martedì 25 maggio 2010

Il petrolio uccide

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Sei sicuro che ti andrà bene?

Il petrolio versato nel mare, nel Golfo di Messico, ha messo in crisi una gran parte della costa sud degli Stati Uniti. La distruzione del commercio, per miglaia di pescatori. La morte di pesci, di uccelli e di altre speci in numero non ancora calcolabile. Un costo di miliardi di euro.

Il bello è che un responsabile di quell’impianto per l’estrazione del petrolio aveva testimoniato davanti al Congresso americano, pochi mesi prima, assicurando che gli accorgimenti tecnici moderni garantivano praticamente al 100% che era impossibile causare proprio quel tipo di disastro.

È morta, pochi giorni fa, una signora in una clinica privata di Roma mentre partoriva due gemelli. Il bello (o il tragico) è che il medico aveva avvertito marito e moglie che non vi era nessun pericolo nel fare quel parto difficile nella sua clinica.

Terrificanti sbagli di chi, speriamo in buona fede, affermava che non c’era nessun problema.

È un pericoloso difetto umano credere di avere sempre ragione, di potere personalmente controllare ogni situazione. Nessuno può pretendere questo.

Quanti ragazzi e ragazze mi hanno detto: “Sì, lo so che non è giusto sposare uno che non ha la mia fede, ma in questo caso, ci siamo messi d’accordo che lui (o lei) non mi ostacolerà, e anche miei genitori sono d’accordo”.

Non saprei chi è più colpevole per il disastro che ne consegue: il giovane innamorato o i genitori. Penso che siano i genitori perché, pure essendo, si fa per dire, più maturi e fermi nella fede, non vorrebbero che il loro figlio o figlia perdesse questa bellissima occasione di sposarsi. “Un matrimonio fatto in cielo” anche se uno dei due, secondo le parole di Gesù, potrebbe giustamente chiamare il diavolo suo padre (vedi Giovanni 8:44).

Chi sei tu che credi di potere dare assicurazioni sul tuo futuro e particolarmente sui risultati delle tue scelte, se tu sai che stai disubbidendo a Dio?

Come dice spesso mia moglie: “Possiamo scegliere ciò che faremo, ma non possiamo scegliere i risultati delle nostre scelte”, riferendosi al giovane drogato che è saltato dal decimo piano di un grattacielo, perché credeva di potere volare. Purtroppo il risultato è stato disastroso! Ha dimostrato che poteva scegliere se saltare o meno dalla finiestra, ma che non poteva scegliere i risultati.

Spesso vediamo dei credenti che disubbidiscono al Signore, si rivoltano contro ciò che insegnano le Sacre Scritture e, poi, dicono agli altri credenti più timorosi: “Guardate noi. Stiamo benissimo, anzi, meglio di voi. Se disubbidisci al Signore non ti succederà nulla”. Purtroppo per loro, la distanza fra la disubbidienza e il suo risultato catastrofico può essere di qualche anno, ma ciò non vuol dire che la Parola di Dio non si dimostrerà vera.

A volte, un intero gruppo di giovani prende coraggio dal comportamento degli altri membri del gruppo stesso, per non chiamarlo branco, e comincia a comportarsi in modi che la Bibbia vieta, perché “non vogliono passare per legalisti”. Perfino, intere chiese si allontanano dalla fedeltà biblica. Si credono più libere, più al passo coi tempi, più aperte di mente. Ma la Bibbia dice: “Non vi ingannate, non ci si può beffare di Dio; poiché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Galati 6:7).

L’unica sicurezza per il credente è fidarsi della Parola di Dio e ubbidire ad essa. Alla fine, comprenderà quanto Dio lo ha voluto preservare dai pericoli e quanto lo ha benedetto.
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martedì 18 maggio 2010

Le parole e l’amore

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Piccole e buone

Le parole sono belle e benedette quando esprimono riconosocenza. Gli uomini prendono per scontato tutto (o quasi tutto) quello che la moglie fa per loro, e lei prende tutto (o quasi) per scontato ciò che il marito fa per lei. Purtroppo, spesso tutti e due prendono per scontato anche tutto ciò che Dio fa per loro e non ringraziano neanche Lui!

“Ringraziando (QUANDO?) continuamente (PER CHE COSA?) per ogni cosa (CHI?) Dio Padre” (Efesini 5:20a).

Se tu sei genitore, ti sei mai fermato, per dirgli con un tono fermo, quando tuo figlio ti ha chiesto qualcosa di buono da mangiare o da fare: “Come lo chiedi?”. Dopo ti ha detto “per piacere”. Dopo che tu gliel’hai dato, hai chiesto ancora: “E ora, come si dice?” E non sei stato contento finché non ti ha detto: “Grazie”.

E a Dio? Gli dici: “Grazie”?

