martedì 14 giugno 2011

Diventerai un “albero” straordinario

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Chi ti vede, cosa vede?

A volte ti dispiace di essere come sei? Le tue orecchie sono troppo grandi o troppo sporgenti? I tuoi occhi sono troppo piccoli e distanti l’uno dall’altro? Il tuo naso è troppo grosso, troppo a punta o, addirittura, curvo o schiacciato?

Molta gente si vergogna del proprio aspetto fisico e c’è chi spende decine di migliaia di euro per interventi chirurgici plastici nella speranza di diventare più bello e, quindi, più popolare.

Sappiamo tutti, però, che la bellezza della propria personalità è più importante di quella del proprio fisico. La gente seria s’interessa poco di come sei fisicamente. Se, invece, vede in te un tipo gentile, simpatico, disponibile, spiritoso, che si interessa sinceramente degli altri, ti nota. È perciò essenziale che tu abbia una personalità attraente, “bella” dentro.

L’uomo di cui ha scritto il re Davide, nel primo salmo, paragonandolo a un albero, è un uomo meravigliosamente attraente. Non solo porta del frutto che attira e fa del bene agli altri, ma lui (o lei) stesso è ammirato e apprezzato.

Davide dice di quest’albero che “il suo fogliame non appassisce”. Il fogliame è ciò che distingue un albero da un altro e che gli dona bellezza, ricchezza di colore e la forma distinta e maestosa che prende nella sua maturità.

L’uomo, la donna o il giovane che sono paragonati a un albero in questo salmo sono estremamente benedetti da Dio, addirittura descritti come “beati”, cioè invidiabili, favoriti, fortunati. La persona descritta così puoi esserla proprio tu, se Dio prende in mano la tua vita e tu ti sottometti a Lui perché la tua personalità e la tua esistenza siano trasformate come Lui sa fare.

La meraviglia suscitata nelle persone che osservano quest’albero deriva, per prima cosa, proprio dal suo “fogliame” abbondante e attraente. Esso rappresenta le caratteristiche della persona di cui è simbolo. Caratteristiche come la gioia, l’entusiasmo, la serietà, la gentilezza, la saggezza e la bontà; qualità che Dio può e vuole produrre anche nella tua vita.

“Ma è possibile che si comporterebbe sempre così?” si chiede chi vede una persona così fuori del comune e diversa da chi è “normale”. C’è da dubitarne! Non è possibile che rimanga sempre così! Come reagirebbe se qualcuno la criticasse o la offendesse? Cosa le succederebbe se dovesse attraversare un tempo di prove e di scoraggiamento? Il suo bel “fogliame”, cioè la sua fiducia in Dio e la sua pace, cadrebbe come le foglie secche in autunno?

Ma il re Davide, autore del salmo, ha previsto questi dubbi e ha precisato che “Il suo fogliame non appassisce”. Ha inteso così affermare che la fede sosterrebbe una simile persona anche nei tempi di prova. Sarà un “albero” di un altro tipo, una persona diversa dalla norma, se cammina con Dio e se è costantemente rinnovata e fortificata dai “ruscelli d’acqua”, da cui prendono nutrimento le sue radici, per mezzo della meditazione giornaliera della Parola di Dio.

Le caratteristiche speciali dell’uomo beato, che viene paragonato ad un albero straordinario, cominciano ad interessarti e provocare in te il desiderio di diventare una persona così? Credo che questa sia proprio stata l’intenzione di Davide nello scrivere questo salmo. Egli intendeva fare un quadro del credente “normale”, in contatto quotidiano con Dio. Non voleva descrivere nulla di strano o di impossibile, perché le qualità attraenti dell’albero benedetto non dipendono dall’albero stesso, ma dalla Persona intelligente e onnipotente che l’ha scelto e piantato per occupare uno spazio particolare in un mondo deserto e ostile.

Leggi più volte questo salmo, pregando ogni volta che Dio ti faccia capire come vorrebbe cambiare e rendere bella la tua vita. Chiedigli di farlo oggi stesso, ma ricorda che la crescita di un albero pieno di frutto e di bellezza è un progetto che impegna del tempo. Anzi una vita.
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