mercoledì 29 aprile 2009

Io sono Dio, nessuno è simile a me – 1

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La baruffa degli dei

Ma, insomma, quanti dei ci sono? Non dico, quante divinità vi sono nel mondo, calcolando tutte le religioni. Intendo un’altra cosa.

Il Papa e diversi altri capi religiosi parlano spesso delle “religioni monoteiste”, cioè di quelle che credono a un solo dio. E lui e altri, per augurarsi un mondo migliore, affermano che il vero Dio è uno solo, e che è condiviso sempre più amorevolmente da Cristiani, Ebrei e Musulmani.

Si tratta di una pia bugia? Di un astuto tentativo di coprire la verità che il dio degli Ebrei, dei Musulmani e dei Cristiani non è affatto la stessa divinità?

O non si tratta, forse, della scelta concordata di promuovere una pax religiosa che potrà calmare le acque che, negli ultimi tempi, in Italia e altrove, hanno coinvolto i Cristiani e i Musulmani in lotte furiose, intervallate da trattati di pace armata?

Ora, si aggiunge un’altra voce alla discussione. È uscito un nuovo libro sull’argomento, scritto da Carlo Panella, dal titolo non poco belligerante: “Non è lo stesso Dio. Non è lo stesso uomo”, editore Cantagalli. Panella, esperto giornalista e scrittore sui regimi islamici, confronta il Corano con la Bibbia, dimostrando senza ombra di dubbio che il Dio descritto nella Bibbia non assomiglia affatto al dio del Corano. Non sono compatibili, non cercano gli stessi fini, non predicano lo stesso vangelo.

Come si fa, allora, a confonderli? È possibile che un Papa, acuto studioso della Bibbia e delle religioni, possa intoppare così grossolanamente? È possibile che i rappresentanti, considerati “moderati”, dell’Islam, ogni tanto facciano affermazioni false, sulla condivisione del loro dio, soltanto per ingannare i cristiani?

Il problema non è da poco. Ma oggi si evita come la peste di dare anche la minima impressione che possa esistere un tale problema. Oggi siamo esortati a pensare, ragionare e parlare sempre in modo “politicamente corretto”. Politicamente corretta è la persona che non offende mai nessuno, che getta acqua e non benzina sul fuoco, che cerca per istinto il compromesso e non il confronto.

Purtroppo, il cercare di parlare sempre in modo politicamente corretto, col tempo spinge anche le persone più sincere a moderare non solo le loro parole, ma anche le loro convinzioni. Finiscono con lo smussare i lati ruvidi della loro propria fede, convincendosi che una fede spigolosa, basata su principi e dottrine su cui non si può transigere, sia già da considerarsi una fede falsa perché assolutista. E, come si dice, nessuno possiede la verità assoluta.

La Bibbia, invece, è proprio un libro assolutista, dal primo versetto della Genesi fino alla fine dell’Apocalisse. La frase in cima a questo blog, “Io sono Dio, nessuno è simile a me” fa parte di una discussione senza possibilità di equivoci, contenuta nel libro biblico del profeta Isaia, capitoli 44-46. Nel capitolo 44, versetto 6, queste parole sono ascritte a Dio: “Io sono il primo e sono l’ultimo, e fuori di me non v’è Dio”.

Chi vuole davvero conoscere Dio deve per forza leggere con cura la Bibbia in cui Egli parla ed agisce. Comprenderà perché è proprio vero che, come Panella ha intitolato il suo libro, “Non è lo stesso Dio. Non è lo stesso uomo”.
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martedì 21 aprile 2009

La depressione - 6

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La pace che non hai mai avuto

Riposati, mentre scavi e trovi tesori incredibili










Uno dei tesori più belli che Gesù ha promesso a tutti quelli che tornano in comunione col Padre per mezzo della fede in Lui, è la pace. Non una pace fittizia e umana, ma la pace dell’anima, la pace in mezzo alle difficoltà della vita quotidiana.

“Vi lascio pace; io vi dò la mia pace. Io non vi dò come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” disse Gesù a suoi discepoli quando erano depressi (Vangelo di Giovanni 14:27). La depressione è il risultato della confusione, della paura, della sconfitta, ma la pace di Gesù è un dono che scaccia queste condizioni che creano la depressione.

“Non angustiatevi (non preoccupatevi) di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiera e suppliche, accompagnate da ringraziamento. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” scrisse l’apostolo Paolo (Lettera ai Filippesi 4:6,7).

