martedì 30 agosto 2011

Dio ti conosce perfettamente


Egli vuol proteggere e guidare la tua vita

Davide, il salmista, ha descritto, nel primo Salmo, la vita meravigliosamente beata e utile dell’uomo che cerca Dio, che desidera fare la volontà di Dio e che, malgrado i suoi limiti e sbagli (chiamamoli pure peccati!), viene seguito amorevolmente attraverso tutte le gioie e tutte le prove della sua vita, per portarla a compimento nel modo migliore.

Nell’ultimo versetto di questo salmo, egli afferma chiaramente quale sarà la fine dell’uomo che vive in comunione con Dio e descrive anche la fine dell’uomo che vive senza Dio.

Del primo uomo, Davide scrive: “Il SIGNORE conosce la via dei giusti”.   Ovviamente, Dio conosce anche la via e la fine dei non giusti, ma è chiaro che Davide ha voluto occuparsi prima dell’uomo beato che è il tema del suo salmo.

È una verità fondamentale della Bibbia che l’Iddio infinito, che ha creato il mondo, sia infinito anche nella sua conoscenza e che, perciò, conosca ogni cosa che riguarda ogni essere che sia mai vissuto o che mai vivrà.  Perché, allora, Davide insiste nel precisare che “Il SIGNORE conosce la via dei giusti”?  Cosa vuol dire?

La risposta a questa domanda è interessante e sorprendente.  La parola “conoscere” aveva un significato particolare per gli Ebrei.  Per esempio, nel primo libro della Bibbia, è scritto che “Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino” (Genesi 4:1).  È facile capire dal contesto che Adamo conosceva ampiamente sua moglie già prima del momento del concepimento di Caino.  Ma gli Ebrei spesso intendevano dire o comunicare qualcosa di più profondo del semplice fatto di conoscere una persona, dando alla parola “conoscere” un significato più profondo e più intenso.

A volte, nella Bibbia, il verbo conoscere si riferisce a quell’esperienza di grande intimità in cui un marito e una moglie si incontrano per esprimere il loro amore in un abbraccio che salda la loro conoscenza profonda l’uno dell’altra, e di cui il concepimento di un figlio è il risultato benedetto.  Altre volte, la parola conoscere esprime in parte questo concetto di conoscenza profonda, indicando che Dio guarda con gioia, con approvazione, o con partecipazione, la vita o il cammino di una persona.

Così, il primo salmo conclude la discussione dell’uomo “beato”, che è benedetto e guidato dal SIGNORE, affermando che “Il SIGNORE conosce la via dei giusti”.  “Giusto” è chi, in questo e in tanti altri salmi, come anche nel libro dei Proverbi, osserva i comandamenti di Dio e ne gode la  protezione e le promesse di gioia eterna.  L’uomo “giusto” è nominato spesso nell’Antico Testamento. È l’uomo che passerà l’eternità alla presenza di Dio.

Perciò, questo salmo non tratta soltanto delle benedizioni che l’uomo “beato” gode durante la sua vita sulla terra, ma finisce con la certezza che la sua strada è costantemente sorvegliata da Dio,  portandolo alla fine alla sua presenza eterna.

La vita del credente è spiegata molto meglio nel Nuovo Testamento, quale “nato di nuovo” e figlio di Dio, che gode una relazione paterna con Dio, il quale lo cura amorevolmente, mentre lo Spirito Santo, che dimora in lui, lo guida e lo fortifica nei suoi problemi e tentazioni. 

Possiamo tranquillamente dire che il primo salmo è un quadro meraviglioso della fede e della vita del credente prima della venuta di Cristo.  Ora lo possiamo applicare meglio a noi, avendo molta più comprensione dell’amore e della grazia di Dio che sono stati rivelati nell’incarnazione di Gesù Cristo e nella sua piena partecipazione alla vita umana.

Ancora oggi, “il SIGNORE conosce la via dei giusti”.
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martedì 23 agosto 2011

Basta con i maghi e chiromanti


Qualcuno ti conosce

Sono parole che potrebbero cambiare la vita a molta gente, se ci credessero.  Da sempre la popolazione di ogni zona del pianeta ha desiderato conoscere il futuro e ha pagato profumatamente chi prometteva di saperlo fare.  Ancora oggi, milioni di italiani leggono gli oroscopi o consultano maghi e indovini nella speranza di capire cosa succederà di loro domani.

