mercoledì 13 luglio 2011

Dopo le bellezze, la bomba


Il limite invalicabile
Ecco, proprio nel momento in cui meno te lo aspettavi, arriva l’esplosione devastante della bomba che il Re Davide ha preparato per chi sta leggendo e godendo il primo salmo.  Il suo impatto è tanto forte da distruggere una buona parte di tuoi amici, parenti e vicini.  E, forse, da distruggere anche te!  C’è da piangere. Ma tanto!
Dopo avere, nei primi tre versetti del salmo, dipinto un quadro straordinario di bellezza, di promesse, di benedizioni, egli dichiara bruscamente che non tutti gli esseri umani ne godono.  Nella traduzione “riveduta” della Bibbia, bastano soltanto quattro parole per fare apparire l’altra faccia del quadro.
Dopo avere parlato di persone “beate”, felici, realizzate e invidiate, dopo avere detto che esse godono una vita di bellezza, di realizzazioni, di benessere e, addirittura, di prosperità, Davide scrive: “Non così gli empi!”.  Con queste quattro semplici, piccole parole ha detto che una grossa parte degli esseri umani sarà eternamente esclusa da ognuna di queste benedizioni.
“Non così gli empi!” Non sarà così bello per gli empi.  Nessuna delle benedizioni elencate, nessuna speranza, nessuna promessa, nessuna beatitudine, nessuna gioia è riservata “agli empi”.  Ma, chi sono questi empi?  Cos’hanno fatto per meritare l’abbandono di Dio, il rifiuto di ogni bene?
La persona “pia” è uno che cerca Dio, che desidera piacere a Dio, che indirizza la sua vita alla comunione con Dio.  La parola “empio” vuol dire esattamente e completamente il contrario. Indica il “non pio”.
Perciò, Davide può scrivere con ragione, “non così l’empio” perché l’uomo “non pio” non cercherà, come fa invece l’uomo pio, di evitare sia il peccato, sia le occasioni sia i luoghi di tentazione.  La persona “non pia” non si preoccuperà affatto di conoscere la Parola di Dio, e tanto meno di meditarla notte e giorno.
Qui si spiega, perciò, il senso delle parole dell’Apostolo Paolo: “Il salario del peccato è la morte” perché “tutti hanno peccato”.  Non è necessario uccidere, o commettere adulterio o rubare per vivere nel peccato, nell’empietà.  Secondo la Bibbia, l’uomo nasce peccatore e, per natura, non solo fa il male, ma gode nel farlo.  Vive la vita dell’empio, assomiglia a tutti gli empi che lo circondano, e morirà come risultato della sua empietà.
Se Dio non gli avesse preparato un mezzo, una “via”, per cui liberarsi della sua empietà e, soprattutto del risultato mortale di questa, l’uomo potrebbe difendersi contro l’accusa di empietà, affermando di non essere peggiore degli altri, e che per lui non è “normale” condursi o vivere da “pio”. E questo è vero.
Ma il messaggio del Nuovo Testamento è che Dio ha provveduto all’uomo empio e condannato, un “Salvatore”, Gesù Cristo, che è morto per lui proprio per togliergli la condanna e donargli la vita eterna.
Hai notato, però, l’indicazione della bontà universale di Dio, nelle quattro parole che condannano “l’empio”?  Il Re Davide, dopo avere descritto la benedizione dell’uomo che conosce Lui e la sua Parola, non ha detto: “Non così l’Ebreo o il Musulmano o il Buddista”, come se Dio ce l’avesse soltanto con quelli e non con i “cristiani”.  L’uomo pio è uno che Dio riconosce come un credente sottomesso alla sua Parola; l’etichetta non gli serve, né in positivo né negativo.
La descrizione dell’empio che Davide fa in questa seconda parte del primo salmo è molto desolante, ma è anche veramente chiara.
Adesso, ti invito a pensare alla chiarezza e al contenuto definitivo delle quattro parole, “non così l’empio”.   Se l’empio non gode e non godrà le benedizioni di Dio,cosa significa per te?
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