giovedì 28 marzo 2013
Dio esiste ed è perfettamente giusto
Sai con quale atteggiamento ti osserva?
Un’amica di mia moglie ci ha scritto: “Gli italiani hanno paura della morte!”. Mi sembra una verità banale. Finché non capita a qualcuno che ami. Allora la banalità sparisce e il fatto diventa grave.
Non c’è assolutamente niente di strano se la morte ti spaventa. Nella Bibbia, un amico di Giobbe la chiama “il re degli spaventi” (Giobbe 18:14) e dice che l’uomo che muore “è scacciato dalla luce nelle tenebre, è bandito dal mondo” (v. 18). Nel libro dei Proverbi, dell’Antico Testamento, l’autore scrive: “Quando un empio muore, la sua speranza perisce” (Proverbi 11:7).
Molte cose contribuiscono a questa paura: l’incertezza della vita e la morte improvvisa, le malattie e le sofferenze che spesso l’accompagnano, la perdita di ogni affetto, di ogni cosa preziosa, l’ignoto, il giudizio che la segue.
Molta gente trova rifugio nella convinzione sbagliata che gli uomini muoiono come le bestie, e che, poi, non esistono più. Sono annientati per sempre.
Ma ciò è un rifugio che spesso crolla, anche per il più convinto ateo, quando si trova a poche ore o minuti dalla morte e chiede l’aiuto di un prete e l’assoluzione dei suoi peccati.
Sarà la fine di un debole o di uno sciocco? Niente affatto! Tutti gli uomini del mondo, di tutti i popoli e culture, credono e hanno sempre creduto che gli uomini continuano ad esistere dopo la morte. L’ateo insegna che questo fatto dimostra solo che l’uomo sogna e desidera che la sua vita non finisca alla morte. Per loro, non si tratta di una realtà, ma di un sogno.
Ma la Bibbia dice che Dio ha “perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità” (Ecclesiaste 3:11). La credenza universale in un’esistenza dopo la morte non è un sogno ma uno dei pensieri universali che Dio ha messo nel cuore dell’uomo. Con l’ingresso del peccato nel mondo, e attraverso tutti i secoli che l’hanno seguito, non è strano che gli uomini in generale hanno creato tanti miti assurdi per descrivere ciò che avviene alla morte e dopo la morte. L’origine di questo pensiero, però, non è un sogno o una vaga speranza, ma una rivelazione di Dio stesso. Una verità.
“È stabilito che gli uomini muoiono una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Lettera agli Ebrei, 11:27). Ecco il punto che gli atei e tutte le persone che cercano di inventarsi una religione propria rifiutano rumorosamente. Non è la morte in sé che rifiutano, né la possibilità che ci sia l’esistenza dopo la morte, ma ciò che completa questa verità. Che esistano delle leggi morali che saranno giustamente applicate alla vita di ogni essere umano da un Dio potente, giusto e amorevole.
La Bibbia afferma che tutti gli uomini sono venuti meno nella loro ubbidienza alle leggi che esistono proprio per il loro bene e, spesso, si sono comportati anche da ribelli sprezzanti. Tutti gli uomini, di qualsiasi nazione o religione, hanno ricevuto, attraverso i loro più sensibili ricettori, che formano la coscienza, sottili avvertimenti della loro posizione di colpevolezza davanti a Dio.
Niente di strano se usano la loro intelligenza e la loro intransigenza per insistere che Dio non esiste o che, se esiste, non abbia niente a che fare con la loro vita o il loro futuro. Dicono, e forse ci credono, avendo fatto tacere la loro coscienza, che non hanno alcun tipo di paura davanti alla morte. Ma Gesù ha detto, prima di ritornare in cielo, che lo Spirito di Dio sarebbe venuto nel mondo dopo la sua partenza, e che una delle sue attività, in campo spirituale, sarebbe stata la convinzione di tutti gli uomini della terra di tre verità. Esse sono: “Il peccato, la giustizia e il giudizio” (Giovanni 16:8).
Che vuol dire? Il “peccato”, di cui lo Spirito di Dio convince ogni uomo, è il male, la trasgressione della legge di Dio. Ogni uomo trasgredisce la legge di Dio: “tutti hanno peccato” ha scritto l’Apostolo Paolo (Lettera ai Romani, 3:23).
