martedì 9 agosto 2011

Capire la Bibbia è difficile


Solo per chi non vuole capire

Una delle tante bugie che si dicono riguardo alla Bibbia è che è difficile da capire.  Magari lo fosse!  In realtà, per molte cose, non potrebbe essere più chiara.

Tanti che vogliono farsi passare per intelligenti, grandi pensatori, filosofi arrivati, se leggono la Bibbia, vanno a cercarsi una qualche frase biblica che non si capisce alla prima frettolosa lettura e da quel punto in eterno dicono che non vale la pena leggerla, perché è troppo difficile.

La maggior parte della Bibbia è stata capita, e correttamente, anche da persone quasi analfabete, che l’hanno capita per quel che dice.  Semplice, no?

Mentre, al contrario, chi dice che lui, o lei, non riesce a capire la Bibbia vorrebbe confessare, se avesse il coraggio di dire la verità, che preferisce non leggerla, perché gli dice, o le dice, delle cose che capisce benissimo, ma che non piacciono!

Nella prima parte del versetto sette del primo Salmo, come ho detto nel post della settimana scorsa, il re Davide ha scritto che “gli empi” non potranno stare davanti al giudizio di Dio senza essere da Lui  condannati.  Non si tratta di un concetto difficile da capire ma, piuttosto, di un’affermazione che dovrebbe far rizzare i capelli a chi spera di non doversi sottoporre al giudizio di Dio.

Proprio per “aiutare” chi è così ignorante, o distratto, da non aver capito questo avvertimento della severità, e della certezza, del giudizio di Dio, Davide, servendosi della forma tradizionale della poesia ebraica, nel verso seguente rincara la dose.  Ripete lo stesso concetto con altre parole: “Né i peccatori (potranno trovare posto) nell’assemblea dei giusti”.  Cioè, al giudizio finale, quei peccatori che sperano di entrare e confondersi (intrufolarsi) nell’assemblea dei giusti, saranno facilmente scoperti e ricondotti al banco dei condannati.

Si tratta, trasferita direttamente nei nostri tempi, di una semplice verità: chi spera di salvarsi alla fine della vita per le sue conoscenze o la sua conoscenza (cioè per la solita zia suora o i genitori evangelici, nel primo caso, o perché ha frequentato  la scuola domenicale ed è stato battezzato da ragazzo, nel secondo) sarà deluso.   Non ci sarà alcun posto per lui o lei “nell’assemblea dei giusti”.

Gesù ha detto la stessa cosa, secoli più tardi, affermando che molti di quelli che lo hanno chiamato “Signore” ipocritamente, e professato di essere dei cristiani impegnati, sentiranno dalle sue labbra la condanna: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” (Vangelo di Matteo 7:22,23).

Infatti, la vita di molti “Cristiani” è segnata dalla continua, abituale pratica del male, camuffato da cristianesimo.  Gesù li chiama, giustamente, non fratelli, ma malfattori.

Nel primo Salmo, Davide ha scritto delle cose bellissime riguardo alle persone che cercano Dio, e vivono alla sua presenza.  Ma, per allontanare ogni possibilità di malinteso, egli scrive con forza che non tutti gli uomini seguono o cercano Dio.  Tu, e i tuoi amici, in quale gruppo vi trovate?

Fino a questo momento, avete tempo per scoprirlo e anche per cambiare strada.  L’Istituto Biblico Bereano esiste per aiutarvi.  Se andrete sul suo sito (www.istitutobiblicobereano.org), troverete molti modi per capire di più.
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