martedì 17 gennaio 2012

Chi crede nell’uomo non ha certezze

Neanche in America

Ora che ci penso, non vi avevo detto che partivo di nuovo, insieme con Maria Teresa, per alcune settimane negli Stati Uniti. Ciò comporta molti adattamenti.

Primo, ovviamente, l’orario.  La costa orientale dell’America è 6 ore dietro l’ora di Roma.  Perciò, mezzogiorno a Roma sono le 6 di mattina.  Devo ricordarmelo subito e sempre.

Secondo, e non è poco, la lingua.  Anche se la mia madrelingua è l’inglese americano, ho vissuto la maggior parte della mia vita in Italia, e spesso mi trovo nell’imbarazzo di non ricordare la parola inglese giusta per ciò che vorrei dire.  Che figuraccia!

E, parlando di memoria, quale fatica dovermi ricordare tante cose: nomi di persone, città e organizzazioni che conosco benissimo, se solo li potessi ricordare.  E, poi, cose che io o altri hanno fatto l’ultima volta che ero in America, o anche dopo.

Per me, ovvio, questi problemi di memoria sono un po’ per l’età e, spero, un po’ perché noi tutti dimentichiamo le cose senza sempre renderci conto.

Anche in America la recessione sta colpendo molte persone.  Mia nipote, disoccupata da parecchio tempo, come migliaia di altri, ha dovuto cedere alla banca che le aveva fatto la mutua, la casa che aveva comprato diversi anni fa, perché non riusciva più a pagare le rate.  D’altra parte, lei e tanti altri nelle sue stesse condizioni, ha scoperto che il valore attuale della casa era sceso tanto, che valeva meno di quanto avrebbe dovuto ancora pagare!

In molte città e villaggi, passando in macchina le aree più modeste, si possono vedere molti case e negozi abbandonati, con le finestre coperte da tavole di legno, per evitare il vandalismo.

Molte cose che, solo poco tempo fa, la gente considerava come garanzia del loro futuro benessere, sono venute meno, e si comincia a capire che le garanzie umane valgono solo fino ad un certo punto.  Fino, cioè, al punto in cui l’uomo è capace di intervenire.  Ma gli uomini, ed anche i governi e le grandi industrie, non riescono a risolvere i loro problemi in modo di provvedere per tutti.

È significativo che, negli ultimi mesi, diversi capi di piccole industrie in Italia si siano suicidati quando hanno capito che non potevano pagare i loro operai quanto dovuto né continuare la loro produzione perché i loro clienti non li pagavano e essi non potevano pagare i loro debiti con i fornitori.  Si trattava di una vergogna e un blocco che non avevano mai conosciuto prima.

Siccome nessuno, neanche chi ha grandi conti in banca, può veramente sapere cosa gli succederà domani, chi è credente ha più motivo che mai di riconoscere la sua totale dipendenza non sui governi, i partiti, la posizione sociale, le conoscenze o la propria capacità, ma unicamente sul Signore, Creatore e Sostenitore dell’universo.  E cioè, sul proprio creatore e Signore e sulle sue promesse, scritte chiaramente nella Bibbia.

Tu hai mai detto al Signore che tu sai che dipendi unicamente da Lui e che non vorresti dipendere da nessun altro?
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