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Piccole e buone
Le parole sono belle e benedette quando esprimono riconosocenza. Gli uomini prendono per scontato tutto (o quasi tutto) quello che la moglie fa per loro, e lei prende tutto (o quasi) per scontato ciò che il marito fa per lei. Purtroppo, spesso tutti e due prendono per scontato anche tutto ciò che Dio fa per loro e non ringraziano neanche Lui!
“Ringraziando (QUANDO?) continuamente (PER CHE COSA?) per ogni cosa (CHI?) Dio Padre” (Efesini 5:20a).
Se tu sei genitore, ti sei mai fermato, per dirgli con un tono fermo, quando tuo figlio ti ha chiesto qualcosa di buono da mangiare o da fare: “Come lo chiedi?”. Dopo ti ha detto “per piacere”. Dopo che tu gliel’hai dato, hai chiesto ancora: “E ora, come si dice?” E non sei stato contento finché non ti ha detto: “Grazie”.
E a Dio? Gli dici: “Grazie”?
Anche tuo marito o tua moglie hanno il diritto di vivere la loro giornata con il cuore pieno di gioia per le tante volte che tu hai notato, apprezzato, e dimostrato loro gratitudine, sia con le azioni sia con le parole.
Fra le parole più importanti per fare camminare a gonfie vele il vostro matrimonio (ovviamente non sono le sole!) sono le parole piccole e preziose che hai imparato da bambino e che, forse, per trascuratezza o perché ti sembrano sorpassate, non usi più.
Di queste, la più importante in assoluto è una sola: “Grazie!” È una parola che non si invecchia mai, non si comsuma con l’uso, per la quale non esistono sostituti. È una parola che può essere decorata con fiori e abbellimenti. Per esempio: “Grazie tanto!”, “Grazie, amore!”, e perfino: “Grazie infinite!” Va bene se accompagnata anche da un bel sorriso, un abbraccio, un bacio e, da questo punto in poi, lascio a te la gioia di inventare!
Ovviamente, da bambino hai imparato che “Grazie!” fa parte di una famiglia antica e onorata di altre parole. Altri suoi parenti sono: “Prego!”, “Per piacere”, “Per favore”, “Ti posso aiutare?”.
Poi, ci sono quelle parole piccole, potenti come una bomba, insostituibili per cambiare una situazione tesa e difficile: “Hai ragione tu”, “Perdonami!”, “Ho sbagliato”, “Ti chiedo perdono”, che ci ricordano anche la potenza immensa di due altre parole: “Ti perdono”, che sciogliono il peso di tante incomprensioni.
Ovviamente, Dio già sapeva che avevamo bisogno di queste parole, e, ancora di più, sapeva quanto abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi quanto sono utili. È stato proprio Paolo a scrivere: “Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Efesini 4:32).
Un grande numero di problemi matrimoniali ha la sua soluzione nel Nuovo Testamento, scritto quasi duemila anni fa. Come è possibile che Paolo abbia scritto delle cose così utili? Perché Dio l’ha ispirato! Nel libro di Dio per te.
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(Leggi tutti e cinque i post sulle parole e l’amore, cominciando con quello del 20 aprile.)
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martedì 18 maggio 2010
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