Anche tuo marito o tua moglie hanno il diritto di vivere la loro giornata con il cuore pieno di gioia per le tante volte che tu hai notato, apprezzato, e dimostrato loro gratitudine, sia con le azioni sia con le parole.

Fra le parole più importanti per fare camminare a gonfie vele il vostro matrimonio (ovviamente non sono le sole!) sono le parole piccole e preziose che hai imparato da bambino e che, forse, per trascuratezza o perché ti sembrano sorpassate, non usi più.

Di queste, la più importante in assoluto è una sola: “Grazie!” È una parola che non si invecchia mai, non si comsuma con l’uso, per la quale non esistono sostituti. È una parola che può essere decorata con fiori e abbellimenti. Per esempio: “Grazie tanto!”, “Grazie, amore!”, e perfino: “Grazie infinite!” Va bene se accompagnata anche da un bel sorriso, un abbraccio, un bacio e, da questo punto in poi, lascio a te la gioia di inventare!

Ovviamente, da bambino hai imparato che “Grazie!” fa parte di una famiglia antica e onorata di altre parole. Altri suoi parenti sono: “Prego!”, “Per piacere”, “Per favore”, “Ti posso aiutare?”.

Poi, ci sono quelle parole piccole, potenti come una bomba, insostituibili per cambiare una situazione tesa e difficile: “Hai ragione tu”, “Perdonami!”, “Ho sbagliato”, “Ti chiedo perdono”, che ci ricordano anche la potenza immensa di due altre parole: “Ti perdono”, che sciogliono il peso di tante incomprensioni.

Ovviamente, Dio già sapeva che avevamo bisogno di queste parole, e, ancora di più, sapeva quanto abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi quanto sono utili. È stato proprio Paolo a scrivere: “Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Efesini 4:32).

Un grande numero di problemi matrimoniali ha la sua soluzione nel Nuovo Testamento, scritto quasi duemila anni fa. Come è possibile che Paolo abbia scritto delle cose così utili? Perché Dio l’ha ispirato! Nel libro di Dio per te.
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(Leggi tutti e cinque i post sulle parole e l’amore, cominciando con quello del 20 aprile.)
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mercoledì 12 maggio 2010

Per salvare e vivificare l’amore

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Quali sono le parole giuste?


Per prima cosa, come abbiamo visto nei post precedenti, l’amore non si salva con una dieta di parole “marce”, ricuperate dalla spazzatura. (Controlla i due post recenti).

In questo campo, la dieta giusta è essenziale. Gesù ha insegnato che tu dovresti donare a tuo marito o a tua moglie esattamente ciò che tu vorresti ricevere. Niente di più, perché mescolare le parole donate da Dio con le tue potrebbe causare una disastrosa indigestione. Niente di meno, perché, se tu non dici le parole che Dio vorrebbe mettere nella tua bocca come benedizione, stai strangolando il tuo matrimonio con le tue stesse mani.

In Efesini 4:29, Paolo ha detto che servono parole “buone”, che “conferiscono grazia”, parole che “edificano” tuo marito o tua moglie e perciò edificano anche il tuo matrimonio.

Parole che edificano, che inseriscono la grazia di Dio nel matrimonio, dove le troveremo? È ovvio, le troveremo nella Parola di Dio.

Le parole che edificano sono le parole che riconoscono come Dio sta operando in voi, particolarmente nel tuo coniuge, per il bene del vostro matrimonio. Edificano le parole di lode che tu dici per ringraziare tuo marito o tua moglie, per qualcosa che ha fatto e che Dio indica come suo compito specifico.

Forse ora vorresti dire: “Ecco il problema: mio marito, o mia moglie, non fa nulla per salvare e migliorare il nostro matrimonio!” Pensi di risolvere così il problema? Niente affatto.

Hai solo dimostrato che stai resistendo alla volontà di Dio e che non vuoi neanche metterti a riflettere sui compiti e le responsabilità dei coniugi, secondo la Bibbia.

Quando il matrimonio non va bene, i coniugi spesso passano molto tempo a rimuginare su tutte le cose che l’altro dovrebbe fare, che non fa o fa male. Certamente, non vogliono “perdere il loro tempo” a cercare inutilmente qualcosa da lodare!

Ti sfido a metterti seduto, prendere carta e penna e scrivere 10 cose che tuo marito, o tua moglie, fa che contribuiscono al bene del vostro matrimonio. Nota, non ho detto: “10 cose che fa perfettamente” né “10 cose che fa sempre”. Se non trovi 10 cose, perché sei pigro o perché non sei abituato a pensare bene del tuo coniuge, comincia almeno con tre!

