martedì 23 ottobre 2012

Rispettare chi fa male


Non sembra un’idea sana 
Onorare chi? Ma scherzi! Quando mai bisogna onorare chi ruba e chi fa gli interessi suoi a spese tue?
Se la Bibbia insegna questo, certamente parla di altri tempi. Quando gli uomini erano più buoni. Ma non vedi che viviamo in un mondo di imbroglioni e di furfanti che sempre si presentano come i tuoi amici e difensori? Quelli che dicono: “Lascia a me, ci penso io!” E, poi, ci pensano davvero, ma a come ingannarti.
Dobbiamo, come credenti, lasciarci ingannare e derubare, come i soliti “polli” che non sanno difendersi? E, poi, dobbiamo “onorare” chi lo fa?
No, come ho scritto la settimana scorsa, chi ruba dovrebbe finire in carcere. La Bibbia non insegna a fare nessuno sconto di pena per chi s’approfitta della sua posizione per arricchirsi dietro le nostre spalle, e a nostre spese.
Ma la Bibbia non ci lascia la scelta di andare in giro maledicendo il governo (dicendo male), con frasi tipo: “I politici sono tutti ladri!” o “governo ladro”.
Perché mai? Perché, secondo la Bibbia, le autorità esistono per volontà di Dio e hanno il compito di fare la sua volontà. Non lo fanno? Se trasgediscono la legge, vanno puniti giustamente per i loro malefatti. Ma, se non governano con la giustizia e onestà che Dio richiede loro a motivo dell’ufficio che esercitano, non ti preoccupare! A suo tempo ci penserà Lui con la sua giustizia perfetta, al giudiizio e alla pena.
L’apostolo Pietro ha scritto così: Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene” (1 Pietro 2:13,14).
Dal tempo della caduta di Adamo ed Eva nel peccato, l’uomo ha avuto bisogno di governi, che potevano premiare i cittadini sottomessi alle sue leggi, e di giudici per eseguire, secondo le leggi, il giudizio e la punizione per chi disubbidisce. Senza un sistema fatto per questo scopo e funzionante correttamente, il mondo sarebbe un caos di crimine e di ingiustizia, in cui ognuno, secondo le sue possibilità, lotterebbe per ottenere ciò che desidera.
Purtroppo, dato che la Bibbia insegna che ogni persona che nasce in questo mondo è un peccatore, che agisce soprattutto per soddisfare i propri desideri, è chiaro che chi fa parte del governo è soggetto alle stesse tentazioni di ogni altro uomo. In un governo che funziona bene, i governanti sarebbero consci della loro responsabilità di dirigere la società secondo la volontà di Dio, evitando il crescere del peccato e della criminalità, per mezzo di giuste leggi e di pene sicure.
In questo senso, ogni autorità, ad ogni livello, esiste per volontà di Dio, come incaricato da Dio di fare bene, e ogni credente è responsabile di rispettare e di sottomettersi alle autorità. Anche quando un individuo che ricopre un incarico di stato si comporta male, il credente non deve né disprezzare né parlare male di lui e della sua funzione, perché si troverebbe a parlare male del piano di Dio di stabilire le autorità proprio per il bene dei cittadini.
L’apostolo Pietro continua ciò che ho citato sopra, con queste parole: “Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti. Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Onorate tutti. Amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il re” (1 Pietro 2:15-17).
Noi onoriamo Dio onorando gli uomini che sono posti a fare la sua volontà nei governi umani, non a motivo della loro perfezione, perché sappiamo che tutti gli uomini sono peccatori, ma perché è importante per noi che esistono dei governi umani e che funzionino bene.
Ma, come vuole Dio che noi facciamo o che ci comportiamo verso di loro? L’apostolo Paolo lo spiega, nella sua prima lettera a Timoteo. “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché posiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità” (1 Timoteo 2:1,2).
Al credente, non è permesso costantemente criticare, condannare o lamentarsi del governo umano sotto il quale ha la libertà di condurre la sua vita alla gloria di Dio. Ha, invece, un compito costante di ricordare, davanti a Dio nella preghiera, le autorità, pregando che, malgrado i loro difetti e perfino le loro mancanze davanti a Dio, possano governare giustamente, permettendo al popolo di vivere in pace e dignità.
Nessuno può negare che viviamo in tempi difficili e che anche molte autorità vengono meno nelle loro responsabilità, ma il nostro compito è chiaro: pregare fedelmente per loro e per le loro decisioni.
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