Nel primo salmo (nella Sacra Bibbia), lo scrittore, l’antico Re Davide, afferma senza ombra di dubbio, che il SIGNORE conosce infallibilmente il tuo futuro.  E non c’è da sorprendersi, perché chiunque conosce appena appena le Sacre Scritture degli Ebrei sa che sono piene di profezie e che centinaia, o migliaia, di esse si sono avverate. Solo un cretino o uno che preferisce non vedere e credere all’evidenza dice il contrario.

Il SIGNORE, cioè Dio, che è il Creatore della terra e di tutto ciò che esiste in essa, conosce tutto di tutti.  Davide ha scritto di Lui nel Salmo 139: “SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo e conosci a fondo tutte le mie vie.  Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno.  …La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppa alta perché io possa arrivarci” (Salmo 139:1-4,6).

Ti rendi conto che vi è Qualcuno che ti conosce meglio di quanto possa conoscerti tua madre, il tuo amico più intimo, tuo marito o tua moglie?  La sua conoscenza di te non dipende dal fatto che tu te ne renda conto e ci creda oppure no.  Non dipende dal fatto che tu lo voglia o no.  Dio ti conosce, e basta.

Dio ti conosce meglio di quanto tu non conosca te stesso.  E, per di più, Egli conosce perfettamente il tuo futuro, fino alla morte e anche oltre.  È così per forza: Egli è il SIGNORE!

Il fatto che il SIGNORE ti conosca, minuto per minuto, per tutta la tua vita e conosca non soltanto le tue parole e le tue azioni, ma anche i tuoi pensieri, è la prova inconfutabile che Egli ti giudicherà giustamente, quando arriverà l’ora del giudizio.

Ovviamente, Dio non agisce come i maghi o i chiromanti, non vuole nasconderti il tuo futuro eterno. Non pretende un pagamento o un sacrificio da parte tua.  Anzi, l’unico pagamento, l’unico sacrificio necessario è molto al di là delle tue possibilità di pagarlo.  È già stato pagato da suo Figlio, Gesù Cristo.

Secondo l’ultimo versetto del primo salmo, non è difficile conoscere la tua fine.  Esistono soltanto due possibilità.  Se vuoi, le puoi leggere subito nel versetto 6 del Salmo 1.  Comunque, ne scriverò la settimana prossima.
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martedì 16 agosto 2011

Il personaggio innominato


Ecco spiegata la tua fine!

Tutti cercano la certezza e la garanzia, che non stanno sbagliando. Che stanno prendendo la decisione giusta. Che domani non saranno ingannati o perdenti per ciò che hanno deciso oggi!

Sia che si tratti del lavoro, della spesa, dell’acquisto di qualcosa di importante, del matrimonio, neanche tu vuoi sbagliare!  E se ti trovi ora in qualche difficoltà, non vuoi proprio sbagliare nel cercare una soluzione.

Ma, lo sai quante persone non hanno alcuna certezza su un’altra realtà, sulla questione più importante della vita: su cosa succede dopo la morte, o cosa succederà a loro dopo la morte? Milioni non lo sanno.  Non ti sembra pazzesco cercare tanto di spendere bene cento euro e trascurare la cosa più importante in assoluto della vita: il futuro dopo la morte?

Davide, il poeta autore, nell’ultimo versetto del salmo, usa una parola importante che non aveva usata prima: “SIGNORE”. Dice che il Signore conosce dove va il mondo e dove va ognuno di noi.

Il re Davide conosceva bene il Signore.  Un altro salmo che ha scritto, il Salmo 23, comincia con parole che rivelano il segreto del suo cuore: “il SIGNORE è il mio pastore”.  Il SIGNORE è l’assoluta autorità divina, il Dio Creatore dell’universo e di ogni essere umano.  Ma è il pastore solo di coloro che lo invitano a diventarlo personalmente proprio per loro.

Finalmente, nelle ultime righe del Salmo 1, che meditiamo da settimane, Davide rivela la Persona che, anche se innominata, era sempre presente, dal primo versetto, in cui ha descritto l’uomo “beato”, al terzo versetto, in cui ha parlato dell’albero maestoso, piantato e curato da un personaggio innominato,  che portava frutto per il bene di tutta l’umanità, fino al quinto versetto in cui ha scritto del giudizio che il Signore avrebbe esercitato.   Tutto il Salmo è, in realtà, un inno alla presenza, alla potenza, alla saggezza e all’amore del SIGNORE.

