martedì 7 settembre 2010

Tre principi riguardo ai soldi

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Pensaci prima di spendere

È giusto che il credente cerchi di spendere meno che può per mettere via quello che gli resta per il domani? Allora non vive più per fede! (Vedi il post della settimana scorsa).

Quasi quasi, sembra che, nel suo discorso sul monte, riguardo ai soldi, Gesù abbia incoraggiato il credente a essere irresponsabile e spendaccione.

Siccome gli uccelli non raccolgono il grano nei granai neanche tu devi preoccuparti del domani, ma puoi decidere di spendere ciò che hai, che Dio ti ha donato con il tuo lavoro, come ti pare. Senza alcun pensiero di ciò che ti potrebbe servire domani.

È possibile che questa sia la volontà di Dio per te?

No, Dio non vuole né che tu sia uno stolto che si occupa soltanto di arricchirsi come meglio puoi, né una farfalla che vola con leggerezza, e senza pensiero, giorno dopo giorno, da un fiore all’altro.

La Bibbia è un libro di prudenza, di autocontrollo, e di insegnamento sull’uso non soltanto dei tuoi soldi, ma anche del tuo tempo e della tua salute.

È un libro che insegna la moderazione e, innanzitutto, la sottomissione a Dio, in ciò che spendi, in ciò che doni a chi ha bisogno e in ciò che metti via per un sano uso domani.

Per capire questo, bisogna cominciare con le parole dell’apostolo Paolo: “Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Perché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1 Corinzi 6:19,20).

Poco prima, nella stessa lettera, Paolo aveva domandato: “Che ti distingue dagli altri? E che hai che non hai ricevuto?” (1 Corinzi 4:7).

L’insegnamento biblico è che ogni credente deve riconoscere che neanche il suo corpo appartiene a lui, ma a Dio, e che tutto ciò che ha gli è stato donato da Dio. Di conseguenza, il suo corpo e ciò che esso rende o può procurare, con il lavoro delle sue mani e con la sua mente, i soldi e i beni che ha, sono tutti proprietà di Dio. Il credente ne è soltanto il curatore, il custode, l’amministratore, incaricato da Dio a usare, spendere, impiegare ciò che appartiene a Dio per la sua gloria.

Allora, è possibile credere che l’insegnamento di Gesù, di non avere ansia per il domani, significhi che puoi spendere oggi tutto quello che hai, per comprare tutto ciò che vuoi? Intanto, al domani ci penserà Dio. Assolutamente no!

L’apostolo Pietro ha insegnato che il credente non deve spendere per apparire o per orgoglio: “Il vostro ornamento non sia l’esteriore… mettersi intorno dei gioielli d’oro o indossare vesti sontuose… ma l’ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico” (1 Pietro 3:3,4).

L’apostolo Giovanni avverte di non lavorare per accumulare dei beni solo per la propria soddisfazione: “Tutto quello che è del mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre, ma e dal mondo” (1 Giovanni 2:16). Queste “concupiscenze” potrebbero riguardare spese per vestiti, gioielli, orologi, macchine fotografiche, telefonini e tante altre cose che si comprano per il proprio piacere e non per bisogno.

L’apostolo Paolo ha anche insegnato il principio del risparmio, cioè del mettere via una parte dei propri soldi per un motivo sano: Perché i fratelli potessero mandare dei soldi per aiutare altri fratelli in bisogno, egli scrisse: “Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli” (1 Corinzi 16:2). Così i credenti potevano programmare le donazioni necessarie per aiutare i fratelli in bisogno e non reagire solo emotivamente senza pensarci.

Da questi tre principi, vediamo che Gesù non ha mai voluto insegnare a spendere e spandere oggi, senza pensare al domani, credendo di ubbidire in questo modo al comando di Gesù.

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