martedì 30 aprile 2013

Cittadini perfetti in paesi ingiusti


Una possibilità da non perdere

I governi umani sono sempre deludenti.

Tutti vorrebbero un governo onesto, ma gli uomini di governo sono spesso disonesti.

Tutti vorrebbero un governo che li aiuti, ma gli uomini di governo spesso usano qualsiasi livello di autorità che possiedono prima di tutto per aiutare se stessi.

Il fatto che tutti i governi arrivino al potere attraverso compromessi e accordi presi di nascosto non è una bella speranza per il futuro. Eppure, non abbiamo né uomini né speranze migliori. Dobbiamo accettare e sperare in quelli che abbiamo.

Il governo romano era universalmente riconosciuto e rispettato per la sua efficienza e per la giustizia delle sue leggi. Eppure, il Nuovo Testamento ci permette di vedere, o intravedere, l’esistenza di corruzione, ingiustizia, adulazione, gelosia, immoralità e crudeltà nelle persone che lo rappresentavano.

Come avrebbero dovuto comportarsi i credenti del primo secolo per contribuire positivamente alla buona riuscita del proprio governo, quando si trattava di governi controllati da uomini che non conoscevano Dio e che non lo ubbidivano? Esattamente come dovremmo comportarci noi, che viviamo sotto la guida e controllo del governo romano moderno.

È possibile che noi possiamo cambiare qualcosa?

In primo luogo, bisogna pregare per ogni persona nel governo, dal Presidente della Repubblica all’ultimo operatore ecologico. Anche se si teme che egli potrebbe non conoscere Dio e non cercare di ubbidirgli, il credente deve pregare che faccia onestamente e correttamente tutto ciò che la sua posizione richiede. Quale effetto positivo sul governo potrebbero avere tutti i credenti di un paese se pregassero giornalmente e specificamente, come l’apostolo Paolo ha insegnato, per ogni persona in autorità.

In secondo luogo, ogni credente dovrebbe obbedire volontariamente e pienamente ad ogni legge e dovere che lo tocca come cittadino, dando così un buon esempio a tutta la nazione. Anche se ciò non causasse nessun altro a cambiare atteggiamento e pratica, e anche se dovesse soffrire delle ingiustizie a motivo della sua lealtà, soltanto con questo impegno ogni credente potrebbe contribuire al bene della sua patria e alla testimonianza alla verità di ciò che crede.

Siamo in un periodo di grande incertezza e di grandi combattimenti politici. È il momento in cui ogni credente deve non fare parte dei problemi, non limitarsi a criticare chi cerca di migliorare la situazione, ma agire da cittadino di una patria celeste e perfetta, mentre si riconosce cittadino provvisorio e temporaneo del paese in cui abita.

È un’occasione che non dobbiamo perdere!
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martedì 23 aprile 2013

Tutti hanno qualche segreto inconfessabile


Un vero amico ti potrà aiutare

Hai, nella tua vita, un segreto che non vorresti mai rivelare a nessuno?

Veramente, tutti ne hanno. Cose che hanno fatto quando erano bambini, o giovani. O anche come adulti.

Cose di cui si vergognano. O che fanno paura, perché porterebbero ancora oggi dei risultati pericolosi, se qualcuno le venisse a sapere.

Hai mai rivelato a un amico i tuoi segreti? A volte è un grande sollievo potere confessare a qualcuno una cosa che pensavi di non rivelare mai a nessuno. Finalmente scopri qualcuno di cui hai fiducia. Ma, quale garanzia hai che quello, un domani, non diventi un tuo nemico e non racconti i fatti tuoi?

C’è una sola persona a cui potresti raccontare tutto e che non ti tradirà mai. L’ha trovato prima di te il Re Davide. Egli scrisse: “Tu mi hai esaminato e mi conosci… tu mi scruti… conosci a fondo tutte le mie vie” (Salmo 139:1-3). Ti rendi conto che anche tu sei stato esaminato in ogni piega della tua vita, scrutato in ogni segreto, conosciuto fino in fondo?

Ovviamente, la persona di fiducia che Davide aveva trovata è Dio. Infatti, Davide non ha neanche dovuto rivelargli i suoi segreti, perché Dio lo aveva già da tempo esaminato, scrutato, conosciuto a fondo. Come ha fatto anche con te.

Per quanto ti possa dispiacere, dare fastidio, o, forse, anche fare paura, non esiste un momento, un pensiero, una parola, un’azione della tua vita che Dio non conosce totalmente. Non sa solo cosa hai fatto e detto, ma anche perché l’hai fatto. Non conosce solo tutti i dettagli di ciò che hai fatto, ma conosce anche le cose che hai pensato o desiderato fare, ma che non hai fatto.

“Basta! Sono fatti solo miei” dici? Dio esamina la tua vita e conosce i fatti tuoi non perché vuole condannarti e punirti, ma perché ti ama. Egli sa, molto meglio di te, quali siano le cose nella tua vita che ti fanno soffrire, quali cose ti portano male e quali cose ti porterebbero bene.