La “giustizia”, invece, è la certezza che la differenza fra il bene e il male, che ogni essere umano riconosce, sarà evidente e inevitabile dopo la morte, come affermato sopra, nella citazione della Lettera agli Ebrei, nella Bibbia.
Il “giudizio”, la terza verità riguardo alla quale lo Spirito di Dio convince ogni essere umano, è che la giustizia di Dio non permetterà che nessuno scampi al giudizio assolutamente giusto. Perciò, il peccato commesso dovrà essere punito, secondo la perfetta giustizia, senza eccezione. E l’onnipotente Dio ha tutto il potere necessario per mettere ad effetto in ogni dettaglio la sua sentenza di giudizio e di morte per ogni essere umano che ha trasgredito la sua legge.
Qui c’entra la terza qualità divina, che ho elencato sopra, chiamando Dio “potente, giusto e amorevole”. Dello straordinario amore di Dio verso ogni uomo, scriverò la settimana prossima.
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martedì 19 marzo 2013
Dove cade l’albero, là rimane
Ma chi devo sposare?
L’incertezza su cosa fare e la paura di sbagliare sono un freno, una barriera ad ogni tipo di impegno. Anche tu ti sei trovato spesso, come me, impantanato in questo problema.
Sai, è un problema che gli uomini affrontano da migliaia di anni. Perfino la Bibbia ne parla. “Se un albero cade verso il sud o verso il nord, dove cade, là rimane. Chi bada al vento non seminerà; chi guarda alle nuvole non mieterà” (Ecclesiaste 11:3,4).
Facilmente, la preoccupazione per le condizioni del tempo, sia nella stagione della semina, sia al tempo della mietitura, poteva confondere e impedire il lavoro del contadino.
Nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro, avvengono tante cose che non possiamo né prevedere né tanto meno evitare. Sono come gli alberi menzionati nel proverbio citato più sopra, che improvvisamente cadono.
Sono avvenimenti per cui non ci eravamo preparati e che cambiano tutto. Vediamo che la vita è incerta e che i pericoli esistono e abbiamo paura. Ma, questa possibilità di pericolo vuol dire che non dobbiamo uscire di casa e percorrere la nostra strada? Potrebbe cadere lì un albero, ma, finora, non è mai successo.
Molte persone reagiscono così: spaventate, bloccate, incapaci di decidere di andare avanti. Ma neanche di tornare indietro. E non hanno il coraggio di cercare un’altra strada!
Così non accettano un lavoro, che non è precisamente ciò che sognavano. Non frequentano una scuola se temono di non essere all’altezza. Non sposano la persona di cui si credono innamorati, perché qualcuno ne ha fatto notare loro un difetto.
Vorrebbero poter prevedere il futuro, ma non è possibile. Come afferma il proverbio citato sopra: “Chi bada al vento non seminerà; chi guarda alle nuvole non mieterà”.
Se uno sta sempre ad osservare il vento, e teme che possa tirare forte per impedire il suo lavoro, non andrà mai a seminare il grano! Se uno sta sempre a guardare le nuvole per trovare il momento perfetto per mietere il suo grano, senza nessun pericolo di pioggia, non mieterà mai!
Ma, come si fa, allora, a non cadere in qualche trappola, a non precipitarsi in qualche pericolo? Esistono veramente molti pericoli che non si possono prevedere ed evitare.
L’autore del libro dell’Ecclesiaste scrive ancora: “Come tu non conosci la via del vento… così non conosci l'opera di Dio, che fa tutto” (Ecclesiaste 11:5).
Al di sopra dei venti e dei pericoli, esiste una Persona onnipotente, l’Iddio “che fa tutto”!. Lo conosci? Cerchi di avere una giusta relazione con il tuo Creatore? Sei diventato un suo figlio? Leggi e mediti la sua rivelazione (la Bibbia), per imparare le sue istruzioni sul lavoro da scegliere e la persona da sposare? I principi pratici e spirituali che la Bibbia ti insegnerà, come risultato della tua sincera ricerca e meditazione, potranno diventare una base solida per risolvere i tuoi problemi e scegliere la tua strada di ubbidienza e sottomissione a Lui.
