lunedì 3 settembre 2012

La società perde il suo significato



La famiglia non serve più

Mi pare che non sia solo la società pagana in cui viviamo, ma anche la chiesa evangelica quella che sta perdendo un tesoro insostituibile.  E la dimostrazione è davanti agli occhi di tutti.

È uno di quei tesori di cui il mondo non può fare a meno senza distruggere addirittura il tessuto della civiltà e portare gli esseri umani più profondamente e apertamente ad una mentalità anti-Dio.  Anche i cristiani?  Sì, anche i cristiani.  Anche i credenti nati di nuovo?  Sì, anche i credenti nati di nuovo.

Qual è questo tesoro che, una volta perso, non può essere ricuperato da nessuno?

È, detto francamente e brevemente, il senso e il valore del matrimonio.  Oggi il matrimonio significa poco e vale poco.

I matrimoni si “celebrano”, fra l’altro, sul fondo del mare, sulla vetta della montagna, in aerei, mongolfiere o paracaduti.  Alcuni farebbero qualsiasi cosa perché il loro matrimonio risultasse insolito e provocatorio.  I matrimoni si “celebrano”, ovviamente, in alberghi, ristoranti e sale da ballo, per dimostrare che il ritrovarsi in molti, o il mangiare, o il ballo siano il significato più importante e centrale della festa e se si fa anche un cenno alla religione (qualsiasi), questo deve essere breve e non noioso.  (Anche fra di noi credenti!).

Spesso vi è, nella cerimonia, un riferimento alla fedeltà o al “finché la morte non ci separi”, ma pochi (o nessuno?) prendono sul serio questa promessa.  Quando ciò che definiscono come amore si esaurisce, o un altro “amore” lo sostituisce, si butta il matrimonio alle ortiche per riprovarci ancora una volta, o due volte, o spesso anche di più.

Il disprezzo del matrimonio e del suo significato è ancora più evidente e appariscente, nei moltissimi casi di convivenza di breve o di lunga durata.  Spesso chi sceglie questo comportamento dice: “Almeno, siamo più sinceri di quelli che si sposano, ma che si lasciano quando pare a loro, dimostrando, con le azioni, che il rito del matrimonio non ha alcun significato”.

E che pensare della serietà, in senso biblico, di quelli che si sposano accordandosi, per il loro comodo, di non avere dei figli, quando Dio, al principio, ha benedetto la prima coppia, ammonendola di avere figli?  E che pensare di chi “sposa” un’altra persona del suo stesso sesso, sapendo che la loro unione fisica non potrà mai produrre un figlio?

Distruggendo il matrimonio, la società umana non esisterà più, ma ci sarà solo una moltitudine di persone che si accoppiano dove, quando e con chi desiderano, senza legami. I figli eventuali, che ne risulteranno, non avranno genitori e forse neanche qualcuno che si sentirà responsabile di cibarli e educarli.

Che la nostra società occidentale abbia perso, o rifiutato, il senso e il valore del matrimonio come stabilito da Dio è ovvio.  Ma, che importa?  Che c’entra Dio con l’amore di due persone?  Oggi, tutto il mondo, anche quella parte che professa di seguire il cristianesimo, si sente liberato da quelle usanze e principi che, una volta, si consideravano importanti.  Viviamo in un altro mondo, in cui ognuno fa sinceramente (?) come crede, o come non crede.

Non tocca a “noi”, si dice, bacchettare gli altri o pretendere che si comportino come professiamo di credere noi.  Quelle leggi e quelle usanze, che costituiscono legami e impedimenti alla felicità e alla libertà delle persone, devono essere distrutte, proprio per il bene della società e per il suo equilibrio mentale e morale.  Basta con le religioni che ci indicano ciò che possiamo o non possiamo fare!

Tu, che ne pensi?  E non dirmi che non vuoi pensarci, perché quella è la più grande delle rinunzie a vivere da essere umano, e la più pericolosa delle ipocrisie.
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