martedì 3 agosto 2010

Fa troppo caldo

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Non posso essere contento

Il caldo di luglio ci ha colpiti come un martello che vuole temprare l’acciaio, ma abbiamo resistito. Una volta si lavorava all’aperto per molte ore sotto il sole, senza pensare tanto a quanto caldo avevamo. E, infatti, milioni di persone nel mondo lo fanno ancora.

In fondo, molte delle prove che consideriamo insopportabili sarebbero esperienze normali e quotidiane a molte persone, ma siamo noi che, come si dice, non ci rendiamo conto di quanto oggi abbiamo la vita comoda.

Una volta, per cucinare il pranzo, bisognava raccogliere e portare in cucina la legna per accendere il fuoco, e, poi, curarlo, prima di cucinare. E la temperatura in cucina saliva oltre il sopportabile. E così fanno ancora millioni di donne, che si reputano fortunate, se riescono a trovare la legna sufficiente per cucinare le poche cose che potranno dare ai loro figli per tenerli in vita.

Momento!… Aspettate un momento! Vedo tante persone che, a questo punto, smettono a leggere!

Non ci piace leggere di cose che ci fanno sentire un po’ in colpa (d’altra parte, poi, in colpa per cosa, se Dio ci ha permesso di vivere in un paese dove la vita è più facile?).

Il male non è che ci sentiamo privilegiati e benedetti, ma che ci sentiamo ancora mancanti di tante cose che il mondo offre, che non abbiamo tutto ciò che desidereremmo, come comodità e benessere. Noi siamo abituati a pensare che avremmo bisogno ancora di tante cose, comodità, possibilità che “tutti gli altri hanno”. E non ci passa neppure per la testa di farci un elenco di tutte le “cose” e comodità che noi abbiamo e che “tanti altri NON hanno”.

E, poi, ci sembrano parole offensive gli insegnamenti dell’apostolo Paolo a Timoteo, che diceva ai credenti di Efeso: “Non abbiamo portato nulla nel mondo (quando siamo nati), e neppure possiamo portarne via nulla”.

E allora? “Avendo di che nutrirci e di coprirci, saremo di questo contenti” (1 Timoteo 6:7,8).

Ma, va’ a dirlo a tu’ nonna! Contenti! Contenti… se non possiamo neanche portare i bambini al mare! Contenti… se non possiamo neanche permetterci una sera in pizzeria, come facevamo da giovani?!.

Contenti? Se questo vestito lo porto da tre anni! Contenti… vedi queste scarpe? Ti sembrano di moda? Quelle di moda non solo non posso permettermele; non posso nemmeno permettermi di guardarle!

Come puoi permettere a tua figlia di andare a scuola con quel vecchio telefonino? Tutte le amiche ridono di lei. Pensa, non può neanche fare le foto come i suoi compagni!

Non c’è da meravigliarsi che, nelle chiese, nelle famiglie, fra gli uomini, le donne, i giovani, della chiesa ci sia come una specie di cappa mortale di nebbia velenosa che non permette di vivere la vita cristiana come la Bibbia insegna!

Quante chiese, quante famiglie conosci che si distinguono per una vita vissuta nella quale si verifica ciò che ordinava l’apostolo Paolo: “Parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziandolo continuamente per ogni cosa”?

Non è che la mia domanda sia tanto importante. Ciò che conta è la tua risposta. Come pure la tua decisione di portare un cambiamento nella tua chiesa, o nella tua famiglia, a cominciare da te.
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