martedì 13 marzo 2012

Si strangolava da sola


Ma la musica era “evangelica”

Oggi, mentre viaggiavo, ascoltavo all’autoradio una ragazza che faceva dei suoni come se stesse strangolandosi o, al più, facesse dei gargarismi per curarsi la gola ammalata.

Puoi capire la mia sorpresa quando, alla fine, hanno annunziato che la cantautrice evangelica Tal dei Tali aveva cantato per noi una novità dal suo ultimo CD. Non avevo capito nulla di quei suoni e, tanto meno, avevo afferrato le parole!  D’altra parte, non è la prima volta che qualcosa di simile mi succede.

È vero che sono un po’ sordo e che, a volte, devo ascoltare con molta attenzione per comprendere le parole di un canto, ma… fino al punto da non capire che si trattava di una lingua parlata, ci passa.   

Si dice che sui gusti non si discute. Neppure su quelli musicali. Ognuno sceglie ciò che gli fa piacere e basta.  E, per provare piacere, devi avere una certa familiarità con il tipo di musica che ascolti.  A te piace ciò che ascolti di più e ad un altro piacerà ciò che ascolta sempre.

Certamente, i tipi e gli stili di musica sono tanti, diversi da nazione e nazione, per lingua, età, livello di istruzione, e scopo e circostanza per cui è prodotta e così via.  E probabilmente è vero, come alcuni dicono, che non a tutti piacciono tutti i tipi di musica che si sentono.  Comunque, si dice che la differenza fra tipi di musica e tipi di ascoltatori non ha niente a che fare con la qualità della musica, cioè che non si può dire se è musica “buona” o “cattiva”.  La musica è automaticamente “buona” per chi l’apprezza e “cattiva” per chi non l’apprezza.

A me questo sembra un ragionamento stupido o, forse, fatto di proposito per indurre le persone a non “giudicare” la musica che piace agli altri.  Se, nel mondo abitato da noi esseri umani, c’è, per forza, in ogni campo, diversità fra le cose che vediamo, usiamo, mangiamo, beviamo o sentiamo, per cui le definiamo quasi tutte come buone o cattive, (negative, distruttive, non sane, pericolose, inadeguate), perché non sarebbe possibile trovare anche una qualche base per giudicare qualcosa che ci tocca tanto profondamente quanto la musica?

Ho letto poco tempo fa il libro di un americano di origine italiana sulle sue esperienze come musicista.  Anche se prende delle posizioni che si potrebbero considerare “estreme”, questo non mi ha bloccato dal leggere e prendere in considerazione il suo punto di vista. 

Egli è convinto che, nelle persone sensibili e aperte alla comunione con Dio, la musica che ascoltano o che producono può favorire il loro rapporto con Dio o, al contrario, rendere impossibile una vera comunione con Lui.  L’autore si chiama Dan Lucarini, e il titolo del suo libro è “Perché ho lasciato il movimento di musica contemporanea cristiana”.  Penso che potrai trovarlo nelle librerie evangeliche.  Se no, mandami una e-mail e cercherò di sapere come trovarne una copia.

Dico subito che l’edizione italiana ha diversi difetti, che potrebbero portare a concludere che non valga la pena neppure fermarsi a considerare l’intenzione e le conclusioni dell’autore.  Invece, vale la pena fare un attento esame della musica con cui cerchiamo di adorare Dio.  E questo libro potrà aiutarti a farlo.
 
Ho paura che la donna che ho ascoltata in macchina fosse proprio fuori strada. Forse lo sei anche tu?
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