martedì 12 ottobre 2010

Crediamo davvero di ingannare Dio?

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Gesù colpisce sempre

Gesù era noto per le sue risposte provocatorie e inaspettate. Quando gli è stata chiesta un’opinione sulla morte improvvisa e ingiusta di alcuni uomini in un incidente, rispose: “E, se non vi ravvedete, morirete anche voi allo stesso modo”.

Molti amano parlare di religione se si può discuterne soltanto a livello impersonale e teorico. Ma, a Gesù quei discorsi ipotetici e ipocriti non andarono mai giù.

“Se credi che la religione non ti riguardi” Egli fece capire, “se pensi che la fede non sia anche un tuo problema personale, sei fuori strada”.

“Tu, caro amico” disse, “hai bisogno di pentirti. E subito!”.

“Pentirsi” vuol dire riconoscere e condannare la propria colpa con vivo senso di dolore e una ben definita determinazione a non ricaderci e a rimediare al male fatto.

La prontezza a pentirsi, secondo Gesù, deve essere una qualità essenziale per ogni persona. Eppure è una qualità che non solo manca nelle persone, ma che è anche evitata con orgoglio e arroganza. Il perché è ovvio.

Pentirsi richiede un riconoscimento sincero del proprio sbaglio, errore, peccato. Perciò l’essere umano è pronto a fare ogni tipo di ginnastica mentale e di acrobazie morali per negare che ha sbagliato e che avrebbe bisogno di pentirsi e di chiedere perdono.

A volte, noi credenti vorremmo credere che, dato che ci siamo pentiti una volta, confessando il nostro peccato nel momento in cui abbiamo creduto in Gesù come nostro Salvatore dal peccato, il problema sia risolto per sempre. Ci siamo umiliati una volta, e basta!

Ma non è così. Come è vero che, malgrado ogni nostra buona intenzione, ancora pecchiamo, offendendo Dio, e spesso anche i nostri fratelli, familiari o vicini, è altrettanto vero che ogni volta che riconosciamo di avere peccato, abbiamo bisogno di riconoscere umilmente il nostro sbaglio, con la ferma volontà di non ripeterlo, chiedendo perdono e nuova forza a Dio. E chiedendo anche perdono a chi è stato offeso o danneggiato da noi.

La fede e il nostro rapporto con Dio non sono teorie e credenze religiose, che possiamo tenere gelosamente in qualche scrigno nascosto, ma sono vita e esperienza che si rivelano quotidianamente nella nostra vita attiva, nei contatti con gli altri, nelle parole, nei pensieri e nelle azioni.

Cosa ti direbbe Gesù se oggi ti potesse parlare a tu per tu? Forse ti direbbe: “Se non riconosci il tuo, o meglio, i tuoi peccati, se non li confessi con il desiderio sincero di non caderci più, stai ingannando te stesso sulla realtà della tua fede. Ma, non puoi ingannare Dio”.
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