Non te ne pentirai!
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martedì 12 marzo 2013
Ma cosa avranno avuto da dirsi?
Una riunione durata cinque ore
Nei nostri 57 anni di matrimonio, abbiamo tenuto in casa nostra centinaia, se non migliaia, di incontri a fondo spirituale e biblico, ma mai prima uno come l’ultimo.
C’eravamo Maria Teresa ed io, più nostra figlia e suo marito, i nostri tre figli maschi, con le loro mogli e 5 dei nostri 12 nipotini. Insomma, strettamente un incontro di famiglia, tutti credenti.
Si trattava di sedici membri della nostra famiglia, dai 6 agli 88 anni di età, ed è durato circa cinque ore. Ovviamente, con intervalli.
Che noia, penserete. Cosa avrete fatto? Come vi siete occupati?
Per prima cosa, ci siamo rallegrati di essere insieme. Due figli e mogli erano arrivati dagli Stati Uniti. Una famiglia da Milano e un’altra da Zurigo. Come gruppo, era da qualche anno che non eravamo stati tutti insieme in una volta sola.
Erano arrivati per stare alcuni giorni con Maria Teresa e con me; con lei perché non è stata bene, con me, perché avevo avuto un compleanno pochi giorni prima.
Non posso raccontarvelo tutto, ovviamente, ma è importante capire il significato del nostro tempo con il Signore, nel canto, nella preghiera, nella lettura della sua Parola e nel ricordare la sua grazia e le sue benedizioni nella nostra vita di famiglia.
Sapevamo che, date le distanze e gli impegni di ciascuno, e l’età di noi due nonni, non sarebbe stato molto probabile che ci saremmo incontrati spesso, se non mai più, di nuovo così. Ciò ha aggiunto un sapore dolceamaro alle cose che abbiamo fatto e detto, rendendo ogni cosa più importante e preziosa.
Una parte della giornata è passata cantando, con l’aiuto di Stefano e la chitarra. Cantici dell’innario cristiano, cantici da Scuola domenicale e dei campeggi a Isola del Grande Sasso. Canti felici. Canti solenni. Canti di testimonianza, di ciò che il Signore ha fatto per noi e in noi. Canti di fede e di certezza per il futuro. Canti di bambini: “Dalla nascita del sole… fino al suo tramonto, vorrò… lodare il Signor, con tutto il cuor…”
E, poi, sparse durante il giorno, con l’aiuto di tutti, letture della Bibbia che avevano un significato importante per qualcuno dei presenti, e commenti sulla fiducia, la gioia, la fede, la certezza, la fedeltà di Dio, come la Bibbia le descrive e come le abbiamo vissute nella nostra vita.
Poi, tante testimonianze e ricordi della nostra famiglia, dalla nascita dei primi gemelli, fino alla nascita dell’ultima dei nostri nipoti. Quante volte Dio ha esaudito le nostre preghiere, quante volte ha risposto alle nostre richieste, quante volte ha provveduto per i nostri bisogni, quante volte ha usato uno o l’altro di noi per aiutare qualcuno spiritualmente o praticamente.
Dopo le prime due ore, abbiamo interrotto il tutto per pranzare. Ma con la richiesta di tutti di continuare al pomeriggio. E così abbiamo fatto, per altre tre ore! Più canti, preghiere, ricordi, ringraziamenti a Dio, più lagrime e risate. Era un giorno che non desideravamo che finisse.
E, finalmente, dopo una torta in mio onore, abbiamo dovuto separarci. Ma, nei giorni successivi, quanti ricordi e quante benedizioni ci sono stati nel ripensare a quella giornata!
Siamo convinti che non dimenticheremo mai, finche saremo in vita, quanto è stata importante per ognuno di noi quella giornata di unità familiare nel ringraziamento e nel godimento della vita cristiana, delle benedizioni, gioie e doni che Dio ha sparso tanto copiosamente e immeritatamente su di noi. In un lasso di oltre sessanta anni. In tanti viaggi e esperienze in più parti del mondo.
