martedì 14 febbraio 2012

Il peso che non si vorrebbe portare


Un pastore americano offre aiuto

L’America non è un altro paese; è un altro mondo!  E che mondo.

Fra le chiese in America, ce n’è una (e forse più di una) con 30.000 membri.   

Con un gruppo tanto grande, tutto è possibile.  Beh, quasi tutto.

Comunque, una notizia è rimbalzata da costa a costa sul progetto di questa chiesa di fare perdere peso ai suoi membri.  Infatti, è stata l’idea del suo pastore, anche lui obeso.  Ha confessato che aveva messo su troppo peso e che intendeva metterci rimedio.  Ha invitato altri a seguire il suo esempio.

Morale della favola: lui, il pastore, ha, finora, perso 60 pounds (circa 27 chili).   

Ma, secondo le statistiche della chiesa, 15.000 persone della chiesa si sono iscritte al programma di dieta, e in complesso hanno perso 113.000 chili!

Forse la chiesa, con questo programma, sta entrando in una nuova fase nella proclamazione del Vangelo e l’insegnamento biblico.  Anche se il Nuovo Testamento non racconta nessun caso in cui Gesù abbia guarito un obeso, riportandolo al suo peso forma, non bisognerebbe considerarlo più difficile del guarire un lebbroso. Secondo i medici, si muore tanto dell’uno quanto dell’altro male (magari in tempi diversi).

Ma esistono anche pesi più gravi che si possono portare.  Nell’Antico Testamento, il salmista e re Davide, convinto dalla sua coscienza e dalla Parola di Dio, di avere peccato, avendo commesso un omicidio e adulterio, e sapendo che quel peccato lo teneva lontano da Dio e sotto la sua condanna, non riusciva a trovare pace.  Egli scrisse: “Le mie iniquità sorpassano il mio capo; son come un grave carico, troppo pesante per me” (Salmo 38:4).

Ai tempi nostri, purtroppo, la coscienza della maggioranza delle persone sembra addormentata dai piaceri e dai peccati che corrono a compiere, e poche di loro sentono, o ascoltano, la propria coscienza.  Comunque, che uno la senta o no, è vero che effettivamente il giudizio di Dio grava sul peccatore e lo porterà al giudizio e alla condanna eterna se non se ne pentirà, chiedendo perdono e grazia a Dio. È già una grazia che Dio faccia sentire al peccatore l’accusa della sua coscienza. Accusa, che lo potrebbe portare alla salvezza, se l’ascoltasse.

Il re Davide ha spiegato come ha risolto il suo problema in un altro salmo, offrendo una parola di speranza al peccatore che è turbato dalla propria coscienza: “Getta sull'Eterno il tuo peso, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto sia smosso” (Salmo55:22).

Gesù, nel Nuovo Testamento, ha rinnovato e reso più chiaro l’invito: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).Gesù non può mai mandare via chi viene a lui pentito e chiede perdono, perché è morto sulla croce proprio per offrire il perdono a chi ha peccato.

Se tu hai sulla tua coscienza qualcosa che ti separa da Dio, accetta oggi stesso il suo invito ed Egli ti toglierà il tuo peso insopportabile.
 
Comunque, vorrei dire che penso anche io, come il pastore americano, che l’obesità è un peccato contro il proprio corpo e la salute, e che Dio la può risolvere, se uno sente perfino nella coscienza che il suo comportamento è sbagliato e chiede a Dio non solo il perdono ma anche la forza di cominciare a vivere con disciplina e sottomissione, anche quando mangia.
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