La sua relazione di apertura, di limpidezza, di sincerità con Dio non ha rovinato Davide, ma l’ha liberato dalle sue paure, dal suo senso di colpa, dalle calamità che si era tirato addosso. Egli scrisse: “Davanti a te ho ammesso il mio peccato. Ho detto: Confesserò le mie trasgressioni al Signore. E tu mi hai perdonato l’iniquità del mio peccato” (Salmo 32:5). Dio vuole sentire dalla tua bocca tutto ciò di cui vorresti essere liberato e perdonato. Ti sembra difficile? Eppure è l’unico modo per esserne liberato.

Quale pace! Quale trasformazione c’è stata nei sentimenti di Davide. La sua gioia divenne senza limiti: “Beato, felice, l’uomo a cui la trasgressione è perdonata e il cui peccato è coperto” (Salmo 32:1).

Tu puoi sapere con certezza che i tuoi segreti non sono segreti per Dio. Egli ti conosce come nessun altro. Vede e sa tutto.

Tu puoi sapere con certezza che i tuoi segreti e i tuoi peccati possono essere perdonati e “coperti” per sempre. Tocca a te, comunque, rispondere all’appello di Gesù.

“Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi darò riposo. In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Matteo 11:28, Giovanni 5:24).

Dio vuole rimuovere e coprire tutto ciò che ti fa paura e vergogna.
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mercoledì 3 aprile 2013

Mille volte meglio!


Non parlare di tristezza, ma di gioia

È proprio strano che più o meno la stessa percentuale di persone che evita di parlare dell’inferno, dimostra perfino una certa difficoltà a parlare del paradiso.

Come mai? Forse perché anche il paradiso ricorda la realtà della morte che è, come ho scritto la settimana scorsa, “il re degli spaventi”. Parlare della morte, se non porta proprio alla paura, porta certamente al fastidio. “Lasciamo perdere” dicono le persone più per bene.

I primi cristiani non la pensavano così. Perché avevano una certezza che trasformava la loro vita. La morte non era la fine! L’inferno non era il loro destino. La loro vita, dopo la morte, sarebbe stata mille volte migliore di quella sulla terra.

Gesù disse al ladrone accanto a lui sulla croce: “Oggi tu sarai con me in paradiso”.

Gesù disse alle sorelle di Lazzaro, morto da pochi giorni: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me non morrà mai!”

Prima della propria morte, Gesù disse ai discepoli: “Io vado a prepararvi un luogo… tornerò a portarvi con me… dove sarò io sarete anche voi!” 

È ovvio che l’apostolo Paolo ci credeva, quando ha scritto: “Partire e essere con Cristo… è cosa di gran lunga migliore!” Molto meglio che vivere sulla terra. Molto meglio delle più belle gioie e soddisfazioni della vita terrestre.

Paolo era gioioso e soddisfatto di servire Dio per portare agli uomini le benedizioni di Dio, eppure ha scritto: “Per me il vivere è Cristo (bellissimo) e il morire guadagno (ancora incredibilmente più bello). La morte non era il “re degli spaventi” per lui né per nessuno dei cristiani del primo secolo, ma era un guadagno! Ti piace guadagnare? Sì? Anche a me.

Perché tanta gioia? Gioia di morire? Non era la morte quella di cui si rallegrava, ma della certezza che ha descritta così: “Assente dal corpo, presente col Signore!” La morte era il passaggio che durava un momento solo, la presenza col Signore era l’eternità nel luogo meraviglioso che Cristo gli aveva preparato. Preparato per lui, ma anche per me. Per me e per ogni vero cristiano. Ci pensi? Ci credi?

Ti rende gioioso? Se no, sarà perché ci pensi troppo poco. Non conosci i passi meravigliosi della Bibbia che lo descrivono. Non hai forse pensato che, per quanto bella e soddisfacente sia la tua vita sulla terra, Dio ti ha creato non per la terra ma per il cielo? Quello è la tua patria, il tuo destino.

Ma non per stare eternamente a suonare l’arpa e cantare inni. Non per passare l’eternità in pia e solenne noia. Per gioire, conoscere, vivere una vita di nuove esperienze, nuovi piaceri, nuove verità che non puoi ora neanche immaginare.

Non avere paura a parlare della morte. Non temere ciò che non conosci, perché tu conosci una Persona. Gesù, che è andato avanti a prepararti un posto esattamente adatto a te, al tuo carattere, ai tuoi doni, alle cose che sulla terra hai visto solo da lontano.

Parliamo della morte. Parliamo della vita eterna. Rallegriamoci. Se non siamo contenti e allegri di andare a passare l’eternità col Signore nel luogo meraviglioso che ci ha preparato, è evidente che la nostra testimonianza per lui convincerà poche persone.

Pensaci. E studia ciò che la Bibbia insegna sul tuo futuro.
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