martedì 16 ottobre 2012

Chi ha preso i miei soldi?


I colpevoli gridano: “Non io!”

Gente arrabbiata. Gente disgustata. Gente che dice “Basta!”.
Perché tanto trambusto? Tanta ira? Semplice: qualcuno ci ha rubato il nostro ultimo centesimo. Chi? I nostri rappresentanti, eletti da noi.
Sì, proprio la gente a cui abbiamo affidato la guida del nostro comune, provincia, regione, nazione.
“Non fare di tutta l’erba un fascio!” si dice. E, come principio, ha ragione. Ma come si fa, dove si va, a capire chi ruba soldi più che può, e chi, forse, è onesto?
Quando sono apparsi i primi titoli sui giornali con i sospetti che qualcuno aveva rubato dal piatto degli altri, c’era un’alzata di scudi.
Non io. Non il mio partito. Non nella nostra città, provincia, regione. E faceva pure piacere sentire che altri politici erano disgustati anche loro, e che non volevano essere contati fra i disonesti. Allora, i buoni ci sono! Basta solo identificare e isolare i ladri. Meno male che possiamo ancora fidarci!
Ci rimettiamo seduti davanti alla nostra TV per aspettare la caccia ai ladri e godere le affermazioni dei politici nobili e onesti come noi.
E, poi, il patatrac! Quante volte? Una, cento, mille? Proprio quei politici che hanno gridato all’ingiustizia delle accuse e all’onestà della maggioranza, sono stati scoperti anche loro come dei ladri, più grandi degli altri, che, però, si erano nascosti un po’ meglio dei primi accusati.
E, tutt’ad un tratto, non erano pochi isolati i colpevoli, ma tutta una classe politica, gli uomini e le donne che sapevano delle ruberie, che partecipavano anche loro alla spartizione dei beni distribuiti, che votavano per aumentare i loro stipendi, per approvare più grandi risarcimenti di spese inaudite (e spesso inesistenti!). Non è vero, non è più credibile che i ladri erano pochi.
Ma che faccio? Cado dalle nuvole perché c’è qualche politico che approfitta della sua possibilità di arricchirsi alle spalle degli altri? Non avrei dovuto capire che l’eroismo della persona onesta, che guarda dall’altra parte, che evita certe feste, perché non vuole essere macchiato dalla disonestà, è solo un raccontino della nonna per mettere i nipotini a letto?
Non dice la Bibbia che “non c’è alcun giusto, no, non uno”? Non dice la Bibbia che soltanto guardare le cose degli altri, per desiderarle, è già il primo passo verso il furto? O, più grave ancora, è già una forma di furto, perché hai “rubato” col tuo pensiero?
Ma, allora, che devo fare? Lasciar correre? Smettere di indignarmi? Trovare pace nel detto che “tutto il mondo è paese”?
No, la stessa Bibbia che parla della esistenza dappertutto del peccato, parla anche delle prigioni e dei giudici che sono stabiliti, nel piano di Dio, per condannare i colpevoli e per liberare gli innocenti. Dio esige che esista la giustizia delle leggi e che le leggi vadano sostenute e mandate ad effetto.

E, devo indagare pure nel mio proprio cuore per riconoscere le mie tentazioni di fare il male, e ringraziare Dio dell’aiuto che mi dà per non farlo e per non meritare una pena. E lodarlo per la sua grazia che tante volte perdona il mio pensiero sbagliato, quando glielo confesso. Cioè quando chiedo perdono.
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