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COSA VUOL DIRE “AMARE”?
Più di una volta, un uomo mi ha detto: “Non amo più mia moglie, mi sono innamorato di un’altra. Non è mica colpa mia. Al cuore non si comanda!”
Molte volte è vero che, dopo dieci o vent’anni di matrimonio, o verso una cinquantina di anni, l’amore frizzante e passionale sembra esaurito. Ed è facile immaginare che un’altra donna risveglierà quei sentimenti di piacere che sembrano morti. Anzi, è probabile che potrebbe anche succedere. Finché i sentimenti frizzanti non si calmeranno di nuovo. Dopo di che, bisognerà cercarne un’altra e, poi, un’altra ancora.
E molte volte, l’uomo, dopo un’altra decina di anni, pensa quanto sarebbe bello ritornare dalla mamma dei suoi figli, dalla donna con cui ha condiviso i primi anni di matrimonio e le difficoltà della vita.
Ma, un uomo così ha capito cos’è l’amore? Ne dubito. Egli sta cercando soltanto ciò che può soddisfare i suoi vari “bisogni” in modo ovviamente egoista.
Quando l’apostolo Paolo ha scritto, nella sua lettera agli Efesini, che l’uomo deve amare sua moglie come Cristo ha amato la chiesa, cosa ha voluto dire? Nella Bibbia, la chiesa, cioè l’insieme di credenti nati di nuovo e diventati “nuove creature” spiritualmente (e non l’istituzione), è spesso chiamata “la sposa di Cristo”.
L’amore di Cristo non fu basato sull’egoismo o il “bisogno”, ma su una scelta totalmente coinvolgente. Infatti l’amore biblico è una scelta, un impegno, una decisione che porta delle gioie che sorpassano la soddisfazione passeggera dei propri desideri. In un altro passo del Nuovo Testamento è scritto che “per la gioia che gli era posta dinanzi”, per quella gioia che Gesù aveva previsto e scelto, “Egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia”. Era scontato e previsto che il suo amore, per conquistarsi una sposa, avrebbe avuto un prezzo pesante da pagare. Ma il risultato valeva ogni rinunzia.
Nel matrimonio umano, ovviamente Dio non scarta né sottovaluta l’attrazone fisica, perché è uno degli istinti e doni che ha dato agli esseri umani quando li ha creati. Comunque, essa serve non come base unica della relazione coniugale per tutta la vita, ma è piuttosto un gioioso invito a stabilire una relazione permanente (il matrimonio), ed è una delle componenti importanti del matrimonio realizzato.
Nella società moderna, che non accetta impegni e obblighi difficili, l’attrazione fisica è spesso l’unica o la principale considerazione nel matrimonio e perciò giustifica i matrimoni fatti senza grandi preparazioni o grande serietà. Matrimoni che altrettanto facilmente si sciolgono e diventano, per alcuni, una porta girevole, sempre più deludente, di relazioni e “amori” nuovi.
Paradossalmente, proprio questa ricerca ossessiva del partner fisicamente attraente e della soddisfazione fisica delle passioni condanna sia l’uomo che la donna a non realizzare mai la gioia profonda e appagante di un amore vero.
Ancora peggiore è l’idea comune, ma profondamente sbagliata, che un altro essere umano possa soddisfare ogni mio desiderio e rendermi felice e totalmente appagato. Ciò sarebbe vero soltanto nel caso fossimo macchine sessuali e niente altro.
Anche se è vero che siamo stati creati per trovare un grande piacere e soddisfazione nel matrimonio basato sull’amore, la nostra persona, che è fatta di intelligenza, emozioni e equilibrio mentale, per vivere nel benessere ha bisogno di un’altra relazione fondamentale. Solo così non solo il matrimonio, ma anche il lavoro, le relazioni umane, le prospettive della vita troveranno il loro vero scopo e il loro appagamento.
Purtroppo, dovrò continuare questo discorso e descrivere il vero amore nel prossimo blog.
venerdì 6 febbraio 2009
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