In alcune
delle grandi città dell’America del sud, come anche in alcune città del ex-Unione
Sovietica, centinaia di bambini passano gli anni più importanti della loro
fanciullezza, gli anni della formazione del loro carattere, del loro concetto di
bene e di male, del significato della vita e della famiglia, sui marciapiedi. Senza genitori o famiglia. Dormono sotto
i ponti e, durante i periodi freddi, nelle gallerie delle fogne, sotto terra.
Vivono in
branchi come i lupi, condividendo i cibi che possono rubare in negozi o
bancarelle lunga la strada, coprendosi di vestiti trovati nella spazzatura,
senza conoscere il significato di parole come amore, gentilezza, pace.
Per loro,
le parole come “famiglia, mamma, papà, casa, letto” non esistono.
Ma, non
avevano delle mamme, le loro mamme, che avrebbe potuto dare loro da
mangiare? Certo che una qualche donna li ha partoriti e che qualcuno
li ha curati per qualche anno. Ma, poi, i bambini in famiglia erano troppi e le
loro mamme non potevano fare altro che affidarli, e affidare la loro vita, alla
strada. Alcuni sarebbero sopravvissuti;
altri no.
È un
esempio di ciò che succede quando la famiglia viene distrutta.
E cosa dire
del problema delle persone che vivono, passando da un matrimonio
all’altro? Ricordo un articolo su una
delle ereditiere più ricche del mondo. Stava per sposarsi per la settima volta. C’era la sua foto con la frase: “Finalmente, mi sento amata!” Cosa diceva quella piccola frase riguardo ai
sei mariti precedenti? Che lei aveva
scoperto che non l’avevano sposata per amore, ma per… i suoi soldi.
Che importa
se uno si sposa per soldi o per altro? Facilmente può ingannarsi o ingannare l’altro, può avere e nascondere
tanti motivi egoistici. Molti matrimoni
vanno a picco per aspettative sbagliate e non realizzate, speranze deluse, mete
inconciliabili.
Che
pensare, allora, di una società in cui le separazioni e i divorzi sono sempre
in aumento?
Che pensare delle coppie che praticano il controllo delle nascite
con l’aborto? Come definire l’uomo che non sa quanti figli ha generati, o la
donna che non sa di sicuro chi siano i padri dei suoi figli?
Che pensare
della coppia che dice: “Sì, ci siamo sposati in chiesa per la famiglia, per il
bel matrimonio che sua Mamma desiderava, ma siamo d’accordo che, se non va
bene, ognuno per conto suo e tanti auguri!”?
Troppe sono
le persone che lavorano col proposito di rendere il matrimonio di una volta,
fatto di amore per tutta la vita, di famiglie che si amano, si difendono e si
aiutano malgrado tutto, uno scherzo, un oggetto di scherno, una reliquia di cui
vergognarsi.
La Bibbia descrive la vita sulla terra come
una battaglia fra Dio e Satana, il
nemico che cerca di distruggere ogni cosa che Dio ha stabilita per il
bene e la felicità delle sue creature. Perciò, non ci sorprende di vedere il
matrimonio, che è la base della civiltà e della vita veramente umana, preso di
mira per essere distrutto. Così, si considera
il matrimonio sempre meno importante. La famiglia diventa soltanto una
convivenza per alcuni anni, la cura dei figli
un peso, una noia e una scocciatura. E l’idea di una famiglia ordinata
che sia di conforto, di sprone e di orgoglio per i figli, diventa roba antica
da evitare.
Non c’è
dubbio che la famiglia, come Dio l’ha concepita, sia sotto attacco e vicina a
soccombere. E noi credenti la stiamo
buttando giù, o curando avvedutamente?
Tu, cosa
credi, quando pensi seriamente al problema? A te interessa sposarti con una persona che amerai per tutta la vita,
malgrado i problemi che si presenteranno, e con cui formerai, con i figli che
nasceranno, una famiglia unita, educata e capace di affrontare la vita adulta
con dei principi sani da trasmettere, più avanti, ai loro figli che verranno?
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