martedì 22 dicembre 2009

Potremo veramente andare d’accordo?

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Quando i cristiani diventano uno

Bisogna chiarire un po’ la situazione che stiamo discutendo. È vero che Gesù ha pregato “che tutti siano uno”, nei riguardi dei suoi discepoli e di quelli che avrebbero creduto in Lui per mezzo della loro predicazione.

Ma se l’ha detto in una preghiera, in una conversazione fra lui e il Padre, noi dobbiamo considerare le sue parole come una richiesta che noi dobbiamo in qualche modo esaudire? L’unità dei veri credenti nel Signore dipende da noi?

La semplice logica ci insegna che, quando Gesù chiedeva qualcosa al Padre nella preghiera, non chiedeva a noi di esaudire la sua preghiera! Nei versetti precedenti, nel vangelo di Giovanni, al capitolo 17, che riportano la preghiera di Gesù, Egli ha chiesto al Padre che “preservasse dal mondo” chi crede in Lui, e che “li santificasse nella Verità”. Ti pare che siano cose che dobbiamo fare noi? È un’assurdità! Gesù pregò che Dio facesse ciò che solo Lui è capace di fare a favore dei credenti, sia come individui sia come il corpo di Cristo.

E, poi, esattamente cosa ha chiesto nella preghiera, con le parole: “che tutti siano uno”? Che essi lottassero, brigassero, con congressi, commissioni, accordi scritti e cose simili per fare un’organizzazione che possa rappresentare totalmente la Chiesa? Assolutamente no! Soltanto chi è abituato a pensare alla chiesa come a un’organizzazione con capi, sottocapi, conti in banca e specialisti di comunicazione, può concepire una cosa simile. Ma sono deformazini umane, preconcetti completamente staccati dal pensiero biblico.

Infatti, Gesù ha detto chiaramente ciò che intendeva dire con la sua richiesta, indirizzata al Padre, “che tutti siano uno”. Le sue stesse parole continuano con questo pensiero: “affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità” (Giovanni 17:22,23).

Gesù non pregava che i suoi fratelli fossero uniti in un’organizzazione umana, forgiata nelle discussioni di teologia, ecclesiologia e psicologia. Non chiedeva che formassero una chiesa mondiale di nome “Cattolica” (che significa mondiale), né Protestante né evangelica. E non chiedeva neppure che lavorassero per anni per formare un Consiglio Ecumenico ( che significa “di tutto il mondo abitato”) delle Chiese.

Gesù pregava, invece, esattamente in linea con il pensiero e il piano di Dio, che tutti i credenti fossero uniti spiritualmente, perché, per mezzo della grazia di Dio, la fede in Gesù Cristo, e l’opera dello Spirito Santo, formassero un corpo spirituale, sottomesso al capo spirituale (che è Cristo). Questa opera continua dal giorno della fondazione della chiesa (alla Pentecoste), si realizza attraverso i secoli nell’opera divina di santifacazione dei credenti, e sarà conclusa nella perfezione quando i credenti raggiungeranno il loro Sposo celeste, Gesù Cristo, nel suo regno.

Solo allora questa preghiera avrà il suo compimento totale.

Per questo motivo, si può concludere in modo assoluto che tutti i movimenti, manovre e compromessi di uomini e donne, di chiese e denominazioni diverse, per unire tutte le organizzazioni che portano nel loro nome la parola “cristiana”, sono movimenti umani, carnali e, in ultima analisi, compiuti, anche se con le migliori intenzioni, in diretto contrasto con il piano di Dio.

Nel prossimo blog, vedremo ciò che Dio ha già compiuto e come opera oggi per unire i credenti.
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