Ecco il tipo di cose da notare. Lui lavora forte per provvedere alla famiglia. Lei prepara i vestiti puliti per la famiglia. Lui mi ringrazia quando faccio il suo piatto favorito. Mi aiuta con le spese. Risponde al telefono quando sono occupato. Dimostra pazienza con i bambini.

Insomma, cercando e notando le cose anche piccole o scontate, non mancheranno dei motivi per cui ringraziare Dio del comportamento del tuo marito o di tua moglie. E sono anche cose importanti da comunicare all’altro, perché sono state notate, apprezzate e sono motivi di gioia.

Ogni volta che tuo marito o tua moglie si comporta secondo un insegnamento biblico, che se ne sia reso conto o no, e anche, che sia credente o no, quell’atto e quel momento possono essere riconosciuti e “benedetti” per mezzo di una semplice parola di ringraziamento, a voce alta per il coniuge, e con cuore silenzioso, ma riconoscente verso Dio.

Ma, la settimana prossima parlerò degli effetti meravigliosi che una parola giusta, detta per onorare Dio, porterà negli anni futuri. È un grande investimento che porterà molto frutto.
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martedì 4 maggio 2010

Ecco il linguaggio che serve

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Io ti amo

L’amore è come una gomma d’auto gonfiata al punto giusto. Porta dei grandi pesi e dev’essere sempre curata e protetta.

Per esempio, è molto facile che le gomme perdano un po’ di aria mentre la macchina cammina. Si sgonfiano. È normale, ma bisogna intervenire per metterle a posto.

Tutti i libri d’istruzioni per l’uso delle macchine dicono che le gomme devono essere mantenute ad una certa pressione di gonfiatura per funzionare al meglio. E, al di sotto di una certa pressione, sono pericolose.

Il tuo amore non va da nessuna parte se non ti occupi di controllare la sua gonfiatura e se non rimedi subito quando vedi che c’è qualche problema.

Secondo questo esempio, che sto usando per spiegarmi, l’aria che mantiene le ruote del tuo matrimonio nelle condizioni migliori è la comunicazione, una comunicazione che manda un messaggio positivo, che tuo marito, o moglie, può capire perfettamente.

Quando questo flusso di messaggi positivi si rallenta, il matrimonio può soffrire fino a diventare motivo di dolore anziché di gioia.

Questi messaggi, più saranno costanti, comprensibili, e fatti bene, e migliore sarà la salute del tuo matrimonio.

Quale forza ti stimola nel mandare questi messaggi? Il tuo amore. Quali contenuti hanno questi messaggi? L’amore. Cosa succede quando questi messaggi arrivano e sono compresi? L’amore dell’altro, e anche il tuo, ricevono una bella spinta di soddisfazione e di gioia.

Per comunicare l’amore ci sono diversi linguaggi, ma fermiamoci al primo, che tutti sono capaci di usare con grandi risultati: proprio quello delle parole.

Alcune parole, o frasi, sono addirittura velenose e vanno evitate sempre e a qualsiasi costo: possono essere divise in due categorie: critiche e lamenti.

Tu potresti pensare che hai dei motivi validi per fare le une e gli altri. Una persona intelligente e informata dalla Bibbia deve imparare a non adoperare MAI critiche e lamenti. Per il bene del matrimonio, sarebbe più utile tagliarti la lingua, quando ti viene in mente di esprimere una “bella e meritata” critica.

Sfortunatamente, una critica NON migliora MAI una situazione. L’apostolo Paolo ha scritto: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca”. Molto chiaro, mi pare. La parola “cattiva”, nel testo originale, significa “puzzolente e putrefatta”. È proprio una “dieta” che non piace a nessuna moglie né a nessun marito. Ci puoi contare.

Ma quali parole sono profumate, piacevoli, utili IN OGNI OCCASIONE? Paolo ha completato la frase citata più sopra dicendo: “Se ne avete qualcuna buona (una parola che esprime benevolenza, amore, apprezzamento, per esempio, un bel complimento), che edifica (che costruisce invece di demolire) secondo il bisogno (secondo il bisogno dell’altro, che deve essere incoraggiato, apprezzato, forse calmato), ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” – Efesini 4:29.

Una tua parola di critica o di lamento può contribuire a sgonfiare l’amore in un matrimonio che già è in sofferenza.

Mentre la parola giusta può risollevare una situazione che ha proprio un grande bisogno di aiuto.

“Ma, perché devo cercare di mettere io una parola buona, per rigonfiare le ruote, quando sono proprio io che ne ho bisogno?”

Scusami, ma si tratta di una domanda sciocca. Gesù ha detto chiaramente che tu devi fare all’altro ciò che vorresti che fosse fatto a te.

Ti lascio con un compito estremamente difficile e estremamente importante. La prossima volta, ti darò dei begli esempi di come usare le tue parole per migliorare i tuoi rapporti con tutti.
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