martedì 18 ottobre 2011

Ora c’è un tempo per piangere


Ma poi non si piangerà più

L’immagine popolare di Dio, visto da alcuni come un essere solenne e irraggiungibile e da altri come un vecchietto crudele e imprevedibile, è completamente smentita dai brevi passi che abbiamo trovato nel libro biblico, praticamente sconosciuto, dell’Ecclesiaste.  Qualunque concetto che tu abbia di Dio è, ovviamente, falso o estremamente incompleto.

Nella mente e nel piano di Dio, vi è tempo per tutto, e “l’Ecclesiaste” (spesso tradotto con “il Predicatore”) elenca almeno 14 attività contrarie, per cui, sorprendentemente, vi è non solo tempo, ma addirittura “un tempo” preciso.

“Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il sole… un tempo per piangere e un tempo per ridere…” (Ecclesiaste 3:1,4a).

“Un tempo per piangere…” non c’è nessuno che non abbia pianto. Anche Gesù, quando era sulla terra in forma umana, ha pianto.  Il pianto è, comunque, un risultato della caduta nel peccato da parte dell’uomo e dal risultato del peccato, che è la morte.

Siccome il mondo è ormai avvelenato dal peccato e dalla morte, altri prodotti tristi, e spesso commoventi, del peccato sono la malattia, la sofferenza, l’odio, la gelosia, l’inganno, il tradimento, la crudeltà, le guerre e tanti altri sentimenti e situazioni.

Perciò, l’Ecclesiaste trova un motivo ragionato e universale per dire che vi è un tempo per piangere.  Tu piangi, i tuoi amici e vicini piangono, anche i popoli e le persone in condizioni totalmente diverse dalle tue piangono.  Senza rendercene conto, stiamo piangendo per il male che esiste sulla terra e per i risultati del male che viviamo o vediamo intorno a noi.

Però, Dio, nella sua bontà infinita e nel suo amore per le sue creature, ci ha lasciato ancora la capacità di ridere e anche crea delle circostanze in cui proviamo la gioia o la felicità e anche un senso del ridicolo, dell’assurdo e del buffo, per cui la nostra vita è allietata da risate.

La persona che non può ridere o che non può piangere ha perso una parte della sua umanità e della sua partecipazione all’ambiente in cui vive.  Molte volte un copioso pianto o un tempo di sonore risate scaricano i nostri nervi e risollevano i nostri spiriti.  Hai mai pensato a queste due attività come doni di Dio?   Veramente lo sono.

In questa nostra vita umana, la Bibbia dice giustamente che vi è un tempo per piangere e un tempo per ridere.

Ma la Bibbia va oltre.  Afferma che vi sarà un tempo in cui il peccato, la morte, il pianto e la malattia saranno allontanati per sempre.  Come ha scritto l’apostolo Giovanni, in quanto credenti nella Bibbia e nell’opera di amore e di salvezza che Cristo ha compiuto per noi, ci aspettiamo di vedere il pianto, la sofferenza e la morte eliminati dalla realtà delle miriadi di persone che vivranno eternamente con il Signore.  Questo è solamente uno fra i tanti meravigliosi e incredibili risultati della salvezza eterna che Dio ora ci offre.  In quel tempo, però il pianto sarà ancora un’esperienza terribile per chi ha rifiutato di riconoscersi peccatore e bisognoso del perdono e del dono di una vita nuova.
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