Certamente, sostituire la preoccupazione e la depressione con il ringraziamento a Dio non è cosa di un momento, ma un progressivo imparare che coloro che sono diventati figli di Dio, per mezzo della fede, sono ora curati da Lui. La preghiera, che prima sembrava inutile e soltanto un esercizio futile, ora diventa un conversare intimo con il Dio sovrano, onnipotente e benevolo.
L’apostolo Giovanni chiama questo progredire nella comunione con Dio “camminare nella luce”. Nel farlo, nomina uno degli scogli che il credente supererà in questo cammino. Egli ha scritto, nella sua Prima lettera, nel primo capitolo: “Se camminiamo nella luce, come Egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (versetto 7).

Il “peccato”, di cui scrive Giovanni, sono le nostre azioni, le parole e i pensieri che offendono Dio e che ci hanno tenuti per tutta la vita lontani da una comunione vera con Lui. Tutti pecchiamo, ma solo i figli di Dio, cioè coloro che hanno veramente creduto in Lui, hanno la possibilità di “camminare nella luce”, nella comunione con Dio e nella continua purificazione dal peccato, che altrimenti, li farebbe cadere di nuovo nella separazione da Dio e nella depressione.

Ma, come facciamo per non essere di nuovo controllati dal peccato e per non perdere così la pace e la comunione con Dio? Non siamo capaci di non peccare mai. È lo stesso apostolo Giovanni, nello stesso capitolo della sua prima lettera, che ce lo spiega. “Se confessiamo i nostri peccati (non ad un altro uomo, ma direttamente a Dio stesso), Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Lettera d Giovanni, capitolo 1, versetto 9).

Camminare nella luce significa, secondo l’apostolo, renderci conto immediatamente del nostro peccato, perché Dio ci aiuta a farlo. Piuttosto che negare di avere peccato, o lasciarlo come un grosso peso sulla nostra coscienza, lo confessiamo a Dio immediatamente, proprio nello stesso momento in cui ce ne rendiamo conto. E Dio lo perdona e ci purifica immediatamente e il nostro “camminare nella luce”, godendo la pace di Dio nella nostra vita, riprende per continuare senza interruzione.

Ecco, se la tua depressione è causata in parte o in tutto dai problemi mentali o emotivi, che hanno la loro radice nella tua separazione da Dio, Dio ti offre il metodo per uscirne.

Non si tratta di una cura “istantanea e miracolosa”, ma di un processo di rinnovamento spirituale della tua relazione con Dio e, poi, di un camminare momento dopo momento “nella luce”.

Ti auguro che tu e i tuoi cari non siano mai più tenuti schiavi della depressione. Se posso aiutarti, scrivimi cliccando su “Il tuo parere” qui sotto.
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giovedì 16 aprile 2009

Coi terremoti Dio che c’entra?

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Quando la terra trema paurosamente,
quando la gente corre per le strade, gridando di terrore e invocando l’aiuto divino, Dio dov’è?

Quando la gente muore sotto le macerie, quando i vivi non riescono ad estrarre i loro cari dalle case crollate, quando migliaia di persone pregano e imprecano, Dio non se ne interessa?

Non sono domande empie né futili. Sono le domande di sempre. In ogni tragedia della natura, è inevitabile che soffra anche la gente innocente. Chi muore sembra morire per caso, mentre altri scampano per un pelo. In un momento, una famiglia può perdere casa e masserizie che sono costate una vita di sacrifici e di lavoro.

Ma, Dio esiste? Non potrebbe fermare questi terribili disastri? Non è un Dio di amore, come abbiamo sempre pensato?

D’altra parte, se il terremoto è un fenomeno della natura e succede solo per cause naturali, come potrebbe Dio intervenire? Anzi, se il mondo è controllato soltanto da leggi naturali, che si possono spiegare scientificamente, che bisogno c’è di Dio? Molte persone la pensano così e credono che il caos insensato e inspiegabile di un terremoto sia una prova in più che è assurdo credere in Dio.

Anche il credente deve ammettere che questi dubbi e interrogativi sono logici. Se Dio non è presente quando c’è un terremoto, allora non è presente affatto. Se Dio non c’entra coi terremoti, allora non c’entra neanche con l’esistenza della terra o con la realtà umana.

Questi dubbi possono provocare tre domande che meritano una risposta.

1. Quello che provoca un terremoto è solo un processo naturale, o c’entra anche Dio?

2. Vi è un significato morale nella distruzione fisica e umana provocata dai terremoti, qualcosa che l’uomo deve imparare?

