Il nostro mondo ha perso il concetto di peccato. Non
vuole sentirne parlare. Neanche tu?
Una forte ribellione respinge l’idea che qualcuno, siano genitori,
insegnanti, autorità, capi religiosi, o un dio, possa importi delle regole su ciò
che dovresti fare e non fare. Diventa particolarmente odioso quando ti dicono
di non fare qualcosa che vuoi fare e che ti fa piacere.
Qualcuno ha fatto l’osservazione: “Ogni cosa che trovo
piacevole, qualcuno mi dice che è peccato!”.
Eppure, diciamolo francamente, ci sono delle cose che non
vorremmo che gli altri ci facessero. Si tratta di peccato? Anche noi, quando
abbiamo fatto o detto certe cose, sentiamo un senso di dispiacere, quasi di vergogna.
Si tratta di peccati?
A volte ci viene detto che si tratta soltanto di regole
che la società in cui viviamo inventa per permetterci di vivere una vita
civile. E si dice che, siccome è dimostrato che altre società attuali o
precedenti, hanno o hanno avuto delle regole diverse, è chiaro che non esistono
delle regole universali e eterne che determinano cosa sia il peccato.
Però, questo ragionamento potrebbe dimostrare anche il
contrario. Se tutte le società umane hanno delle regole di ciò che è giusto o sbagliato,
ciò dimostra che l’esistenza di regole non dipende solo da genitori, governi o
divinità nostre. Non dipende solo dalla decisione di alcune persone che ci vogliono
imporre le loro idee.
E se, in tutte le società che conosciamo, certe cose
erano disapprovate e le trasgressioni gravi erano punite, ciò dimostra che
tutti gli esseri umani hanno la convinzione che le azioni e i comportamenti
possono essere divisi in “approvati” o “disapprovati”.
Riconoscono che esiste una differenza fra il bene e il male
e che ognuno sarebbe tenuto a riconoscerlo e a tenerne conto. Proprio a questo
scopo esistono le regole, perché non è permesso che ogni persona decida per
conto proprio, senza domandarsi cosa ne pensano gli altri, cosa sia bene o
male.
Per quanto mi riguarda, a me sembra totalmente illogico e
irragionevole credere che questo universale senso del bene e del male, e di
approvazione o disapprovazione di certi comportamenti, sia dovuto unicamente al
caso, ad un istinto universale o, ancora più incredibile, ad un accordo che si
raggiunge volontariamente.
La Bibbia, invece, risolve i miei problemi e risponde alle mie
domande.
Rivela il Dio Creatore che ha creato gli esseri umani
simili a sé, con un concetto di bene e di male; concetto ora parzialmente
offuscato e pervertito, perché l’umanità è caduta nel peccato. Pur riconoscendo
il bene ed il giusto, gli uomini sono tentati a trasgredire ciò che hanno
compreso, sia pure parzialmente, proprio per soddisfare i loro desideri egoisti
e i propri interessi, anche quando ciò richiede un trasgredire gli interessi
degli altri e il bene della società.
Questo stato di ingiustizia e di peccato è dimostrato
ogni giorno in Italia, e in tutte le nazioni del mondo, nelle notizie dei
giornali e della TV. Pensaci anche solo per due minuti e riconoscerai che “le
regole”, non solo della società, ma anche della coscienza, della moralità,
della convivenza umana, sono costantemente infrante da governanti, politici,
industriali, religiosi e milioni di persone anonime.
L’apostolo Paolo, nella sua lettera ai Romani, non stava
esagerando, non malignava nessuno, quanto ha scritto: “Tutti hanno peccato…” “Non c’è alcun giusto…” “Tutti si sono sviati…”
Infatti, tu hai peccato, io ho peccato, tu hai fatto cose ingiuste, io ho fatto
cose ingiuste, io sono andato fuori strada, tu sei andato fuori strada.
Se la nostra società ha perduto il senso di peccato, come
ho scritto più sopra, non ha, però, perduto l’abitudine di peccare. Ne le sue
conseguenze, di cui scriverò la prossima volta.
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