E lo ero anch’io
Ti è mai successo di non sapere esattamente come rispondere
alla domanda di un amico, perché non ricordi con precisione cosa gli hai detto
sullo stesso argomento l’ultima volta?
In altre parole, non ricordi la bugia che gli hai
detto! Succede spesso, anche alla gente
che si crede onesta. Perché tutti dicono delle piccole bugie “bianche” quando
non vogliono offendere. Ma come puoi
ricordarle tutte, per non essere scoperto?
Bella domanda.
Ricordi la domanda sincera e profonda che Pilato, il
Procuratore romano, investito di poteri militari, fece a Gesù durante il suo
processo? Oppure era, forse, una domanda
beffarda e cinica? Probabilmente, nella sua carriera, aveva sentito tante di
quelle “verità” dai suoi superiori romani, dagli Ebrei, dai criminali che
doveva condannare, che si era convinto che era impossibile capire dove stesse
la verità, o sapere quando qualcuno gli stava mentendo. D’altra parte, forse, un po’ filosoficamente,
era arrivato a pensare che la verità fosse soltanto una parola. Un po’ come i
pupazzi dei pupari che ognuno vestiva come gli pareva o gli conveniva.
Comunque, la domanda era grande e vecchia come il mondo:
“CHE COSA È VERITÀ?”
Come rispondi tu a questa domanda? Con una battuta per evitare di
rispondere? Con un “Me lo domando pure
io.” “Chi lo può dire?” “Non lo so, ma
vorrei saperlo.” “Forse nessuno lo sa.”
Le possibili risposte sono centinaia. Le teorie, le religioni, le filosofie, le
opinioni sono, forse, migliaia.
Ricordo quando, all’università, mi sono iscritto a un corso
di filosofia, di cui non sapevo proprio nulla.
Più andavo avanti e più mi meravigliavo delle ricerche di tanti uomini
molto intelligenti, delle domande che si ponevano, delle risposte complicate e
estremamente logiche che, alla fine, proponevano. Era come trovarmi immerso in un mondo
nuovo. Non potevo fare a meno di ammirare
chi lottava con domande e problemi così immensi.
E non potevo fare a meno di domandarmi se ciò che io credevo
vero lo fosse davvero. Riconoscevo che,
alla mia fede piuttosto infantile, ricevuta e accettata in eredità dai miei
genitori, avevo pensato poco. Potevano
aver sbagliato loro? Stavo credendo forse
a una serie di bugie e di leggende invece che alla verità? Erano domande cocenti e confusionarie, che,
alla fine, mi provocavano dei dubbi mai affrontati prima.
Anch’io mi domandavo: “Che cosa è verità?”. Sei mai arrivato
a questo punto?
Questo non è affatto il primo passo verso la perdita della
fede, se una fede vera ce l’hai.
Infatti, se sei una persona seria, ti porterà alla scoperta di una
dimensione più profonda, più adulta, della tua fede (lo ripeto: sempre ammesso
e non concesso che la tua fede sia la vera verità). Se no, potrà essere uno stimolo a cercare una
fede concreta, sicura, che non ti lascia nel dubbio.
Seguendo il mio corso di filosofia, sono arrivato ad una
scoperta che neanche il professore aveva fatto notare. Per quanto i filosofi avessero lavorato tutta
la loro vita per fissare le basi e le forme della verità, arrivando anche, a
volte, a fare molti discepoli, non finivano mai bene. O prima o dopo la loro
morte, arrivava un nuovo filosofo che, dopo anni di travaglio, studi, ricerche
e confronti, formulava e diffondeva una nuova filosofia, che scopriva e andava
oltre gli errori dei filosofi che lo avevano preceduto. Finalmente, la mente
umana aveva scoperto la verità!
E, poi, dopo dieci, venti, cinquant’anni, accadeva, a questa
sua filosofia, ciò che era successo a quella precedente. Diventava non una
strada dritta e convincente che portava alla scoperta, finalmente, della
verità, ma assomigliava un po’ a una ruota che arrivava allo stesso punto delle
precedenti: la delusione.
A questo punto, cominciavo a intravedere dove portasse la
filosofia, con la sua sfida alla mia fede infantile. Vedevo ciò che non avevo
mai capito prima: la debolezza delle filosofie inventate e diffuse nel mondo
fino a quel momento, e la forza della fede che i miei genitori mi avevano
trasmessa, i quali certamente non erano né grandi intelligenze né riconosciuti
come grandi fonti della risposta corretta alla domanda: “Che cos’è verità?”.
Capivo, finalmente, che esisteva una risposta alla domanda:
“Che cos’è la verità, cioè, la vera verità?” L’hai
scoperta anche tu?
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