Purtroppo, la maggioranza dell’umanità ha abbandonata la presenza, e respinto la guida, del SIGNORE. E, come pecore smarrite, gli uomini corrono da una promessa falsa ad un’altra, e sono torturate dall’incertezza del loro futuro.

Ma, il SIGNORE “conosce” la fine della loro vita, il destino di ogni persona.  Conosce il tuo futuro, sia sulla terra sia nell’eternità.  Quale certezza, quale pace Egli può offrirti se tu sei confuso, stanco e desideroso di conoscerlo.

Senza il SIGNORE, tu sei fra quelli uomini “perduti” dei quali il re Davide svelerà, ancora in questo salmo, la fine certa, sicura, perché garantita dal SIGNORE.  Una fine terribile.

Conoscere il SIGNORE, e riconoscerlo come il tuo SIGNORE, cambierà la tua vita interamente e cambierà anche il tuo destino finale.  E’ chiaro che, davanti ad uno che è veramente il SIGNORE, ti devi umiliare, devi confessare la tua vita segnata da strade sbagliate e da pericolose sbandate, devi chiedere il suo perdono e dire che vuoi solo l’unico vero Dio, che ti ha creato e che ha mandato il suo Figlio per diventare il tuo Salvatore, ora e per sempre come il tuo Signore.  In questo ultimo versetto del primo Salmo, vedrai quale differenza questa scelta farà per te.  Ne parleremo ancora.
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martedì 9 agosto 2011

Capire la Bibbia è difficile


Solo per chi non vuole capire

Una delle tante bugie che si dicono riguardo alla Bibbia è che è difficile da capire.  Magari lo fosse!  In realtà, per molte cose, non potrebbe essere più chiara.

Tanti che vogliono farsi passare per intelligenti, grandi pensatori, filosofi arrivati, se leggono la Bibbia, vanno a cercarsi una qualche frase biblica che non si capisce alla prima frettolosa lettura e da quel punto in eterno dicono che non vale la pena leggerla, perché è troppo difficile.

La maggior parte della Bibbia è stata capita, e correttamente, anche da persone quasi analfabete, che l’hanno capita per quel che dice.  Semplice, no?

Mentre, al contrario, chi dice che lui, o lei, non riesce a capire la Bibbia vorrebbe confessare, se avesse il coraggio di dire la verità, che preferisce non leggerla, perché gli dice, o le dice, delle cose che capisce benissimo, ma che non piacciono!

Nella prima parte del versetto sette del primo Salmo, come ho detto nel post della settimana scorsa, il re Davide ha scritto che “gli empi” non potranno stare davanti al giudizio di Dio senza essere da Lui  condannati.  Non si tratta di un concetto difficile da capire ma, piuttosto, di un’affermazione che dovrebbe far rizzare i capelli a chi spera di non doversi sottoporre al giudizio di Dio.

Proprio per “aiutare” chi è così ignorante, o distratto, da non aver capito questo avvertimento della severità, e della certezza, del giudizio di Dio, Davide, servendosi della forma tradizionale della poesia ebraica, nel verso seguente rincara la dose.  Ripete lo stesso concetto con altre parole: “Né i peccatori (potranno trovare posto) nell’assemblea dei giusti”.  Cioè, al giudizio finale, quei peccatori che sperano di entrare e confondersi (intrufolarsi) nell’assemblea dei giusti, saranno facilmente scoperti e ricondotti al banco dei condannati.

Si tratta, trasferita direttamente nei nostri tempi, di una semplice verità: chi spera di salvarsi alla fine della vita per le sue conoscenze o la sua conoscenza (cioè per la solita zia suora o i genitori evangelici, nel primo caso, o perché ha frequentato  la scuola domenicale ed è stato battezzato da ragazzo, nel secondo) sarà deluso.   Non ci sarà alcun posto per lui o lei “nell’assemblea dei giusti”.

Gesù ha detto la stessa cosa, secoli più tardi, affermando che molti di quelli che lo hanno chiamato “Signore” ipocritamente, e professato di essere dei cristiani impegnati, sentiranno dalle sue labbra la condanna: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” (Vangelo di Matteo 7:22,23).

