martedì 21 luglio 2009

È giusto non giudicare mai? - 3

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Tu hai bisogno di discernimento biblico

Non “giudicare” gli altri è un comandamento di Gesù e un insegnamento dell’Apostolo Paolo. (Vedi i due precedenti blog)

Allora, dobbiamo lasciare correre tutto? Stare zitti quando vediamo il male? Fare questo non ti sembra molto pericolso? Lo è!

Paolo ha scritto anche questo: “Devo giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi (1 Corinzi 5:12,13). Ovviamente, il credente, o chi si professa credente, che commette il peccato in modo evidente non può continuare a vivere una vita doppia in seno alla chiesa. Dev’essere riconosciuto e escluso.

Difatti, la Bibbia insegna che, in ogni parte della società vi sono quelli che hanno il compito e il dovere di “giudicare”.

Nella società civile, sono i giudici e il sistema legale che devono intervenire con chi trasgredisce la legge (vedere Romani 13:1-4). Il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene (Romani 13:4).

Nella chiesa locale, i responsabili dell’ordine e della disciplina sono, in primo luogo, gli anziani: vedere Atti 20:28-31. Paolo usa come titolo dei respsonsabili della chiesa la parola “vescovi”, che vuol dire sorvegliante, e, poi, ordina loro di “vegliare”, per riconoscere la cattiva dottrina e i falsi dottori, e escluderli dalla chiesa. Nell’Epistola agli Ebrei è scritto:Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettevi a loro” (13:17).

Anche nella famiglia, vi sono coloro che hanno il dovere di vegliare, riconoscere il male e fermarlo: i genitori. “Abbiamo avuto per correttori i nostri padri… Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno” (Ebrei 12:8,10). Ai figli, Paolo scrive: Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori (Efesini 6:1).

Ovviamente, la Bibbia non considera nessuna di queste autorità come infallibile né assoluta. Tutte risponderanno a Dio per i loro errori, sia di commissione, sia di omissione, sia di parzialità, sia di ingiustizia, sia di trascuratezza o di esagerazione.

Comunque, tre principi sono chiari. Primo, il giudizio e la sua applicazione non sono lasciati indistintatemente nelle mani di tutti. Secondo, nessuno ha il diritto di fare le proprie vendette, diventando, cioè, legislatore, giudice e esecutore della pena. Terzo, tutto il male fatto non sarà mai scoperto e pagato in questa vita, ma nessun male mai fatto e nessun malfattore mai esistito potrà sfuggire al giudizio perfetto di Dio.

Nessno di noi ha il diritto di giudicare le intenzioni segrete o i pensieri che abbiamo attribuito agli altri, perché sono i fatti e le parole quelli che si giudicano, quando sono confermati e provati. Per questo, Gesù disse: “Guardatevi (un dovere di ogni credente) dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti (Matteo 7:15,16).

Ogni credente ha il dovere di discernere e ubbidire alle parole di Paolo: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi”, cioè non dobbiamo legarci in attività e impegni con chi non condivide la nostra fede, né in legami matrimoniali, né in legami di comunione e collaborazione spirituale, né in legami di società negli affari.

Le istruzioni bibliche sono sempre chiare e tassative. Tocca a noi ubbidire.

Solo con lo studio e per mezzo dell’ubbidienza alla Bibbia cresceremo in discernimento e sapremo cosa fare nelle tante scelte della vita.
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