I colpevoli
gridano: “Non io!”
Gente arrabbiata. Gente disgustata. Gente che dice
“Basta!”.
Perché tanto trambusto? Tanta ira? Semplice: qualcuno ci
ha rubato il nostro ultimo centesimo. Chi? I nostri rappresentanti, eletti da
noi.
Sì, proprio la gente a cui abbiamo affidato la guida del
nostro comune, provincia, regione, nazione.
“Non fare di tutta l’erba un fascio!” si dice. E, come principio, ha
ragione. Ma come si fa, dove si va, a capire chi ruba soldi più che può, e chi,
forse, è onesto?
Quando sono apparsi i primi titoli sui giornali con i
sospetti che qualcuno aveva rubato dal piatto degli altri, c’era un’alzata di
scudi.
Non io. Non il mio partito. Non nella nostra città,
provincia, regione. E faceva pure piacere sentire che altri politici erano
disgustati anche loro, e che non volevano essere contati fra i disonesti. Allora,
i buoni ci sono! Basta solo identificare e isolare i ladri. Meno male che
possiamo ancora fidarci!
Ci rimettiamo seduti davanti alla nostra TV per aspettare
la caccia ai ladri e godere le affermazioni dei politici nobili e onesti come
noi.
E, poi, il patatrac! Quante volte? Una, cento, mille? Proprio
quei politici che hanno gridato all’ingiustizia delle accuse e all’onestà della
maggioranza, sono stati scoperti anche loro come dei ladri, più grandi degli
altri, che, però, si erano nascosti un po’ meglio dei primi accusati.
E, tutt’ad un tratto, non erano pochi isolati i
colpevoli, ma tutta una classe politica, gli uomini e le donne che sapevano
delle ruberie, che partecipavano anche loro alla spartizione dei beni
distribuiti, che votavano per aumentare i loro stipendi, per approvare più
grandi risarcimenti di spese inaudite (e spesso inesistenti!). Non è vero, non
è più credibile che i ladri erano pochi.
Ma che faccio? Cado dalle nuvole perché c’è qualche
politico che approfitta della sua possibilità di arricchirsi alle spalle degli
altri? Non avrei dovuto capire che l’eroismo della persona onesta, che guarda
dall’altra parte, che evita certe feste, perché non vuole essere macchiato
dalla disonestà, è solo un raccontino della nonna per mettere i nipotini a letto?
Non dice la
Bibbia che “non c’è alcun giusto, no, non uno”?
Non dice la Bibbia
che soltanto guardare le cose degli altri, per desiderarle, è già il primo
passo verso il furto? O, più grave ancora, è già una forma di furto, perché hai
“rubato” col tuo pensiero?
Ma, allora, che devo fare? Lasciar correre? Smettere di
indignarmi? Trovare pace nel detto che “tutto il mondo è paese”?
No, la stessa Bibbia che parla della esistenza
dappertutto del peccato, parla anche delle prigioni e dei giudici che sono
stabiliti, nel piano di Dio, per condannare i colpevoli e per liberare gli
innocenti. Dio esige che esista la giustizia delle leggi e che le leggi vadano
sostenute e mandate ad effetto.
E, devo indagare pure nel mio proprio cuore per riconoscere le mie tentazioni di fare il male, e ringraziare Dio dell’aiuto che mi dà per non farlo e per non meritare una pena. E lodarlo per la sua grazia che tante volte perdona il mio pensiero sbagliato, quando glielo confesso. Cioè quando chiedo perdono.
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