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100.000 uccise
Il titolo, “Generecidio – la guerra mondiale su bambine” è apparso sul giornale inglese, The Economist, del 6 marzo 2010.
Si riferisce al fatto che molti genitori preferiscono di avere figli anzliché figlie. Questo fatto corrisponde alla credenza che I figli possono essere di valore economico alla famiglia, mentre le ragazze portano solo debiti.
Il famoso economista Amartya Sen, Premio Nobel indiano, ha scritto nel 1990: “100 milioni di bambine sono scomparse”. Egli parlava della pratica, usata particolarmente in Cina e in India, dell’aborto di feti feminili, o addirittura della loro uccisione dopo il parto. Secondo i suoi calcoli, 100 milioni di bambine sono state abortite o uccise, già prima del 1990 d.C.
In Cina, nei prossimi anni, milioni di giovani raggiungeranno l’età in cui sposarsi, ma troveranno impossibile sposarsi e crearsi una famiglia, per mancanza di ragazze della loro età, uccise prime di nascere. Studiosi di economia dicono che questo eccesso di giovani che non possono sposarsi porterà gravi problemi alla Cina e pericoli per la società.
Ma è possibile che milioni di bambine siano uccise solo per le preferenze dei genitori? Sì, è possibile. Ma dietro alla loro decisione ci sono state anche le leggi dello stato che non permettevano alle famiglie di avere più di un bambino.
Puoi capire in che razza di mondo viviamo, quando l’infanticidio, o, meglio, il generecidio, cioè l’uccisione delle bambine, diventa una pratica comune e il governo, che la Bibbia dice che esiste per premiare chi fa bene e per condannare chi fa male, in qualche modo è il responsabile?
La Bibbia dice che il nemico di Dio, il Diavolo, è padre della menzogna ed omicida.
Uomini e donne che uccidono i loro propri figli, spesso prima che nascano, non possono in alcun modo attribuire la loro azione a Dio, né dire che questo tipo di omicidio sia legittimo, neanche se le leggi dello stato sono complici e lo permettono.
Il grido d’allarme del giornale inglese e dell’economista indiano dimostrano che non è necessario essere cristiani per odiare e condannare questa catastrofe umana. Comunque è solo la Bibbia che rivela che i comportamenti inumani degli esseri “umani” hanno una causa precisa, il peccato, e che il peccato porta sempre delle conseguenze molto diverse e molto più dannose di quanto la gente possa prevedere.
“Il salario del peccato è la morte” ha scritto l’apostolo Paolo, come sommaria conclusione sugli effetti e il risultato del peccato nella vita di ogni essere umano.
Ed a, poi, aggiunto come sommaria descrizione della “buona novella”, cioè del Vangelo, “ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
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martedì 10 agosto 2010
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