mercoledì 10 dicembre 2008

Lo sai quando è “nato” il sole?

Secondo la mitologia romana,

il sole, mai vinto dal buio dell’inverno (sol invictus), rinasceva ogni anno il 25 dicembre, e l’imperatore Costantino dichiarò questo giorno come la data in cui celebrare la nascita di Gesù. Così si stabiliva come religione di stato il cristianesimo e la nascita del sole (Natalis solis invicti), molto celebrato nell’impero romano, come il giorno della nascita del Salvatore.

Questo fatto della storia antica interessa poco ai milioni di cristiani, più o meno paganizzati, che celebrano il Natale oggi. La crisi attuale attenuerà, forse, le spese per regali, viaggi e cenoni, ma la festa sarà goduta nella sua pazza corsa al consumismo.

Per questo motivo, molti cristiani evangelici preferiscono ignorare totalmente sia la data sia le pratiche tradizionali, per non compromettersi con le origini e pratiche pagane.

Così, credo, perdono una possibilità di godere il grande dono di Dio alle sue creature, suo Figlio, Salvatore e Liberatore degli schiavi del peccato, delle tradizioni, delle superstizioni, e delle usanze religiose e non, che fanno parte della stagione.

L’annunzio della nascita di Gesù, fatto da Isaia settecento anni prima dell’avvenimento, parlava di una grande gioia che sarebbe venuta alla gente che camminava nelle tenebre e nell’ombra della morte. Il bambino che sarebbe nato, il figlio che sarebbe dato agli uomini non era solo figlio di Maria ma anche il Figlio di Dio, i cui titoli divini sono elencati nel capitolo 9 delle profezie di Isaia.

Lo stesso fu l’annunzio ai pastori, che erano nei campi con le loro pecore, la notte in cui Gesù è nato a Betlemme. Un angelo disse: “Non temete, perché ecco, vi reco il buon annunzio di una grande allegrezza che tutto il popolo avrà; oggi, nella città di Davide, vi è nato un salvatore, che è Cristo, il Signore” (Vangelo di Luca, 2:10,11).

Dov’è questa grande gioia, questa grande allegrezza nel popolo di Dio, che vuole evitare ogni compromesso con il paganesimo? Mi sembra che abbia buttato via il bambino con l’acqua sporca del suo bagnetto; cioè, per non bere l’acqua sporca delle tradizioni carnali ha buttato via la causa della grande gioia che Dio ha portato a tutti i popoli: la nascita di suo Figlio, il Salvatore.

Certamente, tutti i credenti evangelici sanno che il 25 dicembre non ha niente a che fare con la nascita di Gesù. Ma sanno anche che milioni di italiani credono che Gesù sia nato in quella data tradizionale e credono, anche, di fargli onore con le loro feste.

Non è possibile per i credenti, che conoscono il Bambino nato a Betlemme, improvvisare un mezzo, mille mezzi, per onorare il loro Salvatore con grande gioia e condividere questa gioia con i loro vicini? Non è necessario forzare la propria coscienza a fare ciò a cui non si crede, per rallegrarsi della grande verità della venuta del Salvatore.

Per me, i credenti che si sforzano a NON rallegrarsi, a NON dimostrare nessuna gioia e evitano, con grande cura, di parlare della nascita del Salvatore in questa stagione fanno molto male. Non parlare con grande gioia, proprio ora, di Colui che è nato in una stalla per salvare gli uomini dai loro peccati, è un errore più grande di quello dei pagani.


Che ne pensi?

Nessun commento:

Posta un commento