono di crimini, sfruttamenti, ingiustizie saranno puniti una volta o l’altra?
Non sono solo pochi i mali sofferti in questo mondo quelli che non riceveranno mai ciò che meritano, ma sarà la maggioranza!
Ci vorrebbero più poliziotti, più investigatori, più prosecutori e più giudici onesti, più prigioni, più sentenze all’ergastolo, più criminali tolti di mezzo, per non fare soffrire più nessuno. A volte, di giorno o di notte, mi fermo per un momento e cerco di immaginare la quantità di crimini, uccisioni, furti, stupri, torture che stanno succedendo in tutto il mondo in quel momento, quante persone soffrono, quante gridano, piangono e muoiono in quel preciso momento.
Sono pensieri che gelano il sangue nelle vene, che fanno male allo stomaco, che fanno impazzire il cervello. Mi devo fermare subito. Non è umanamente sopportabile. Ma queste cose succedono. In quel momento, e ogni minuto del giorno e della notte, in ogni angolo del mondo.
E, poi, cè la gente che dice che Dio non dev’essere così crudele. Non deve punire nessuno. Egli dovrebbe solo amare tutti, perdonarli, passare sopra ciò che fanno, quando non hanno fatto altro che bestemmiare il suo nome, respingere ogni possibilità di redenzione, inventarsi ogni tipo di sopraffazione e massacro dei deboli e indifesi.
Saresti tu felice di vivere in un mondo di ingiustizie e di sofferenze, di mali che porti sulla tua pelle e sapere che non ci sarà mai giustizia, che la giustizia è un mito, che i peggiori cattivi saranno trattati esattamente come chi ha vissuto una vita di gentilezza, di amore e di sofferenza per aiutare gli altri?
È questo il mondo che tu sogni? Il futuro che aspetti?
Non credi, invece, che un Dio di amore e di giustizia dovrebbe preparare non soltanto un Paradiso, ma anche un inferno?
Ne scriverò la prossima volta.
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martedì 20 novembre 2012

Il peccato esiste ancora?



Il nostro mondo ha perso il concetto di peccato. Non vuole sentirne parlare. Neanche tu?
Una forte ribellione respinge l’idea che qualcuno, siano genitori, insegnanti, autorità, capi religiosi, o un dio, possa importi delle regole su ciò che dovresti fare e non fare. Diventa particolarmente odioso quando ti dicono di non fare qualcosa che vuoi fare e che ti fa piacere.
Qualcuno ha fatto l’osservazione: “Ogni cosa che trovo piacevole, qualcuno mi dice che è peccato!”.
Eppure, diciamolo francamente, ci sono delle cose che non vorremmo che gli altri ci facessero. Si tratta di peccato? Anche noi, quando abbiamo fatto o detto certe cose, sentiamo un senso di dispiacere, quasi di vergogna. Si tratta di peccati?
A volte ci viene detto che si tratta soltanto di regole che la società in cui viviamo inventa per permetterci di vivere una vita civile. E si dice che, siccome è dimostrato che altre società attuali o precedenti, hanno o hanno avuto delle regole diverse, è chiaro che non esistono delle regole universali e eterne che determinano cosa sia il peccato.
Però, questo ragionamento potrebbe dimostrare anche il contrario. Se tutte le società umane hanno delle regole di ciò che è giusto o sbagliato, ciò dimostra che l’esistenza di regole non dipende solo da genitori, governi o divinità nostre. Non dipende solo dalla decisione di alcune persone che ci vogliono imporre le loro idee.
E se, in tutte le società che conosciamo, certe cose erano disapprovate e le trasgressioni gravi erano punite, ciò dimostra che tutti gli esseri umani hanno la convinzione che le azioni e i comportamenti possono essere divisi in “approvati” o “disapprovati”.
Riconoscono che esiste una differenza fra il bene e il male e che ognuno sarebbe tenuto a riconoscerlo e a tenerne conto. Proprio a questo scopo esistono le regole, perché non è permesso che ogni persona decida per conto proprio, senza domandarsi cosa ne pensano gli altri, cosa sia bene o male.
Per quanto mi riguarda, a me sembra totalmente illogico e irragionevole credere che questo universale senso del bene e del male, e di approvazione o disapprovazione di certi comportamenti, sia dovuto unicamente al caso, ad un istinto universale o, ancora più incredibile, ad un accordo che si raggiunge volontariamente.
La Bibbia, invece, risolve i miei problemi e risponde alle mie domande.
Rivela il Dio Creatore che ha creato gli esseri umani simili a sé, con un concetto di bene e di male; concetto ora parzialmente offuscato e pervertito, perché l’umanità è caduta nel peccato. Pur riconoscendo il bene ed il giusto, gli uomini sono tentati a trasgredire ciò che hanno compreso, sia pure parzialmente, proprio per soddisfare i loro desideri egoisti e i propri interessi, anche quando ciò richiede un trasgredire gli interessi degli altri e il bene della società.
Questo stato di ingiustizia e di peccato è dimostrato ogni giorno in Italia, e in tutte le nazioni del mondo, nelle notizie dei giornali e della TV. Pensaci anche solo per due minuti e riconoscerai che “le regole”, non solo della società, ma anche della coscienza, della moralità, della convivenza umana, sono costantemente infrante da governanti, politici, industriali, religiosi e milioni di persone anonime.
L’apostolo Paolo, nella sua lettera ai Romani, non stava esagerando, non malignava nessuno, quanto ha scritto: “Tutti hanno peccato…” “Non c’è alcun giusto…” “Tutti si sono sviati…” Infatti, tu hai peccato, io ho peccato, tu hai fatto cose ingiuste, io ho fatto cose ingiuste, io sono andato fuori strada, tu sei andato fuori strada.
Se la nostra società ha perduto il senso di peccato, come ho scritto più sopra, non ha, però, perduto l’abitudine di peccare. Ne le sue conseguenze, di cui scriverò la prossima volta.
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