3. Cosa dice la Bibbia sui terremoti, e particolarmente sulla distruzione che provocheranno i terremoti futuri?

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Per leggere il resto del libretto "Coi terremoti Dio che c'entra?" clicca sulla copertina rossa. Se lo desideri, lo puoi stampare e distribuire anche agli altri.
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martedì 14 aprile 2009

La depressione – 5

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Vivere con Dio cambia tutto!

Dai tempi del giardino di Eden, l’uomo è perduto.

Sapere di vivere in un universo creato da un Dio sovrano e onnipotente è sufficiente per stimolare la mente umana e spingerla a pensare a realtà oltre al limite della sua comprensione. Ma sapere che questo Dio è una persona, con sentimenti, pensieri, progetti e volontà che sono in qualche modo simili ai nostri ci stupisce ancora di più.

Poi, se uno ci dice che questo Dio è anche buono, amorevole, desideroso di avere una relazione personale, specifica, con noi, per cui promette di avere cura di noi, di provvedere alle nostre necessità, non solo materiali e fisiche (che sarebbe già tanto), ma anche personali, emotive e intellettuali, allora lentamente cominciamo a comprendere quale sia la meraviglia della realtà del Dio che si rivela nella Sacra Bibbia.

Il primo libro della Bibbia ci rivela un Dio in perfetta armonia e comunione con i primi uomini nel giardino perfetto che aveva preparato per loro. Ma questa realtà idilliaca è stata presto rovinata dalla disubbidienza di quegli stessi esseri umani. Perciò Dio ha dovuto scacciarli dal suo giardino perfetto, perché, essendo ribelli, era impossibile che continuassero ad avere una comunione intima e continua con Lui.

Tu ed io siamo nati proprio in questo mondo, ancora bellissimo per tanti aspetti, ma che ci presenta anche una desolante solitudine e innumerevoli motivi per disperare, a causa dell’ingiustizia, delle contraddizioni e dell’egoismo che separa un uomo dall’altro, e che separa tutti da Dio.

Siamo creature, fatte per vivere nella beatitudine e nella pace, che si trovano invece a vagabondare in uno spazio di incessante pericolo, offese e incertezze. Diventare depressi sembra il minimo che potrebbe capitarci.

E a questo punto Dio ha annunziato, per mezzo dei profeti, la venuta di Uno che avrebbe saputo e voluto salvarci da questa miseria, per riportarci in contatto col nostro potente e amorevole Creatore. Hanno anche annunziato che Dio aveva in mente di trasformare tutto il mondo per diventare di nuovo un luogo di pace e di comunione con Lui. Ma, nel frattempo, ci avrebbe permesso di vivere nella gioia di conoscere già quei piani e di sapere che il disastro, che vediamo intorno a noi e che vediamo al telegiornale, sta per finire. E, già da ora, possiamo godere la comunione col Creatore come la conoscevano Adamo ed Eva.

Ciò è possibile perché Gesù Cristo, che era Dio fattosi uomo, è vissuto ed è morto come uomo, per togliere totalmente quella condanna che allontanava l’uomo dal giardino perfetto di Dio, e per permetterci di essere chiamati “figli di Dio” e di vivere spiritualmente ogni giorno in comunione con Lui per mezzo della rivelazione della Bibbia e la presenza del suo Spirito.

Certamente, per tornare in questo stato di comunione e di pace, dobbiamo “nascere di nuovo”, come Gesù ha spiegato nel Vangelo di S. Giovanni, nel capitolo 3, e come l’Apostolo Paolo ha spiegato nella sua lettera ai Romani, nel terzo capitolo. Nascendo di nuovo, diventiamo spiritualmente (cioè, nel nostro spirito interiore) delle nuove creature e impariamo lentamente, in mezzo alle difficoltà della vita, a sperimentare la pace con Dio e la fiducia nella sua bontà e cura di noi. Queste realtà possono riportare la vittoria sui nostri stati di depressione.

Se, per te, questi sono concetti nuovi e difficili da comprendere, scrivimi una nota qui sotto col tuo indirizzo postale (che sarà visto solo da me) e ti manderò delle spiegazioni più complete.

Nel prossimo blog, ti spiegherò come progredire nell’armonia e la comunione con il Padre celeste. Comunione e armonia, che sono andate perse migliaia di anni fa, ma che ora ti è possibile vivere.

martedì 7 aprile 2009

La depressione - 4

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MALATTIA MENTALE?
La strada che ti porta fuori dalla depressione

Se sei mai passato per il buio della depressione, sai che non c’è una facile e rapida via d’uscita. Anzi, quando sei depresso, è facile credere che non esiste nessuna via d’uscita.

