martedì 9 novembre 2010

Ubbidire sempre?

Un pericolo o una benedizione

Caro Guglielmo, è vero che gli anziani responsabili di una chiesa locale sono messi nella loro posizione da Dio e che devono essere ubbiditi, qualsiasi decisione possano prendere?
La risposta a questa domanda, che può nascondere gravi problemi e dissensi nella chiesa, e perfino degli abusi, è “Sì” e “No”.

Leggiamo negli scritti dell’Apostolo Paolo (e vediamo nel suo esempio) che la chiesa deve riconoscere come anziani, in modo evidente e chiaro, dei fratelli che abbiano le qualità elencate in 1 Timoteo 3 e Tito 1 e che, poi, tenga presente che sono le persone che Dio ha preparate e indicate per questo compito difficile e delicato.

In questa situazione ideale, la chiesa deve continuamente sostenere gli anziani con la preghiera, “tenendoli in grande stima e amandoli” (1 Tess. 5:13), pur riconoscendo che non sono infallibili. Può succedere, purtroppo, che una loro decisione non sia compresa o approvata pienamente perché non sembra biblica. In questo caso è importante pregare che Dio faccia loro vedere e capire, con i suoi metodi e al suo tempo, il loro possibile errore e che essi siano pronti umilmente a porvi rimedio. Chi prega deve essere pronto a cambiare anche il proprio giudizio.

Forse “ubbidire” agli anziani sembra un’espressione troppo forte, e alcuni sceglierebbero la parola “accettare” o “non opporsi” alle loro decisioni, ma l’autore della Lettera agli Ebrei, nel versetto 13:17, adopera proprio la parola “ubbidire”, cioè fidarsi.

Il fatto che siamo tutti fallibili, anche quando abbiamo le migliori intenzioni, potrebbe permettere, col passare del tempo, che si capisca che il riconoscimento di alcuni anziani non abbia funzionato perfettamente.

Perciò è facile dedurre che non sempre tutti i fratelli in tutte le chiese, che svolgono la funzione o ministero di anziani, abbiano davvero tutte le qualifiche necessarie, che siano stati effettivamente preparati e scelti da Dio e che la Chiesa abbia fatto l’indicazione e conferma degli anziani sotto la guida di Dio.

Difatti, le debolezze umane, le preferenze umane e la carnalità possono permettere che alcuni uomini siano riconosciuti sulla base di amicizia, parentela, imposizione, simpatie o altro. In questo caso, che mi auguro sia raro, è evidente che le decisioni che questi anziani potranno prendere, come pure la loro guida della chiesa, si dimostrino, nel tempo, carenti e, a volte, addirittura carnali.

In questo caso, i credenti devono, per forza, “ubbidire” agli anziani? La risposta è “Nì”. La risposta potrebbe essere: “Sì” quanto all’ubbidienza, ma con la riserva di impegnarsi a pregare che, se è la volontà di Dio, quella decisione sia in futuro cambiata.

Vi sono due errori da evitare. Nessun credente deve credersi chiamato a opporsi, in quanto individuo, agli anziani. Con la preghiera e la mansuetudine, molti problemi possono essere risolti. È molto importante che l’armonia della chiesa non sia distrutta per l’opinione personale di uno o due, cioè pochi, credenti.

La seconda cosa da evitare è che la critica o le critiche coinvolgano un gruppo, il quale si impegni in una guerriglia contro la direzione della chiesa, tipo giovani contro anziani, donne contro uomini o famiglie contro famiglie. Ovviamente, è essenziale affrontare il problema e cercarne la soluzione biblicamente, umilmente e amorevolmente.

Esisterebbe, in casi estremi, la possibilità di dire “No”, se si è convinti, dopo studio biblico e preghiera, che l’ubbidienza all’anziano richieda una disubbidienza a Dio. Ma bisogna rendersi conto che una situazione così drastica, se non risolta subito, potrebbe richiedere, per coerenza, il lasciare la chiesa.

La soluzione biblica a qualsiasi problema nella chiesa è, nelle parole di Paolo:

“Seguendo la verità nell'amore, cresciamo (ogni individuo e tutta la chiesa) in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Efesini 4:15). È questo ciò che stai cercando?
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1 commento:

  1. Caro fratello il tuo commento è rigoroso della parola di Dio, un parlare saggio proprio di chi della parola di Dio ne fa buon uso affinché la chiesa sia edificata e, Dio glorificato. Ti abbraccio con affetto fraterno Nicola

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