martedì 2 novembre 2010

Giorno dei morti?

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O ricordo dei vivi

Come ogni anno, i cimiteri si riempiono fino all’inverosimile. Di vivi. Vivi che fanno visita ai morti! Fiori. Ricordi. Lacrime. E qualche richiesta di aiuto. Perché no?

Se qualcuno che ti vuole bene è già passato all’altra riva, forse potrà darti un aiuto, o un consiglio importante. O, almeno, così crede tanta gente.

Certamente, ricordarsi dei propri cari morti è sempre giusto, per ringraziare Dio di quanto sono stati importanti nella nostra vita.

Ma, secondo la Parola di Dio, non serve né pregarli né pregare per loro. Tutti sanno che, quando i discepoli di Gesù gli hanno chiesto come dovevano pregare, Egli ha risposto: “Pregate così: Padre nostro che sei nei cieli…” Pregare il Padre, cioè Dio, è giusto, perché ogni bene viene da Lui e perché Egli merita la nostra lode e la nostra riconoscenza.

Ma, mai, nella Sacra Bibbia, Gesù o nessun altro ha insegnato a pregare Maria o altri cristiani, vivi o morti che siano. Solo Dio onnipotente e onnipresente può ascoltare le nostre preghiere e solo Lui ha il potere di esaudirci. Perciò rivolgere preghiere ad altri è inutile ed è anche una disubbidienza, innalzando degli umani al livello di Dio, forse senza renderci conto del grave errore, credendo che essi siano in grado di ascoltarci e di aiutarci.

La preghiera è uno dei più grandi privilegi che Dio ha dato agli uomini ed è importante che ogni vero cristiano faccia uso gioioso di questa benedizione spesso e secondo l’insegnamento biblico.

Nella preghiera parliamo al nostro Padre celeste, prima di tutto per lodarlo e ringraziarlo, riconoscendo la nostra dipendenza da Lui e il nostro bisogno di Lui in ogni momento della nostra vita. In secondo luogo, possiamo mettere davanti a Lui tutti i nostri problemi, tutte le cose che ci disturbano, che ci spaventano o che ci preoccupano. Possiamo parlargli dei nostri cari (viventi!) e del loro bisogno di Lui.

La Bibbia non ci promette che ogni preghiera avrà una risposta positiva, perché spesso non sappiamo se le nostre richieste siano secondo il piano e la volontà di Dio. Perciò, preghiamo, come ha fatto Gesù, prima della sua crocifissione: “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta”.

Purtroppo, nell’antichità, molti pagani credevano che gli spiriti dei loro familiari morti rimanessero vicini a loro e potessero intervenire nella loro vita, facendo sia del bene sia del male. Perciò, li pregavano per ricevere aiuto nella vita quotidiana, e offrivano loro dei doni e sacrifici perché non facessero loro del male. La Bibbia vieta queste usanze di preghiere rivolte agli antenati, perché ogni preghiera dev’essere indirizzata a Dio solo.

“Siate sempre allegri; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, poiché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5:16-18).
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