Comunque, la via c’è.

Nel primo blog su questo argomento, ho scritto che molti si domandano se la depressione sia una malattia mentale, emotiva, fisica o spirituale. E ho detto che può essere l’una o l’altra cosa o un po’ di tutte e quattro.

Perciò, se finora hai cercato di tirarti fuori da solo, è tempo di fare dei passi precisi che potranno esserti d’aiuto.

Prima cosa, se non hai fatto da qualche tempo una visita dal medico, va’ da lui e spiega i tuoi sintomi. Diversi problemi di salute portano alla depressione. Assicurati che questo non sia il tuo caso.

Secondo, esamina bene il tuo passato recente per sapere se vi sono degli avvenimenti che potrebbero contribuire alla depressione, cioè lutti, perdite, rovesci finanziari, dispiaceri, sconfitte e cose simili. Se la trovi, cerca un amico credente (o amica, se sei donna), che sia una persona paziente e di fiducia, con cui puoi parlare dei tuoi dispiaceri, esaminarli e programmare dei passi decisivi per uscirne.

Terzo, sei la tua depressione è più forte e ti porta sintomi pericolosi, come pensieri di suicidio, paure irrazionali, decisioni affrettate e drastiche, rapidi cambiamenti di umore, è meglio che tu ti rivolga ad un medico psicologo, che potrà prescriverti delle medicine che potranno calmare e moderare i tuoi stati emotivi. Normalmente, queste medicine non ti serviranno per lunghi periodi, ma solo per darti il tempo per ristabilire un equilibrio necessario per affrontare i tuoi problemi personali più logicamente.

Tu sei una persona, i cui stati mentali e emotivi sono estremamente complessi. Infatti, noi tutti siamo fatti così. È Dio che ha creato l’uomo così perché potesse vivere una vita piena di esperienze, emozioni, scoperte, realizzazioni appaganti, entusiasmanti, gioiose. Insieme con momenti di pace, tranquillità, riflessione. Innanzitutto, ha creato l’uomo alla sua immagine perché possa vivere queste esperienze in comunione con Lui e nella sicurezza della sua presenza e del suo aiuto. Ti ha creato, in altre parole, perché la tua vita possa realizzare la sua piena potenzialità senza scosse, dispiaceri e sofferenze.

Ma, a disturbare questo piano perfetto, è entrata nel creato un’influenza negativa e dannosa, che chiamiamo peccato. Cos’è il peccato? È la tendenza dell’uomo a vivere senza Dio, senza riferimento alla sua volontà perfetta né riconoscenza per tutto il bene che Dio gli fa attraverso il creato che lo circonda. In generale, forse senza rendersene conto, gli uomini preferiscono vivere come se Dio non esistesse o, peggio, in ribellione a Lui e alle sue leggi.

Il risultato di questo è uno squilibrio interiore che influenza negativamente ogni essere umano, che si trova circondato non solo da bellezza e cose piacevoli, ma anche da situazioni infelici, spaventevoli, ingiuste, che gli provovano sentimenti e emozioni difficili da sopportare, come angoscia, paura, insicurezza, rimorso, senso di colpa, depressione. Per alcune persone, questi stati sono passeggeri e misti a momenti piacevoli e sereni, ma per molte altre diventano pesanti e continui.

Dato questo fatto fondamentale, non è difficile comprendere che la depressione diventi per molte persone una malattia insostenibile con radici spirituali, dovute alla loro relazione infelice o inesistente con Dio.

La soluzione, allora, può essere trovata solo nel cambiamento di questa relazione e non con altri mezzi o espedienti. La Bibbia è la storia dell’opera meravigliosa che Dio ha compiuta, attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Gesù, per guarire la rottura del rapporto di ogni essere vivente con Lui e togliergli quel senso di solitudine e di angoscia che gli pesa e che si manifesta spesso come depressione.

Nel prossimo blog, ti vorrei spiegare come puoi realizzare pienamente questo cambiamento che risolve tanti problemi riguardo alla depressione.
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mercoledì 1 aprile 2009

La depressione - 3

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Vivere arrabbiati non aiuta la digestione!

Vivere con l’ira non fa bene in alcun modo alla tua vita e alla tua salute. E l’ira può anche essere una delle cause insospettate della depressione.