Infatti, la vita di molti “Cristiani” è segnata dalla continua, abituale pratica del male, camuffato da cristianesimo.  Gesù li chiama, giustamente, non fratelli, ma malfattori.

Nel primo Salmo, Davide ha scritto delle cose bellissime riguardo alle persone che cercano Dio, e vivono alla sua presenza.  Ma, per allontanare ogni possibilità di malinteso, egli scrive con forza che non tutti gli uomini seguono o cercano Dio.  Tu, e i tuoi amici, in quale gruppo vi trovate?

Fino a questo momento, avete tempo per scoprirlo e anche per cambiare strada.  L’Istituto Biblico Bereano esiste per aiutarvi.  Se andrete sul suo sito (www.istitutobiblicobereano.org), troverete molti modi per capire di più.
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martedì 2 agosto 2011

Il conto dimenticato arriverà


Non lo puoi pagare da solo

Mangiare e bere in un buon ristorante, con un gruppo di amici simpatici, è un piacere che molti di noi apprezzano, quando è possibile, anche se raramente.  Ho sentito ordinare tanti piatti di tutti i tipi: quelli tradizionali, quelli stagionali e quelli un po’ sfiziosi.  Come si dice: “I gusti sono gusti”.

Ma, a volte, c’è un po’ di imbarazzo quando qualcuno dice, sotto voce: “Ci porti, per piacere, il conto”.  I piatti possono essere “pepati”, ma i conti sono, di solito, “salati!”.

Volenti o nolenti, alla fine arriva e arriverà il conto.  Sempre! Hai di che pagarlo?

Il re Davide, nel primo Salmo, al versetto 5, arriva al conto.  Sfortunatamente, ha dovuto cambiare registro e non parla più dell’uomo “beato”, che ha descritto nei primi tre versetti.  Ora parla degli “empi”, cioè di quegli uomini, donne e giovani - e quanti ce ne sono! - che  non si occupano affatto di Dio e di quello che Lui vuole.   
Anzi, spesso cercano proprio di cancellare dalla loro memoria e dalla loro coscienza ciò che fanno, per potersi divertire o per sentirsi meglio.

La loro vita è un continuo zig-zag fra cose permesse e cose vietate, fra cose giuste e utili e cose vergognose.   Spesso vivono in uno stato di ubriachezza e di semi-coscienza in cui riescono a convincersi che per loro non arriverà mai il conto da pagare.

Ma il conto arriva sempre.

Il re Davide scrive: “Gli empi non reggeranno davanti al giudizio!”.  È inutile negarlo con teorie umane, come l’ateismo o l’assurda pretesa: “Tanto, tutte le religioni sono uguali!”.

Dio ha creato il mondo fondato solidamente su principi giusti e inevitabili.  Ciò che l’uomo (o la donna o il giovane) semina, alla fine porterà il suo frutto.  L’apostolo Paolo ha scritto: “Non v’ingannate, non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Lettera ai Galati, cap. 6, versetto 7).

Davide ha scritto la sentenza definitiva così: “Gli empi (quelli che non si curano durante la loro vita né di Dio né della sua volontà) non reggeranno (non riusciranno a stare in piedi per difendere la loro causa, perché persa in partenza) davanti al giudizio (non il verdetto di un qualche giudice imperfetto e incapace di conoscere e capire tutto, ma davanti al verdetto solenne, assolutamente giusto, incontestabilmente vero, dell’onnipotente, onnisciente e giusto Giudice dell’universo). 

Ti sei mai reso conto del fatto che ogni essere umano, dal Re al mendicante, dal Papa al chierichetto, ogni uomo, donna e giovane, dovrà presentarsi senza amici, difensori o scuse, davanti a Dio per ricevere il suo giusto, finale giudizio e la sua condanna, a meno che non abbia ricevuto, mentre era in vita, il perdono pieno di ogni suo fallo, errore e peccato, per la grazia di Dio e per i meriti di Gesù Cristo?

Veramente, la meditazione del primo Salmo apre davanti a noi la somma del messaggio della Sacra Bibbia, che viene spiegato e commentato nel resto del Libro.  Tu l’hai ascoltato e creduto?  O cerchi di negare la gravità del conto che Dio ti presenterà?
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