martedì 2 febbraio 2010

Le tue sofferenze non sono inutili

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I tesori che potrai scoprire


Un grande errore di troppi credenti è che pensano che, se fossero davvero bravi, non avrebbero mai sofferenze o difficoltà. Pensano che il credente che vive vicino al Signore non ha mai problemi e che le sofferenze loro sono una punizione che non hanno meritata e che non capiscono.

Perciò pregano, come ha fatto l’apostolo Paolo, che le loro tribolazioni siano tolte e attribuiscono o alla loro cattiveria o all’assenza di Dio il fatto che le loro tribolazioni, invece, continuano e forse diventano più pesanti.

Dovrebbero ringraziare Dio perché nelle loro tribolazioni impareranno e sperimenteranno delle verità spirituali che non potrebbero mai imparare nella stessa misura se tutto per loro andasse sempre bene.

Infatti, l’apostolo Paolo ha avuto una grossa difficoltà personale da sopportare, e lui desiderava che gli fosse tolta: “mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:7-9).

La risposta del Signore alla sua preghiera non era né ciò che Paolo desiderava né ciò che aspettava. Come noi, egli preferiva stare bene e senza problemi, e ciò è più che normale. Ma non è sempre ciò che il Signore vuole per noi. Ed Egli ha anche dei buoni motivi per il suo modo di agire verso di noi. Possiamo imparare qualche cosa da Paolo?

Dopo che Paolo ha pregato che la sua sofferenza gli fosse tolta dal Signore, e ha capito che Dio non intendeva toglierla, egli scrisse: “Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte” (2 Corinzi 12:9,10).

Dalla sua esperienza di rifiuto della sua sofferenza, e, poi, dal fatto che Dio non esaudiva la sua preghiera, Paolo ha capito che Dio non gli toglieva quella sofferenza per un suo buon motivo. Forse è lo stesso motivo per cui non sempre risponde alla nostra preghiera come desideriamo.

Consideriamo ciò che Paolo ha imparato dalla sua esperienza e dal fatto che il Signore sembrava non rispondere alla sua preghiera.

  1. Dio desiderava così togliergli la tentazione di essere una persona orgogliosa.
  2. Dio voleva che Paolo riconoscesse la sua debolezza fisica, come uomo.
  3. Dio ha insegnato a Paolo di rallegrarsi che, a motivo della sua debolezza, qualsiasi forza fosse dimostrata nella sua vita veniva da Dio e non da lui.
  4. Paolo ha imparato che effettivamente la potenza di Cristo dimorava su di lui.
  5. Da quel momento non si lamentava più delle sue debolezze e sofferenze.
  6. Piuttosto, Paolo si rallegrava che Dio dimostrava la sua forza, sostenendo Paolo e rendendolo capace di testimoniare dell’aiuto di Dio proprio nelle sofferenze.
  7. Paolo si rallegrava che Dio gli desse la possibilità di testimoniare della Sua forza divina che si rivelava nel sostenere il debole Paolo nelle sue sofferenze.
Quali benedizioni ha preparato Dio per te, permettendoti di vivere nella debolezza e nella sofferenza?

Ne parleremo anche la prossima volta.

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