È una scelta per cui non basta
l’intelligenza
La verità esiste! La si può conoscere. Ma non si può pesare, misurare o
dipingere. La vera verità non è solo quella che gli
scienziati misurano con i loro telescopi o con i loro microscopi.
Esisteva,
parecchi anni fa, nel Medio Oriente, un uomo vero, che si poteva misurare e
pesare, di nome Gesù, conosciuto come figlio di Giuseppe. È nato in una certa città, in una data
precisa, da una donna con parenti e familiari.
Quell’uomo
era interessato al concetto dell’esistenza della verità come mai nessun altro.
Egli sapeva che tutto ciò che l’uomo pensa e crede può essere o vero o falso e
la differenza fra queste due qualità è di importanza assoluta. Tutti i fatti
che lo interessavano riguardavano le questioni più importanti della vita umana,
non solo della sua vita, ma della vita di ogni uomo che sia mai esistito.
Quest’uomo
disse: “per questo sono venuto nel
mondo: per testimoniare della verità.
Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce" (Vangelo di Giovanni 18:37).
Infatti,
come scrissi nel mio ultimo post, vi sono delle verità che non riguardano solo
la materia e che la scienza non può investigare né per dimostrarle né per negarle. E queste verità sono più importanti di
qualsiasi altra, perché riguardano la vita e la morte, il presente e il futuro.
Queste sono
delle verità che ogni uomo vuol conoscere, ma esiste una sola possibilità per
conoscerle. Bisogna che chi le conosce
le rivela. Solo un essere con una
conoscenza che va oltre il tempo e conosce anche il futuro potrebbe rivelare le
verità del futuro.
E Gesù ha
detto precisamente che Egli era “venuto nel mondo” (nato come un bambino) per
condividere l’esistenza umana con noi, parlare una lingua umana e spiegarci ciò
che Egli già conosce. È venuto “per testimoniare della verità” a noi
che, altrimenti, non l’avremmo mai potuto conoscere.
È vero:
alcuni hanno creduto alla sua rivelazione, altri no. Ma attenzione! Il fatto che qualcuno non ci crede non è
affatto una prova che la rivelazione sia falsa!
Si tratta soltanto del fatto che quel tale, o che migliaia di tali, non
ci credono alla verità, anche quando hanno un testimone verace che la spiega.
Gesù aveva
già previsto e spiegato anche questo, dicendo in effetti: “Chi è preparato a
conoscere la verità, la crederà, chi non è disposto a crederla, dirà che è
falsa”. In altre parole, non è che chi non ci crede può rendere falso ciò che è
vero; egli rivela soltanto chi è lui.
Ma, il
problema del falso e del vero va ancora più in profondità. Gesù rivela che si tratta di una differenza
che divide tutto l’universo in due campi, e il popolo in due categorie. Nel Vangelo di Giovanni, l’evangelista cita
le parole di Gesù: “Egli (il diavolo) non si è attenuto alla
verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è
suo perché è bugiardo e padre della menzogna.
“A me, perché io dico la verità, voi
non credete. Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non
mi credete?” (Vangelo di Giovanni 8:44).
La “vera verità” è quella di cui Gesù ha fatto
testimonianza. Anche se questa verità
tratta in parte degli uomini, non si limita al loro aspetto fisico o materiale,
ma al fatto che sono esseri che hanno anche un lato, o una realtà, spirituale
che li fa agire come agiscono e credere o non credere alla verità di Dio.
Ciò che fa la differenza più grande e più importante fra gli
uomini consiste proprio in ciò che essi considerano vero o falso. Si tratta, cioè, di questo: credono nella
verità che Gesù e gli profeti citati nella Bibbia hanno detto o credono in una
fra le innumerevoli teorie umane che tentano di spiegare l’esistenza del mondo
e il destino dell’uomo, senza tenere conto della rivelazione di Dio al
riguardo?
La scelta che determina il bene finale dell’uomo è questa:
credere alle parole di Dio o respingerle?
Se una persona è veramente intelligente, come cambierà questo fatto la
sua scelta?
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