martedì 17 agosto 2010

Cani e maiali

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Una giovane nella giungla

Uno “spirito malvagio” ha rapito una 29enne e per il suo riscatto richiede un bue selvatico, un maiale, un pollo e quattro boccali di vino. O, per lo meno, così racconta un indovino vietnamita, il quale accetterebbe di buon cuore per conto dello spirito il riscatto richiesto.

Rocham, così si chiama la giovane, era scomparsa la prima volta quando aveva solo otto anni, mentre pascolava dei bufali nella giungla non lontano da casa sua. È stata ritrovata la prima volta, solo dopo 18 anni. Viveva nuda nella giungla, camminava a carponi e non era capace di comunicare.

Riconosciuta dal padre, è stata riportata in famiglia, ma non ci è rimasta volentieri. Più volte ha cercato di scappare di nuovo nella giunga e ora, sembra, ci sia riuscita.

Ti fa meraviglia che un essere umano possa abbandonare con piacere la civiltà, con i suoi vantaggi, per vivere in uno stato praticamente animalesco? Secondo la Bibbia, ce ne sono molti che lo fanno e forse qualcuno vive anche vicino a te. O nella tua famiglia.

È l’apostolo Pietro che ne parla, nella sua seconda lettera, che fa parte del Nuovo Testamento. Egli era molto disturbato dal fatto che dei falsi predicatori del cristianesimo stessero ingannando la gente, insegnando che il comportamento morale non importava a Dio e che, perciò, non esisteva nessun motivo per evitare tutti i piaceri ed eccessi peccaminosi praticati dai non-cristiani.

Sembra che questi predicatori fossero molto apprezzati e che molta gente, che aveva cominciato a seguire le pratiche morali dei cristiani, senza avere sperimentato una vera conversione del cuore, stesse tornando alla sua vecchia vita senza limitazioni morali.

Purtroppo, in Italia vivono milioni di persone che si credono “cristiane” e che osservano alcune pratiche religiose, come è stato loro insegnato, ma che non hanno mai abbandonato i peccati e i vizi troppo comuni nella società. Infatti a volte scoprono che anche i loro leaders fanno lo stesso.

Pietro scrive: “Meglio sarebbe stato per loro non avere conosciuta la via della giustizia che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento ch’era loro stato dato” (2 Pietro 2:21).

Secondo l’Apostolo, queste persone, che negano la loro fede con le loro azioni, stanno molto peggio della ragazza che ha abbandonato la civiltà per vivere come un animale.

“È avvenuto di loro” scrive Pietro, “quel che dice con verità il proverbio: Il cane è tornato al suo vomito, e: La troia lavata è tornata a voltolarsi nel fango” (2 Pietro 2:22).

Rotolarsi nel peccato che allontana per sempre da Dio è certamente peggio che abbandonare la civiltà per vivere nella giungla, perché gli effetti sono eterni. Ma l’apostolo Giovanni ha scritto, riguardo alle persone che non hanno intenzione di cambiare il loro stile di vita: “Il giudizio è questo: che la luce (Gesù Cristo) è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvage. Chiunque fa cose malvage odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate” (Giovanni 3:19,20).

La storia della ragazza che preferisce vivere nella giungla ci fa meraviglia. La realtà di migliaia di persone che scelgono di vivere rotolandosi nel fango ci fa rabbrividire.
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