L’intelligenza, tesoro o pericolo
Ti interessa conoscere la
verità oppure godi nel credere ad alcune bugie che ti sono state dette? La scelta è sempre tua.
Negli ultimi post ho spiegato perché tante persone scelgono di credere alle
bugie, particolarmente se dette da persone in autorità o di fama intellettuale.
L’apostolo Paolo ha scritto di questo tipo di venditori di fumo: “Benché si dichiarino sapienti, sono
diventati stolti”. L’uomo accorto non presta loro fiducia.
Quando si entra nel campo della verità riguardo a realtà spirituali, è
ovvio che la scienza, con tutti i suoi strumenti meravigliosi, capaci di
scoprire e definire tante realtà fisiche e materiali, non c’entra per niente. In questo campo, l’intelligenza umana e le
scoperte umane non bastano.
L’apostolo Paolo, dopo avere commentato il piano divino per i popoli e le
nazioni, come gli era stato rivelato da Dio, conclude: “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di
Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi
giudizi e ininvestigabili le sue vie!” (Epistola
ai Romani, cap. 11, versetto 33).
Se “le vie” di Dio, cioè il suo modo di vedere e agire, se la sua scienza e
sapienza, per gli uomini (anche i più stimati) sono al di là della nostra
possibilità di “scrutarle” (esaminarle, comprenderle, spiegarle), e se le sue
opere sono “ininvestigabili”, cioè al di là delle nostre capacità di
investigarle con la nostra intelligenza e con tutti gli strumenti scientifici che
abbiamo, come bisognerebbe cercare di capirle?
Giovanni il battista ha spiegato ad alcuni uomini la differenza fra lui e
Gesù Cristo:
“Colui che viene dall'alto (Gesù Cristo)
è sopra tutti; colui (come me) che
viene dalla terra è della terra e parla come uno che è della terra; colui che
vien dal cielo è sopra tutti.
“Egli (Gesù)
rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua
testimonianza. Chi ha ricevuto la sua testimonianza ha confermato che Dio è
veritiero. Perché colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio; Dio infatti
non dà lo Spirito con misura. Il Padre ama il Figlio, e gli ha dato ogni cosa
in mano” (Vangelo di Giovanni
3:31-35).
Alle persone che rifiutavano di credere alle sue parole, Gesù disse:
“Chi crede in me, crede non in me,
ma in colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
“Perché io non ho parlato di mio; ma
il Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui quello che devo dire e di cui
devo parlare; e so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io
dico, le dico così come il Padre me le ha dette” (Vangelo di Giovanni
12:44,45,49,50).
“Chi crede nel Figlio ha vita
eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di
Dio rimane su di lui” (Vangelo di
Giovanni 3:36).
Gesù ha parlato di questo problema della conoscenza della verità in campo
spirituale come della linea di separazione fra la salvezza eterna e il giudizio
in cui molti si troveranno dopo la morte.
Non si tratta di una semplice differenza di opinione fra coloro che credono
nella scienza umana e quelli che credono alla Bibbia e nel Salvatore Gesù
Cristo. Ovviamente, i cristiani non
negano le scoperte della scienza, ma non possono accettare le conclusioni di
alcuni scienziati che insistono che le loro conclusioni siano parte di ciò che
la scienza ha dimostrato, quando ciò non è vero; anzi, è assurdo.
La scienza non dimostra né può dimostrare che l’Iddio che si rivela
nella Bibbia non esista, né può dimostrare che Gesù Cristo non sia Dio stesso
in un corpo umano.
Le migliaia di persone che insistono che non possono credere in Dio, né
nella Bibbia, perché sono scienziati, o perché credono alla “scienza”,
appartengono, purtroppo, a quel gruppo di cui l’apostolo Paolo ha scritto: “gli increduli, ai quali il dio di questo
mondo (cioè Satana) ha accecato le
menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo,
che è l'immagine di Dio” (2 Corinzi 4:4).
Sono cadute nella trappola di credere che tutta la verità conoscibile, o degna
di fiducia, sia frutto della scienza e del metodo scientifico. Che spaventevole e ovvio errore!
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