L’ira repressa è spesso ignorata o aggressivamente negata dalle persone che ne soffrono. Si tratta di situazioni traumatiche che possono riferirsi addirittura alla fanciullezza, o a qualsiasi altro momento della vita.

Il bambino o bambina che crede di essere stato trattato male da uno dei genitori, forse punito ingiustamente o con metodi crudeli, che sia vissuto all’ombra di un altro fratello o sorella preferiti da un genitore, che sia stato abbandonato da un genitore, o che è figlio di genitori divorziati, può covare un’ira che colora foscamente tutta la sua vita. E, spesso, non se ne rende neppure conto.

Ovviamente, lo stesso tipo di ira può essere il risultato di molte altre esperienze negative, per esempio, delle difficoltà a scuola, o con i professori o con i compagni, difficoltà al lavoro, ingiustizie di qualsiasi tipo in qualunque ambiente. E l’ira può riguardare fatti veramente avvenuti o anche esperienze interpretate male o addiritura solo immaginate.

Una volta che si sono convinte di essere state oggetto di ingiustizie, o soltanto perseguitate dalla cattiva fortuna, le persone tendono a vedere altre ingiustizie, anche quando non ce ne sono, nelle loro esperienze quotidiane. E si convincono di non avere nessuna speranza di far valere e stabilire la verità e di ottenere ciò che credono di meritare.

Non è possibile vivere nel mondo attuale senza subire delle ingiustizie che possono portare grandi sofferenze nella vita. Alcune persone diventano aggressive, altre burbere e negative e altre, appunto, cadono nella depressione.

In queste situazioni, la fede cristiana autentica (e non le sue molte imitazioni offerte sul mercato religioso), potrà diventare un aiuto essenziale nell’eliminare le cause della depressione.

Il cristianesimo del Nuovo Testamento aveva e ha come tema fondamentale il perdono. In primo luogo, gli esseri umani, tutti dichiarati peccatori e perciò giustamente soggetti alla condanna di Dio, scoprono nel Vangelo l’offerta gratuita e totale del perdono di Dio e, perciò, la pace nella loro coscienza e nella loro vita.

Sia la persona che commette il peccato contro altri, sia chi subisce i risultati dei peccati di altri, trova, nel perdono di Dio, la possibilità di vivere una nuova vita e di avere un nuovo atteggiamento nei riguardi del prossimo. Dal perdono di Dio ricevuto gratuitamente, imparerà sia a perdonare sia a chiedere perdono in tutte quelle situazioni, continue ed inevitabili, in cui il peccato si manifesta nei rapporti umani.

Nel momento della salvezza e del perdono, molti credenti si trovano nella necessità di fare pace con parenti e con altri con cui stanno in contrasto. Ma molti altri non riconoscono l’esistenza, o la gravità, degli stati di ira che hanno seppellito e dimenticato a livello conscio.

Chiedi a Dio di rivelarti l’ira che è nel tuo cuore e che devi per forza affrontare. Se ti ricordi delle ingiustizie subite, è ora di cercare e ricevere da Dio il suo perdono per i tuoi atteggiamenti di giudizio, condanna, rifiuto, antipatia, perché il comandamento di Dio è amare. Amare anche i tuoi nemici. Poi, ti toccherà scrivere su un foglio i nomi delle persone che ti hanno offeso, abusato, trattato ingiustamente e prendere del tempo per elencare tutte le ingiustizie che tu senti di avere subito. Questo potrà essere un processo doloroso, che rinnoverà vecchie emozioni.

Il prossimo passo sarà percorrere la lista fatta per pregare e per dire a Dio che tu perdoni ogni persona dei peccati specifici che hai elencati: “Padre, voglio in questo momento perdonare con il tuo aiuto mio padre per ….” E così avanti. Quando avrai finito, distruggi il foglio di carta su cui hai scritto la lista. Ti aiuterà.

Togliere l’ira, il rancore e l’amarezza dal tuo cuore può essere un processo difficile, ma è assolutamente necessario per la tua guarigione. Una volta che avrai affrontato i tuoi peccati e quelli di coloro che hanno peccato contro di te, sarai sulla strada che Dio ti prepara per conoscere la pace, la gioia e la speranza che ti sono mancate da tanto tempo.

La depressione che rovina tante vita può essere vinta e dimenticata. Ne parleremo anche nel prossimo blog. Se tu, o qualche persona che conosci, avete questo problema, leggete i blog su questo argomento già pubblicati.