lunedì 18 giugno 2012

Un uomo l’ha previsto e predetto


È una scelta per cui non basta l’intelligenza

La verità esiste!  La si può conoscere.  Ma non si può pesare, misurare o dipingere.  La vera verità non è solo quella che gli scienziati misurano con i loro telescopi o con i loro microscopi.

Esisteva, parecchi anni fa, nel Medio Oriente, un uomo vero, che si poteva misurare e pesare, di nome Gesù, conosciuto come figlio di Giuseppe.  È nato in una certa città, in una data precisa, da una donna con parenti e familiari.

Quell’uomo era interessato al concetto dell’esistenza della verità come mai nessun altro. Egli sapeva che tutto ciò che l’uomo pensa e crede può essere o vero o falso e la differenza fra queste due qualità è di importanza assoluta. Tutti i fatti che lo interessavano riguardavano le questioni più importanti della vita umana, non solo della sua vita, ma della vita di ogni uomo che sia mai esistito.

Quest’uomo disse: “per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce" (Vangelo di Giovanni 18:37).

Infatti, come scrissi nel mio ultimo post, vi sono delle verità che non riguardano solo la materia e che la scienza non può investigare né per dimostrarle né per negarle.  E queste verità sono più importanti di qualsiasi altra, perché riguardano la vita e la morte, il presente e il futuro.

Queste sono delle verità che ogni uomo vuol conoscere, ma esiste una sola possibilità per conoscerle.  Bisogna che chi le conosce le rivela.  Solo un essere con una conoscenza che va oltre il tempo e conosce anche il futuro potrebbe rivelare le verità del futuro.

E Gesù ha detto precisamente che Egli era “venuto nel mondo” (nato come un bambino) per condividere l’esistenza umana con noi, parlare una lingua umana e spiegarci ciò che Egli già conosce.  È venuto “per testimoniare della verità” a noi che, altrimenti, non l’avremmo mai potuto conoscere.

È vero: alcuni hanno creduto alla sua rivelazione, altri no.  Ma attenzione!  Il fatto che qualcuno non ci crede non è affatto una prova che la rivelazione sia falsa!  Si tratta soltanto del fatto che quel tale, o che migliaia di tali, non ci credono alla verità, anche quando hanno un testimone verace che la spiega.

Gesù aveva già previsto e spiegato anche questo, dicendo in effetti: “Chi è preparato a conoscere la verità, la crederà, chi non è disposto a crederla, dirà che è falsa”. In altre parole, non è che chi non ci crede può rendere falso ciò che è vero; egli rivela soltanto chi è lui.

Ma, il problema del falso e del vero va ancora più in profondità.  Gesù rivela che si tratta di una differenza che divide tutto l’universo in due campi, e il popolo in due categorie.  Nel Vangelo di Giovanni, l’evangelista cita le parole di Gesù: “Egli (il diavolo) non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.

“A me, perché io dico la verità, voi non credete. Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?”  (Vangelo di Giovanni 8:44).

La “vera verità” è quella di cui Gesù ha fatto testimonianza.  Anche se questa verità tratta in parte degli uomini, non si limita al loro aspetto fisico o materiale, ma al fatto che sono esseri che hanno anche un lato, o una realtà, spirituale che li fa agire come agiscono e credere o non credere alla verità di Dio.    

Ciò che fa la differenza più grande e più importante fra gli uomini consiste proprio in ciò che essi considerano vero o falso.  Si tratta, cioè, di questo: credono nella verità che Gesù e gli profeti citati nella Bibbia hanno detto o credono in una fra le innumerevoli teorie umane che tentano di spiegare l’esistenza del mondo e il destino dell’uomo, senza tenere conto della rivelazione di Dio al riguardo?

La scelta che determina il bene finale dell’uomo è questa: credere alle parole di Dio o respingerle?  Se una persona è veramente intelligente, come cambierà questo fatto la sua scelta?
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