L’unica cosa che potrà superarlo, e lo supererà di molto, sarà la gioia che proveremo quando ci incontreremo tutti insieme alla presenza di Dio e del nostro Signor Gesù, quando questa vita sarà conclusa.
Tutti insieme vi auguriamo la stessa gioia e lo stesso destino.
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martedì 5 marzo 2013
I bambini sono spesso incontentabili
Forse tu sei come uno di questi bambini
Ballare, non volevano, ma neanche piangere. Gesù ha descritto così un gruppo di bambini incontentabili.
Due giochi dei bambini nei villaggi ai tempi di Gesù erano ballare, se qualcuno suonava il flauto, o fare finta di piangere se gli altri cantavano un canto funebre.
Nei vangeli Gesù ha raccontato questa piccola storia dei bambini incontentabili per fare capire che, in verità, i capi religiosi erano così. Qualunque cosa Gesù facesse, secondo loro, non andava mai bene.
Erano esattamente come la gente di oggi: si critica tutto e tutti, i vicini di casa, i politici, la salute pubblica, i commercianti.
Purtroppo, è così anche nelle chiese. La gente insoddisfatta a casa e al lavoro, porta le sue frustrazioni personali nelle chiese, causando grande disturbo e confusione e, soprattutto, offendendo Dio. Tu fai così?
Invece di criticare chi predica o perché la tira troppo in lungo, o usa parole troppo difficili, o non si capisce cosa vuol dire, o ha la moglie e i figli che sbagliano pure loro, ti propongo una soluzione. Puoi usare il tuo tempo, anziché a criticare, a pregare per lui e per la sua famiglia. E ricorda che spesso, quando la gente dice che prega per qualcuno che ha criticato, non prega affatto. Soltanto, invece di criticarlo coi parenti o con altri fratelli, lo critica davanti a Dio. E lo chiama pregare! Tu fai così?
Certa gente crede di avere tanta ragione e di essere tanto nel giusto, da avere il diritto di criticare gli altri. Al contrario, chi critica non è MAI nel giusto, anche nel caso che le sue critiche siano giuste e rispondano a verità. Non è mai nel giusto perché Dio ha comandato di amarci gli uni gli altri, e non ha mai comandato di criticarci gli uni gli altri. Tu fai così?
Secondo Gesù, chi critica è cieco, presuntuoso e orgoglioso. “Quando l’ha detto?” mi domandi. L’ha detto quando ha affermato che chi critica un altro, fa tante storie per un bruscolo che è nell’occhio del suo fratello mentre non si rende conto, o nega, di avere una trave nel proprio occhio. Tu fai così?
In questi casi, sono la chiesa di Gesù Cristo e la sua testimonianza alla gloria di Dio quelle che ci vanno di mezzo, perché le critiche sono una delle cause della debolezza della chiesa e della mancanza di unità dei credenti. Perché? Perché Gesù ha insegnato che il mondo riconoscerà le origini sovrannaturali della chiesa quando vedrà quanto i fratelli si amano fra di loro. Ma non ha mai detto che il mondo riconoscerà le origini e la potenza spirituale della chiesa quando si renderà conto di quanto i credenti siano capaci di criticarsi fra loro. Tu fai così?
La trasformazione positiva di una chiesa e la sua purificazione non cominciano quasi mai dal ravvedimento di tutti i suoi membri e dalla santificazione del corpo intero. Allora è una causa già perduta? Cosa fare? Semplice.
Gesù ha insegnato che Dio ascolta e esaudisce le preghiere anche di una persona sola, se questa entra nella solitudine della sua cameretta e prega in segreto, con umiltà e perseveranza, proprio per l’opera che Dio vuole fare. La trasformazione di una chiesa può avvenire senza liti e prediche infiammate. Se tu pregherai fedelmente, Egli farà il resto. Egli convincerà un altro fratello a cominciare a pregare per la stessa cosa. Poi, un altro e un altro ancora. E ogni fratello che prega comprenderà che il risveglio deve cominciare da lui. Confesserà i suoi peccati, il suo orgoglio e il suo spirito di giudizio e di condanna e li abbandonerà. Tu fai così?
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