martedì 4 gennaio 2011

Le feste comandate

La risposta della Bibbia

I cristiani fanno bene oggi, o farebbero bene, a osservare le feste descritte nella Bibbia? Oppure le feste sono tutte vietate? O potrebbero stabilire delle feste nuove?

Tutte le feste bibliche osservate dagli Ebrei, descritte nell’Antico Testamento, erano non soltanto comandate da Dio, ma era prescritto da Dio anche esattamente quando e come osservarle. Riguardavano le opere straordinarie di Dio che gli Ebrei dovevano ricordare per sempre e per cui era necessario lodarlo.

Nel Nuovo Testamento, quali feste annue i credenti cristiani sono comandati di osservare? Nessuna! Né Capo d’anno, né Pasqua, né Pentecoste, né Natale. Gli unici avvenimenti che il cristiano è comandato di “ricordare” con delle azioni particolari sono la morte e la resurrezione del Signore.

Questa è la “festa” che ricorda la morte e la resurrezione del Signore Gesù, avvenute per pagare il debito dei peccati che tengono il non credente lontano da Dio e sotto il suo giudizio. Vivere senza riconoscere questi fatti e non tenere conto del proprio dovere di amare e sottomettersi a Dio è il più grande peccato che l’uomo possa commettere. Ogni volta che i credenti si riuniscono per mangiare il pane e bere il vino, che simboleggiano il corpo morto e il sangue versato del Salvatore, proprio come Egli ha comandato, osservano questa festa.

Purtroppo, come fecero gli Ebrei dell’Antico Testamento, anche i credenti oggi possono facilmente osservare questa festa esteriormente e tradizionalmente, mentre il loro cuore è lontano da Dio. Anche oggi, non è possibile che l’osservanza di una festa possa garantire o rivelare in quale modo che le persone sono in comunione con Dio, o se lo sono davvero. Ho paura che molti che non vorrebbero mettere un albero di Natale in casa, nella convinzione che ciò offenderebbe Dio, lo possono offendere, invece, osservando la “Cena del Signore” senza essere veramente in comunione con i loro fratelli e sorelle e, di conseguenza, non essendo in comunione con Dio.

Come non sono stabilite feste annue nel Nuovo Testamento che il credente è obbligato ad osservare, non ci sono feste specifiche che gli sono vietate. Certamente non vorrà partecipare a feste con non credenti segnate da troppo bere, dal ballo, dal parlare e scherzare in modo indegno del Signore, nelle quali tutti cercano di “divertirsi” carnalmente. Non potrà condividere mostre di lusso e di spreco solo perché segue le tradizioni.

Ma, ricordare la nascita di un bambino, il compleanno di una persona anziana, o la ricorrenza di feste ed anniversarari di matrimonio, o della fondazione di una chiesa o di un’opera cristiana, dove la gloria è data a Dio, non è peccato. Alcuni credenti arrivano quasi a condannare chi ride di cuore o chi si dimostra felice.

Chi si rallegra per un amico che ha ricevuto una benedizione particolare da Dio, anche materiale, non è “poco spirituale” come alcuni dicono. Ridere, rallegrarsi delle benedizioni di Dio, ringraziarlo dei fratelli e sorelle, dell’amore degli amici, scambiare segni di affetto o anche dei regali non è peccaminoso neanche se avviene il 25 dicembre, il 1. gennaio o il 1. aprile, se lo facciamo alla gloria di Dio

Non adoriamo Satana se mangiamo una porzione di panettone o un po’ di torrone.

“Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Filippesi 4:4).
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