martedì 31 maggio 2011

Il grasso che non cola

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Tu sarai un aiuto per chi ti sta vicino

Spesso ci siamo angosciati, spero, quando abbiamo conosciuto delle persone che portano grandi pesi, o che soffrono per gravi problemi, così pesanti che noi non sappiamo proprio come aiutarle a risolverli.

Penso a un giovane che ho visitato pochi giorni fa, che ho trovato immensamente infelice, anche se non me lo ha confessato. È un giovane di 22 anni, cresciuto in una famiglia che, qui in America, chiamano “disfunzionale”, cioè una famiglia che non riesce a funzionare come dovrebbe, a motivo di problemi morali, fisici, spirituali o ambientali che affliggono ogni membro della famiglia.

Il giovane è abbastanza simpatico e anche credente, ma è oscenamente obeso, come le sue sorelle, come i suoi genitori e, in qualche modo, anche come i suoi nonni. Non esistono in vendita dei vestiti che lui possa portare, ma lui deve farsene fare su misura proprio per lui. Si siede su una sedia gigante perché quelle normali non lo reggono. D’altra parte, su quelle lui non riuscirebbe a sedersi. Non può lavorare, non può guidare una macchina o una moto, perché ha un terribile tic, un movimento incontrollabile della testa, che scuote a intervalli di qualche minuto, con una ferocia che sembra dovergli rompere il collo.

La sua terribile infelicità si vede nelle fotografie che fa di se stesso, deformando la sua faccia già sformata per farla sembrare ancora più grottesca. Queste foto sono un grido assordante di aiuto.

Ma non basta promettergli di pregare per lui né raccomandargli di leggere qualche passo della Bibbia quotidianamente. Pur essendo delle proposte sane e che potrebbero certamente essergli d’aiuto, lui avrebbe bisogno di un amico che potesse stargli vicino, guidarlo nella lettura e nella meditazione della Bibbia, sostenerlo quando si perde nel dolore, l’amarezza e la depressione per il suo stato insopportabile.

Certamente, avere vicina una persona che portasse con abbondanza il frutto dell’albero su cui stiamo meditando, quello di cui il Re Davide ha scritto nel primo salmo, sarebbe per lui, per effetto della potenza di Dio manifestata, un aiuto di valore incalcolabile.

La potenza di questo frutto dai molteplici benefici, fra cui l’amore, la pace, la bontà e la pazienza, è sempre a disposizione delle persone disperate nel nostro mondo così triste, a patto che queste conoscano e frequentino un uomo “beato”, che portasse anche nella loro vita il sapore e la dolcezza della meravigliosa presenza di Dio.

È chiaro che la beatitudine dell’uomo, della donna o del giovane, di cui scrive il Re Davide, non serve principalmente per far stare bene lui, anche se anche questo si verifica, ma serve anche per il bene delle persone che conosce e che conoscono lui.

Vorresti essere così “beato”da portare la benedizione di Dio nella vita di altri? Vorresti portare rinnovamento e salute a chi è ammalato, a causa del peccato e ne soffre i terribili risultati? Rileggi e medita i primi tre versetti del primo salmo e renditi conto che ciò che dicono diventerà possibile se vivrai per Dio, facendo la sua volontà e seguendo il suo piano per te.

Il credente che è un vero credente, sarà riconosciuto come tale. Sarà sincero e fecondo, sano e pieno di frutto. Benedirà chi gli sta vicino, anche inconsapevolmente. Perché non chiedi a Dio di fare di te un albero pieno di frutto, a motivo della tua meditazione e della tua ubbidienza alla sua Parola? Egli certamente lo vuole fare.
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